Avvocato penalista sempre reperibile e con esperienza pluriennale nella difesa in procedimenti penali, mi occupo anche di responsabilità derivante da gravi incidenti stradali, offrendo assistenza legale qualificata sia alle persone indagate o imputate, sia alle vittime con lesioni e/o ai famigliari. Competenza, riservatezza e strategia difensiva personalizzata sono al centro del mio metodo di lavoro. Fondamentale avvalersi di bravi consulenti si per la ricostruzione del fatto , sia per la quantificazione dei danni, nonchè interloquire immediatamente con le compagnie assicurative coinvolte.
Informazioni generali
Avvocato PENALISTA-SEMPRE REPERIBILE iscritto all’Albo Speciale dei Patrocinanti in CASSAZIONE, con studio in Torino ed in Alessandria, è attivo su tutto il territorio nazionale. Si è laureato nel 1998 presso l’Università di Bologna ed ha frequentato il Master per Giuristi presso la S.A.A. di Torino Nel 2001 si è iscritto all’Ordine degli Avvocati di Torino dopo aver superato l’esame di abilitazione presso la Corte d’Appello di Torino, e dal 2013 è iscritto nell’apposito Albo degli Avvocati Cassazionisti. Svolge attività di assistenza in tutte le fasi del procedimento penale e per qualsiasi reato, in tutto il territorio nazionale
Esperienza
AVVOCATO PENALISTA SEMPRE REPERIBILE. In diversi modi si può scoprire di essere coinvolti in un procedimento penale: un fermo, una perquisizione, una convocazione inaspettata Inizia così un tragitto che molte volte si rivelerà lungo e tortuoso, durante il quale sarà necessario agire attentamente per poter chiarire al più presto il proprio eventuale effettivo ruolo nella vicenda oggetto di indagine. L’Avvocato penalista, con il quale deve nascere un rapporto di fiducia, rimane affianco al proprio assistito in tutte le fasi del procedimento penale. Nel rispetto di tutte le regole, per l’Avvocato penalista l'assistito è sempre sacro.
BANCAROTTA E REATI FISCALI. La crisi economica che affligge da diverso tempo il nostro paese ha portato in sofferenza molte attività imprenditoriali esponendo i titolari a rischi e responsabilità anche sotto il profilo PENALE. L'Avvocato Crozza ha maturato esperienza nell'affrontare procedimenti PENALI dove sono accusati gli imprenditori e/o i loro consulenti, in particolare per BANCAROTTA e REATI FISCALI. Gli artt. 110 e ss. del c.p. (concorso di persone nel reato) possono infatti coinvolgere anche soggetti formalmente non responsabili delle vicende societarie. Le legge prevede pene severe e gravi ripercussioni patrimoniali .
Altre categorie
Diritto commerciale e societario, Diritto tributario, Diritto bancario e finanziario, Stalking e molestie, Truffe, Sostanze stupefacenti, Malasanità e responsabilità medica, Violenza, Risarcimento danni, Cassazione, Omicidio, Gratuito patrocinio.
