Avvocato Bruno Larosa a Napoli

Bruno Larosa

Avvocato Penalista

Informazioni generali

Avvocato penalista dal 1989 iscritto al Foro di Napoli. Specialista in Diritto e Procedura Penale presso l'Università degli Studi di Napoli dal 1999. Esperienza professionale maturata frequentando quasi tutti gli uffici giudiziari italiani e difendendo anche in alcuni dei più importanti processi: avendo quali Maestri i professori Alfonso Stile di Napoli e Franco Coppi di Roma. Per decenni ho avuto contratti universitari in materie penalistiche presso le Università degli Studi di Napoli (prima e seconda) e di Roma (La Sapienza e Tor Vergata). Dal 2012 si dedica alla scrittura di Romanzi che hanno ad oggetto l'esperienza professionale

Esperienza


Sicurezza ed infortuni sul lavoro

Ho insegnato per dieci anni (anni dal 2000 al 2011) Diritto penale e processuale penale presso l'Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – 1^ Facoltà di Medicina e Chirurgia - corso di Laurea di “Tecnico Sanitario della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro” e nel corso di Laurea Specialistica in “Scienze delle professioni sanitarie della Prevenzione”. Ho avuto incarichi didattici in materia penale riguardo la sicurezza nei luoghi di lavoro, da ultimo (29 novembre '23) al Policlinico Umberto I di Roma per un “Corso di Formazione per Dirigenti Delegati ex art. 16 del D.LGS 81/08”. Specifica esperienza da avvocato.


Malasanità e responsabilità medica

Ho esercitato la professione con incarichi in materia di responsabilità professionale medica e nell'Anno Accademico 2002/03 ho avuto l'incarico per il modulo di Diritto Penale: “il reato omissivo improprio”, presso l'Università degli Studi di Napoli – Seconda Università – Facoltà di Giurisprudenza - Scuola di Specializzazione delle Professioni Forensi. Nell'Anno Accademico 2014/15 sono stato incaricato presso la Seconda Università degli Studi di Napoli – Dipartimento di Giurisprudenza – Diritto Penale II, dell'insegnamento del Modulo “Responsabilità Colposa nella Professione Sanitaria”.


Diritto militare

Esperienza trentennale presso gli Uffici giudiziari penali militari. Sono stato consigliere giuridico dell'Ordinario Militare d'Italia con S.E. Vincenzo Pelvi.


Altre categorie

Diritto dello sport, Diritto penale, Diritti umani, Violenza, Stalking e molestie, Truffe, Omicidio, Discriminazione, Diritto ambientale, Cassazione, Edilizia ed urbanistica.



Credenziali

Pubblicazione legale

Una interessante decisione della Cassazione sull'art. 41 bis Ord. Pen.

Pubblicato su IUSTLAB

La 1^ sezione penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21610 del 28.3.24, ha annullato l'ordinanza del Tribunale di Sorveglianza che aveva rigettato il reclamo proposto avverso il decreto ministeriale che, nei confronti di un imputato, aveva disposto la proroga del regime detentivo differenziato di cui all'art. 41 bis O.P. Nella citata sentenza, la Corte premette che il detto regime detentivo, come affermato anche dalla Corte Costituzionale, si giustifica con la necessità - in riferimento alla accertata pericolosità sociale del destinatario - di impedire da parte del detenuto possibili forme di relazioni con il tessuto criminale di provenienza, in un contesto di tutela anticipata dell'ordine e della sicurezza pubblica. Da ciò se ne deduce che, nel caso in esame, "coglie nel segno la doglianza difensiva, incentrata sul fatto che l'avversato provvedimento di proroga - pure al cospetto delle allegazioni difensive, volte a dimostrare l'assenza di coinvolgimento del reclamante, in fatti di reato riguardanti associazioni di stampo mafioso - non affronta, in modo espresso ed esaustivo, il tema dei potenziali destinatari delle ipotetiche comunicazioni verso l'esterno dell'attuale ricorrente" .

Sentenza giudiziaria

La Corte con questa sentenza cambia il precedente orientamento in materia di vincolo dei beni appartenenti a Ente Ecclesiastico, annullando senza rinvio la precedente sentenza di condanna della Corte di Appello di Napoli

Cassazione, sezione V^ penale, 26.4.2005 (23.6.2005), n. 23668

La sentenza modifica il precedente pacifico orientamento giurisprudenziale secondo il quale un bene immobile di proprietà dell'Ente Ecclesiastico doveva sempre e comunque ritenersi vincolato ex lege. La tesi della difesa, condivisa per la prima volta dalla Corte con questa sentenza, è che invece il vincolo potesse ritenersi opposto ex lege solo per quei beni immobili che abbiano avuto quantomeno una valutazione di interesse dall'Organo statale titolare dell'interesse storico-artistico con esclusione per gli altri. Le conseguenze sul piano pratico è che dovendo procedere l'Ente o altri soggetti a eseguire lavori edilizi su un bene immobile di un Ente Ecclesiastico non è sempre necessario ottenere preliminarmente il favorevole parere della Soprintendenza Archeologica e delle Belle Arti. Questo nulla osta è invece necessario solo per quei beni immobili per i quali è stato opposto il vincolo, vi è stata una valutazione preliminare di interesse storico artistico senza apposizione del vincolo, o per quelli che a causa della loro oggettiva dimensione storica e artistica l'interesse è immediatamente rilevabile. REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO CORTE DI CASSAZIONE PENALE Sez. V, 23 giugno 2005 (Ud. 26 aprile 2005) Sentenza n. 23668 Pres. G. Lattanzi, Rel. P. Dubolino - Imp. Giordano (annulla senza rinvio la sentenza Corte d'appello di Napoli 21 maggio 2002)

Sentenza giudiziaria

Annulla senza rinvio ordinanza misura cautelare in carcere per mancanza elementi costitutivi della fattispecie di corruzione, fatto riqualificato in traffico di influenze illecite

Cass. VI^ sezione penale, 28.11.14 (11.12.14) n. 51688/14

Si tratta della prima sentenza che segna il confine tra i reati di corruzione per fatto contrario ai doveri di ufficio e il traffico di influenze illecite (a seguito della riforma dei delitti contro la P.A. c.d. Sanseverino). L'imputato era stato sottoposto a misura cautelare in carcere ipotizzando l'ordinanza applicativa il reato di corruzione per aver ricevuto quando era Deputato della Repubblica una somma di denaro per intercedere con il Ministro dell'Economia al fine di ottenere lo sblocco di importanti finanziamenti pubblici. Il Tribunale di Milano in sede di riesame aveva rigettato le doglianze difensive che sostenevano l'erronea impostazione accusatoria e, su ricorso della difesa, la VI^ sezione della Corte di Cassazione con la sentenza citata da un primo contributo decisivo alla distinzione delle due fattispecie. L'annullamento senza rinvio dell'ordinanza cautelare ha imposto l'immediata scarcerazione dell'indagato.

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Lo studio

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Napoli (NA)

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