Credenziali
Vittoria in Cassazione annullata sentenza mandato d’arresto europeo
Cass. Penale Sez. VI n.30997 del 14 Luglio 2023MANDATO D’ARRESTO EUROPEO: PER CHI E’ AFFETTO DA HIV E’ NECESSARIO UN PROGRAMMA SANITARIO INDIVIDUALIZZATO Avverso la sentenza con la quale la Corte d’Appello di Torino disponeva la consegna di un cittadino straniero affetto da HIV, l’Avvocato Emanuele Crozza presentava ricorso in Cassazione. La Corte di Cassazione con la sentenza in oggetto (Cass. Sez. VI Pen. n.30997 n. sez. 1394 del 14 Luglio 2023) ha accertato che la Corte d’Appello di Torino non aveva escluso in termini adeguati la sussistenza di un concreto rischio di violazione dei diritti fondamentali della persona, sia riguardo allo spazio minimo individuale, sia riguardo al trattamento sanitario riservato ad un soggetto affetto da HIV. Pertanto la Corte di Cassazione annullava la sentenza della Corte d’appello e rinviava ad altra sezione per un nuovo giudizio. La Corte d’Appello di Torino, seguendo le indicazioni della Suprema Corte e preso atto del mancato invio di informazioni complementari, rigettava la richiesta di consegna e ordinava l’immediata liberazione del detenuto. Avv. Emanuele Crozza
Master per giuristi d'impresa
UNIVERSITA' DI TORINO - 12/1998L'Avvocato Emanuele Crozza si è laureato nel 1998 presso l’Università di Bologna ed ha frequentato il Master per Giuristi d’Impresa presso la S.A.A. di Torino ove ha approfondito gli aspetti penali e civili del diritto d’impresa. L’importanza dell’avvocato penalista per l’imprenditore Nel panorama economico e giuridico contemporaneo, l’imprenditore si trova spesso a operare in un contesto normativo complesso e in costante evoluzione. Oltre agli obblighi fiscali, amministrativi e civilistici, chi dirige un’azienda deve tenere conto anche delle possibili implicazioni di natura penale. In questo scenario, l’avvocato penalista assume un ruolo fondamentale non solo nella difesa in giudizio, ma anche nella prevenzione di condotte illecite e nella tutela complessiva dell’attività imprenditoriale. Un rischio concreto: la responsabilità penale dell’imprenditore L’imprenditore è esposto a una molteplicità di rischi penali. Reati fallimentari, fiscali, societari, ambientali, in materia di sicurezza sul lavoro e responsabilità amministrativa degli enti ai sensi del D.Lgs. 231/2001 sono solo alcune delle principali aree di rischio. Queste fattispecie non riguardano solo chi agisce in malafede, ma anche chi, per imprudenza, negligenza o semplicemente per un errore di valutazione, si trovi coinvolto in un procedimento penale. Ad esempio, il reato di bancarotta può colpire non solo chi ha scientemente dissipato i beni aziendali, ma anche chi ha commesso gravi imprudenze nella gestione dell’impresa. Lo stesso vale per la responsabilità in caso di infortunio sul lavoro: l’omessa vigilanza sulle misure di sicurezza può comportare gravi conseguenze penali anche in assenza di dolo. Il ruolo dell’avvocato penalista: difesa e prevenzione L’avvocato penalista non interviene solo quando il danno è ormai fatto. Il suo ruolo, sempre più spesso, è quello di affiancare l’imprenditore in una logica di consulenza preventiva, volta a evitare che determinate condotte si traducano in responsabilità penali. Questo approccio, definito compliance penale, consente di strutturare l’azienda in modo conforme alla normativa vigente, riducendo drasticamente il rischio di violazioni. In quest’ottica, l’avvocato penalista: • analizza l’organizzazione aziendale per individuare le aree a rischio penale; • collabora alla redazione e all’aggiornamento dei modelli organizzativi ex D.Lgs. 231/2001; • assiste nella formazione dei dipendenti e dei vertici aziendali; • fornisce pareri legali su operazioni aziendali potenzialmente critiche (fusioni, cessioni, operazioni finanziarie complesse, gestione della crisi). Questa attività consente non solo di prevenire il reato, ma anche – qualora esso si verifichi – di dimostrare l’adozione di idonee misure organizzative, elemento che può assumere rilevanza esimente o attenuante. Uno dei momenti più delicati nella vita dell’impresa è rappresentato dalla crisi. In queste fasi, l’imprenditore è sottoposto a pressioni enormi e può essere portato a compiere scelte avventate, spesso senza rendersi conto delle possibili conseguenze penali. L’assistenza di un avvocato penalista esperto in reati d’impresa è fondamentale per orientare le decisioni strategiche, tutelando sia l’interesse dell’impresa che quello personale dell’imprenditore. In casi di insolvenza o dissesto finanziario, ad esempio, la gestione dei rapporti con i creditori, le cessioni di beni aziendali, l’uso del patrimonio personale e l’accesso a procedure concorsuali devono avvenire con estrema cautela. L’assistenza penalistica consente di evitare condotte che, pur finalizzate a “salvare” l’azienda, potrebbero essere interpretate come distrattive o fraudolente. Rapporti con la pubblica amministrazione e gli organi inquirenti L’imprenditore può trovarsi a dover interagire con la pubblica amministrazione, con autorità di controllo o con la magistratura, soprattutto in presenza di indagini o ispezioni. In questi casi, la presenza di un avvocato penalista è essenziale per garantire che i diritti dell’imprenditore siano tutelati in ogni fase del procedimento. L’assistenza in sede di interrogatori, perquisizioni, sequestri o ispezioni rappresenta una garanzia imprescindibile. La conoscenza del procedimento penale e la capacità di interloquire con gli organi inquirenti costituiscono un presidio fondamentale per evitare equivoci, malintesi o errori che potrebbero aggravare la posizione dell’imprenditore. L’avvocato penalista, lungi dall’essere una figura da coinvolgere solo in caso di emergenza, è oggi un alleato strategico per l’imprenditore moderno. La sua consulenza consente di affrontare con maggiore consapevolezza le sfide del mercato, di prevenire situazioni di rischio e di costruire una cultura aziendale improntata alla legalità e alla trasparenza. In un’epoca in cui la reputazione aziendale è un asset cruciale e la responsabilità penale può colpire direttamente il vertice imprenditoriale, investire in una consulenza penalistica continua e strutturata rappresenta una scelta di lungimiranza. Non solo per proteggere se stessi, ma anche per rafforzare la credibilità dell’impresa sul mercato, nei confronti di partner, investitori e stakeholder. L’importanza dell’avvocato penalista per l’imprenditore va ben oltre la difesa in tribunale. È un supporto tecnico, strategico e umano che contribuisce a orientare le decisioni aziendali, a ridurre i rischi legali e a garantire la continuità e la legalità dell’attività d’impresa. In un mondo sempre più regolamentato e interconnesso, l’avvocato penalista diventa un partner imprescindibile per chi vuole fare impresa con serietà e responsabilità.
Bancarotta fraudolenta e codice della crisi d’impresa
Pubblicato su IUSTLABBANCAROTTA FRAUDOLENTA E CODICE DELLA CRISI D’IMPRESA La disciplina dell'art. 322 prevista dal Codice della crisi di impresa, D.Lgs. n. 12 gennaio 2019, n. 14, è in vigore dal 1 luglio 2022, per quanto previsto dall'art. 389, comma 1, del medesimo decreto, come modificato dall'art. 42, comma 1, lett. a) del D.L. 30 aprile 2022, n. 36, convertito con modificazioni dalla L. 29 giugno 2022, n. 79. La Corte di Cassazione (Cass. Pen. Sez. V. Sentenza n. 33810/2023) ha ribadito come la nuova disposizione incriminatrice, che reca la medesima rubrica "Bancarotta fraudolenta", replica le stesse condotte già previste nell'art. 216 L. Fall., cosicché l'unico elemento innovativo è di natura lessicale e attiene all'uso dei termini "fallito" e "fallimento", che vengono sostituiti con il riferimento a "l'imprenditore dichiarato in liquidazione giudiziale" e "liquidazione giudiziale", nonché alla modifica della disciplina delle pene accessorie fallimentari, conseguente alla sentenza della Corte Costituzionale, n. 222/2018, che già aveva prodotto i suoi effetti sostanziali. D'altro canto, è stato correttamente osservato in dottrina come il principio di continuità fra le fattispecie criminose, prefissato dall'art. 2, comma 1, lett. a), L. 155 del 2017, è rifluito nella previsione dell'art. 349 del Codice della crisi che stabilisce con norma generale: " 1. Nelle disposizioni normative vigenti i termini "fallimento", "procedura fallimentare", "fallito" nonchè le espressioni dagli stessi termini derivate devono intendersi sostituite, rispettivamente, con le espressioni "liquidazione giudiziale", procedura di liquidazione giudiziale" e "debitore assoggettato a liquidazione giudiziale" e loro derivati, con salvezza della continuità delle fattispecie ". Proprio il riferimento alla "salvezza della continuità delle fattispecie" viene anche declinato attraverso la disciplina dell'art. 390, comma 3, del Codice della crisi, che prevede che in relazione alle procedure a trattarsi con la disciplina della legge fallimentare, " quando...sono commessi i fatti puniti dalle disposizioni penali del titolo sesto del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, nonchè della sezione terza del capo II della L. 27 gennaio 2012, n. 3, ai medesimi fatti si applicano le predette disposizioni ". In sostanza, il legislatore del Codice della crisi per sgombrare il campo da equivoci, pur a fronte, nel caso in esaminato dalla Cassazione relativo agli artt. 216 L. Fall. e 322 Codice della crisi, di precetti e sanzioni assolutamente identici, comunque prevede che debba, per i fatti anteriori alla vigenza dell'art. 322, continuare ad applicarsi la disciplina dell'art. 216 L. Fall. Va evidenziato come neanche il mutamento quanto al profilo civilistico della disciplina ha rilievo, in quanto la sentenza dichiarativa di fallimento fa stato in sede penale e risulta immutata in assenza di esplicite previsioni normative in senso opposto. Quanto alle ricadute penali delle modifiche in sede civile, va inoltre richiamato l'autorevole intervento che ha consolidato in modo definitivo il principio per cui il giudice penale, investito del giudizio relativo a reati di bancarotta ex artt. 216 e seguenti R.D. 16 marzo 1942, n. 267, non può sindacare la sentenza dichiarativa di fallimento, quanto al presupposto oggettivo dello stato di insolvenza dell'impresa e ai presupposti soggettivi inerenti alle condizioni previste per la fallibilità dell'imprenditore. Il caso era proprio relativo a una modifica della disciplina dei presupposti per la dichiarazione di fallimento, apportata all'art. 1 R.D. n. 267 del 1942 dal D.Lgs. n. 9 gennaio 2006, n. 5 e dal D.Lgs. n. 12 settembre 2007, n. 169, che le Sezioni Unite chiarirono non avere alcuna influenza ai sensi dell'art. 2 c.p. sui procedimenti penali in corso (Sez. U, n. 19601 del 28/02/2008, Niccoli, Rv. 239398 - 01; Sez. 5, n. 21920 del 15/03/2018, Sebastianutti, Rv. 273188 - 01; Sez. 5, n. 9279 del 08/01/2009, Carottini, Rv. 243160 - 01). Pertanto, in tema di bancarotta fraudolenta, sussiste piena continuità normativa fra la previsione dell'art. 216 L. Fall. e l'art. 322 del Codice della crisi e dell'insolvenza di impresa (D.Lgs. n. 12 gennaio 2019, n. 14) in vigore dal 1 luglio 2022, per quanto previsto dall'art. 389, comma 1, del medesimo decreto, come modificato dall'art. 42, comma 1, lett. a) del D.L. 30 aprile 2022, n. 36, convertito con modificazioni dalla L. 29 giugno 2022, n. 79., per l'identità della formulazione delle due norme incriminatrici, al netto di non rilevanti, in sede penale, aggiornamenti lessicali e la disciplina antecedente, da applicarsi ai sensi della disciplina transitoria dell'art. 390, comma 3, Codice della crisi, in ordine a tutti i casi in cui vi sia stata dichiarazione di fallimento, non determina alcun trattamento deteriore, rilevante ai fini dell'art. 2 c.p.. Avv. Emanuele Crozza
Processo Thyssenkrupp
Corte d'Assise di TorinoL'Avvocato Emanuele Crozza ha rappresentato i famigliari di una delle vittime nel processo Thyssenkrupp.
Processo alla movida torinese
La reazione dei gestori dei locali sull'inchiesta penale che li vede indagatiL'Avvocato Emanuele Crozza assiste il gestore di uno dei locali coinvolti nell'indagine della Procura della Repubblica di Torino sulla movida Torinese
False denunce di maltrattamenti sul posto di lavoro
SALA ZUCCARI-PALAZZO GIUSTINIANI-SENATO DELLA REPUBBLICA - 3/2024**Violenza di genere e strumentalizzazione delle denunce: il ruolo cruciale dell’avvocato penalista nella tutela dei diritti** Nonostante i progressi normativi e culturali degli ultimi decenni, la parità di genere nel nostro Paese è ancora lontana dall’essere una realtà consolidata. La violenza di genere rappresenta una piaga profonda, che colpisce in modo trasversale e che richiede l’intervento deciso delle istituzioni. Quando il fenomeno assume contorni gravi, è giusto e doveroso che lo Stato si doti di strumenti giuridici incisivi per proteggere le vittime e punire i responsabili. Tuttavia, proprio la forza di questi strumenti comporta un elevato rischio di abuso se non applicati con equilibrio, attenzione e rispetto per le garanzie costituzionali. Uno degli aspetti più delicati e insidiosi è il crescente fenomeno delle denunce strumentali, cioè presentate non per ottenere giustizia, ma per fini diversi: vantaggi in sede civile, vendette personali, pressioni in ambito familiare o lavorativo. Tali condotte non solo minano l’efficacia dell’intero sistema, ma rischiano di danneggiare anche le vittime vere, quelle che subiscono abusi, maltrattamenti, violenze psicologiche o fisiche e che, proprio a causa dell’inflazione delle denunce infondate, vedono rallentata o compromessa la possibilità di ottenere tutela in tempi brevi. In questo contesto complesso e a tratti contraddittorio, il ruolo dell’avvocato penalista si rivela essenziale, anzi decisivo. L’avvocato penalista, infatti, non è solo un tecnico del diritto, ma un garante dei diritti fondamentali della persona, in qualunque posizione processuale essa si trovi: parte offesa o imputato, persona offesa da un reato o soggetto ingiustamente accusato. Il suo compito è quello di analizzare con rigore le prove, vigilare sul rispetto delle garanzie procedurali e contrastare gli abusi del diritto penale, che rischia di trasformarsi – se mal utilizzato – da strumento di giustizia a mezzo di sopraffazione. Quando si parla di denunce per maltrattamenti, stalking o violenza sessuale, è necessario un approccio prudente e scrupoloso, in grado di distinguere le denunce fondate da quelle pretestuose. Il sistema penale, per sua natura, ha un impatto devastante sulla vita dell’indagato: basti pensare all’immediata attivazione di misure cautelari personali (come l’allontanamento dalla casa familiare o il divieto di avvicinamento), alla perdita del lavoro, alla stigmatizzazione sociale, alle conseguenze sulle relazioni familiari e sull’affidamento dei figli. In questi scenari, l’avvocato penalista svolge una funzione fondamentale per ristabilire l’equilibrio tra le esigenze di tutela delle vittime e il rispetto della presunzione di innocenza dell’imputato. È compito del difensore verificare l’attendibilità delle dichiarazioni accusatorie, richiedere gli atti di indagine, sollevare eccezioni sulle modalità di raccolta delle prove, presentare memorie difensive e, se necessario, denunciare eventuali abusi del processo. Allo stesso tempo, l’avvocato penalista è una figura centrale anche per le vittime vere di violenza, che spesso hanno paura di denunciare, temono ripercussioni o non conoscono i propri diritti. In questi casi, il penalista può offrire una guida consapevole, aiutando la persona offesa a presentare una denuncia circostanziata, ad accedere alle misure di protezione e a partecipare attivamente al procedimento penale come parte civile. Solo attraverso un’assistenza qualificata è possibile spezzare il silenzio e trasformare il dolore in giustizia. Non bisogna dunque dimenticare che la violenza va sempre combattuta, ma con strumenti giusti, equi e bilanciati. Chi è realmente vittima deve essere ascoltato, protetto, tutelato, ma chi è oggetto di un’accusa infondata deve poter contare su una difesa seria, competente e pronta a reagire. Il processo penale non è un campo di battaglia tra ideologie o un’arena per vendette personali: è lo strumento più importante per accertare i fatti nel rispetto delle regole e dei diritti di tutti. In definitiva, l’avvocato penalista rappresenta una figura di garanzia non solo per il singolo assistito, ma per l’intero sistema democratico. In una società dove la lotta alla violenza di genere è e deve restare una priorità, è necessario vigilare affinché la giustizia non si trasformi in ingiustizia, e affinché nessuno venga privato della possibilità di essere ascoltato, compreso, difeso. Senza una difesa forte, autonoma e libera, anche le migliori leggi rischiano di diventare strumenti di potere anziché mezzi di tutela.
Guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti: ASSOLUZIONE
Sentenza Tribunale di Torino Luglio 2024L’art. 187 C.d.S. punisce il soggetto che si mette alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, prevedendo tra l’altro la revoca della patente nel caso in cui lo stesso soggetto abbia causato un incidente. Se le indagini tossicologiche (esami del sangue/urine) risultano NON NEGATIVE, gli operatori inviano alla compente Procura della Repubblica la notizia di reato. Il nuovo articolo 187 del Codice della Strada: novità e criticità della riforma 2024 Con l’entrata in vigore della Legge 25 novembre 2024, n. 177, l’articolo 187 del Codice della Strada ha subito una riforma sostanziale. La nuova formulazione della norma, rubricata “Guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti”, ha modificato in profondità l'impostazione originaria, che faceva riferimento alla guida in stato di alterazione psicofisica. Le novità introdotte hanno sollevato ampio dibattito tra giuristi, operatori della polizia stradale e associazioni a tutela dei diritti individuali, sia per le modalità di accertamento previste, sia per la presunzione di colpevolezza che la norma sembrerebbe introdurre. Le modifiche principali: l’oggettivazione del reato La novità più importante riguarda il superamento del requisito soggettivo dell’alterazione. In precedenza, affinché la condotta fosse penalmente rilevante, era necessario accertare lo stato di alterazione psicofisica del conducente derivante dall’assunzione di sostanze stupefacenti. Questo elemento veniva desunto attraverso comportamenti sintomatici e confermato tramite accertamenti clinici o tossicologici. Con la riforma, invece, è sufficiente che il conducente risulti positivo al test tossicologico, anche in assenza di sintomi evidenti. Non rileva più l’effettiva compromissione delle capacità psico-fisiche al momento della guida: la mera positività a sostanze proibite viene ora equiparata, sotto il profilo sanzionatorio, a uno stato di alterazione. Le nuove modalità di accertamento La legge del 2024 introduce strumenti di controllo più rapidi e meno invasivi: • Adozione sistematica di test salivari rapidi; • Successivo prelievo di campioni biologici (sangue e/o urine) per la conferma di laboratorio; • Possibilità di procedere agli accertamenti anche in assenza di sintomi o comportamenti sospetti, specie in caso di sinistro o gravi infrazioni. Il conducente ha diritto a farsi assistere da un legale, ma la tempistica dei controlli rende talvolta difficile esercitare effettivamente tale diritto. Le sanzioni Il nuovo articolo 187 prevede pene severe: • Ammenda da 1.500 a 6.000 euro; • Arresto da 6 mesi a 1 anno; • Sospensione della patente da 1 a 2 anni, raddoppiata se il veicolo non appartiene al conducente; • Revoca della patente in caso di incidente provocato; • Sanzioni aggravate per neopatentati, conducenti professionali e recidivi. Il rifiuto di sottoporsi agli accertamenti comporta le stesse pene previste per l'accertamento positivo. Critiche alla nuova disciplina Presunzione di colpevolezza La principale obiezione riguarda il rischio di automatismo sanzionatorio. La nuova impostazione del reato, che prescinde dallo stato di alterazione effettiva, potrebbe violare il principio di colpevolezza (art. 27, comma 1, Cost.). La mera positività ai metaboliti di sostanze stupefacenti non dimostra né un’effettiva alterazione né pericolosità alla guida. Ambiguità sui limiti oggettivi A differenza dell’alcol, per cui il Codice prevede limiti oggettivi, per le droghe mancano soglie chiare che distinguano l’assunzione recente dalla mera presenza nel sangue, esponendo il conducente a valutazioni discrezionali. Tutela del diritto alla difesa Le modalità di accertamento rapide pongono problemi rispetto al diritto alla difesa (art. 24 Cost.), specie per la difficoltà di farsi assistere da un avvocato durante i prelievi. Profilo sanitario e privacy L’obbligo di sottoporsi a test biologici può configurare un trattamento sanitario obbligatorio. In assenza di sintomi, il prelievo forzato potrebbe violare l’articolo 32 della Costituzione. Anche la gestione dei dati personali deve rispettare le normative sulla privacy. L'intervento del Tribunale di Pordenone Con ordinanza dell’8 aprile 2025, il GIP del Tribunale di Pordenone ha sollevato questione di legittimità costituzionale sull'art. 1 della Legge 177/2024, nella parte in cui ha modificato l’art. 187 CdS eliminando il riferimento allo “stato di alterazione psico-fisica”. Secondo il giudice, la norma potrebbe violare: • L'art. 3 Cost., per contrasto con i principi di ragionevolezza e proporzionalità; • L'art. 25, comma 2, Cost., per indeterminatezza della fattispecie penale. Il giudice ha evidenziato il rischio di punire condotte non effettivamente pericolose per la sicurezza stradale, a causa della sola positività tossicologica. Precedenti giurisprudenziali La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2020/2025, ha già espresso perplessità sulla riforma, sottolineando l’importanza di accertare l’effettiva alterazione per configurare il reato. La Corte ha ribadito che i test tossicologici devono essere interpretati alla luce delle condizioni del soggetto, per evitare automatismi sanzionatori. Conclusioni La riforma dell’art. 187 CdS risponde all’esigenza di contrastare la guida sotto l’influenza di droghe, ma rischia di compromettere importanti principi costituzionali. La decisione della Corte Costituzionale, sollecitata dal Tribunale di Pordenone, sarà decisiva per chiarire se la nuova disciplina sia compatibile con il nostro ordinamento. Nell'attesa, appare necessario un bilanciamento più equilibrato tra tutela della sicurezza e garanzie individuali. Contattare immediatamente l'avvocato penalista. Solitamente il PM richiede ed ottiene un Decreto Penale di condanna al quale, se si ritiene di non essersi messi alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, è possibile fare opposizione entro 15 giorni dalla notifica. Se, invece, il PM procede con la notifica dell’avviso ex art 415 bis cpp, è possibile chiedere di essere sentiti entro 20 giorni dalla notifica, sempre se si ritiene di non essersi messi alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti Infatti la Corte di Cassazione IV sezione penale con la sentenza n.7199 del 2024 ribadito il principio secondo cui, ai fini della configurabilità del reato di cui all’art 187 C.d.S., non è sufficiente che l'agente si sia posto alla guida del veicolo subito dopo aver assunto droghe, ma è necessario che egli abbia guidato in stato di alterazione causato da tale assunzione (Sez. 4, n. 41376 del 18/7/2018, Basso, Rv. 274712-01; n. 15078 del 17/1/2020, Gentilini, Rv. 279140, in cui, in motivazione la Corte ha chiarito che, diversamente dall'ipotesi di guida sotto l'effetto di alcool, la mera alterazione non è punibile, se non derivante dall'uso di sostanza, né è punibile il semplice uso non accompagnato da alterazione.
Il codice rosso
STUDIO CATALDI AREA FORMAZIONE - AMI - 10/2023Con il termine codice rosso si intende un pacchetto di norme entrate in vigore nel 2019 in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, pacchetto di norme che prevede un inasprimento delle sanzioni, dei nuovi reati nonché delle modifiche alle procedure per cercare di garantire più tutela alle vittime. Tra i temi che noi avvocati abbiamo dovuto affrontare maggiormente ci sono la sospensione condizionale della pena, l’aggravamento delle sanzioni e la sospensione dell’ordine di carcerazione. Nel mio intervento ho anche parlato del problema delle c.d. denunce strumentali. Il rischio che siano presentate denunce "false" a fini prettamente strumentali è concreto e tutti gli operatori devono vigilare affinché non ci siano condanne ingiuste. Le questioni economiche così come le dispute sui figli e/o altri rancori tra le parti non devono in alcun modo influenzare l'accertamento degli accadimenti.
Criminologia e scienze forensi
Studio Cataldi Area Formazione - 5/2025Criminologia, scienze forensi e il ruolo centrale dell’avvocato penalista: una sinergia indispensabile nella giustizia penale L'avvocato penalista Emanuele Crozza sarà docente nel master in criminologia e scienze forensi organizzato dallo Studio Cataldi. Nel panorama della giustizia penale contemporanea, l’intreccio tra criminologia, scienze forensi e diritto penale rappresenta una delle evoluzioni più significative del sistema investigativo e processuale. Queste discipline, seppur autonome nella loro identità teorica e operativa, trovano sempre più spesso un terreno comune nella prassi giudiziaria. In questo contesto, il ruolo dell’avvocato penalista assume una rilevanza decisiva, configurandosi come il ponte tra la scienza applicata e il diritto, tra il dato empirico e la garanzia processuale. È proprio su questi temi che si articolerà il Master in Criminologia e Scienze Forensi organizzato da Studio Cataldi – Area Formazione, un’importante iniziativa formativa che riunisce professionisti del settore, esperti, docenti universitari e operatori della giustizia. Tra i relatori e docenti del master, avrà l’onore di essere presente anche l’Avvocato penalista Emanuele Crozza. Criminologia e scienze forensi: discipline complementari al diritto La criminologia è lo studio scientifico del crimine, dei comportamenti devianti e delle risposte sociali e istituzionali a tali comportamenti. Si tratta di una disciplina multidisciplinare che coinvolge elementi di sociologia, psicologia, antropologia e diritto. Le sue applicazioni spaziano dalla prevenzione del crimine all’analisi del profilo criminale, dalla valutazione del rischio di recidiva fino alla comprensione dei fenomeni devianti all’interno del contesto sociale. Le scienze forensi, invece, comprendono l’insieme delle discipline scientifiche applicate alle indagini giudiziarie. Chimica, biologia, genetica, balistica, informatica forense e medicina legale sono solo alcune delle branche che, attraverso metodi empirici e protocolli scientifici, consentono di raccogliere, analizzare e interpretare le prove materiali di un crimine. Insieme, criminologia e scienze forensi rappresentano un supporto insostituibile all'accertamento della verità nel processo penale. Tuttavia, affinché queste conoscenze possano avere reale incidenza nel procedimento, è fondamentale il ruolo di chi ha la competenza di tradurre il dato scientifico in strumento giuridico: l’avvocato penalista. Il ruolo dell’avvocato penalista tra scienza e diritto L’avvocato penalista, lungi dall’essere un semplice interprete del codice, è oggi una figura che deve possedere competenze trasversali. La padronanza delle tecniche processuali deve necessariamente integrarsi con una solida conoscenza dei metodi di analisi forense e dei fondamenti della criminologia. Questo per una serie di motivi essenziali: 1. Valutazione delle prove scientifiche: l'avvocato deve essere in grado di leggere una perizia balistica, comprendere un esame autoptico, contestare l’attendibilità di un test tossicologico o l’efficacia di un accertamento tecnico sul DNA. 2. Collaborazione con consulenti tecnici: per impostare una linea difensiva efficace, il penalista deve poter interagire con esperti forensi, formulare quesiti pertinenti, individuare lacune o criticità negli accertamenti dell’accusa. 3. Costruzione della strategia difensiva: in molti casi, la strategia difensiva si fonda proprio sull’analisi scientifica delle prove. La conoscenza delle scienze forensi permette all’avvocato di impugnare il dato probatorio sul piano metodologico e non solo formale. 4. Tutela dei diritti dell’imputato: l’impiego di tecnologie e tecniche investigative sempre più invasive impone un controllo giuridico rigoroso, che solo l’avvocato può esercitare. La garanzia del contraddittorio, il rispetto della riservatezza, la correttezza nell’acquisizione della prova sono tutti ambiti in cui la vigilanza del difensore è determinante. In quest’ottica, la formazione dell’avvocato penalista deve evolversi, includendo moduli specialistici dedicati proprio alla criminologia e alle scienze forensi. Ed è esattamente questo l’obiettivo del Master promosso da Studio Cataldi, che rappresenta una risposta concreta a questa esigenza formativa. Il contributo dell’Avvocato penalista al Master in Criminologia e Scienze Forensi La partecipazione dell’avvocato penalista come docente al Master in Criminologia e Scienze Forensi è un segnale forte dell’approccio interdisciplinare che il programma intende promuovere. Con una consolidata esperienza nelle aule di tribunale e una profonda conoscenza delle dinamiche processuali l’avvocato penalista porterà ai partecipanti uno sguardo privilegiato sul rapporto tra il diritto penale e le scienze applicate. Tra i temi che si affronteranno, vi saranno: • La prova scientifica nel processo penale: criteri di ammissibilità, valutazione critica, tecniche di contestazione. • La collaborazione tra difesa e consulente tecnico: analisi di casi pratici e simulazioni. • La criminologia forense al servizio della difesa: come utilizzare le teorie criminologiche nella costruzione dell’arringa e nell’interpretazione dei comportamenti dell’imputato o delle parti coinvolte. • Casi giurisprudenziali emblematici in cui le prove scientifiche sono state decisive e hanno segnato il destino processuale dell’imputato. Il valore aggiunto di un avvocato penalista all’interno di un percorso formativo di questo tipo è duplice: da un lato, offre agli studenti una visione concreta e pragmatica dell’applicazione delle conoscenze scientifiche al processo; dall’altro, contribuisce a sensibilizzare la comunità forense sull’importanza di un aggiornamento continuo e consapevole. Nel mondo della giustizia penale del XXI secolo, la separazione tra diritto e scienza non è più sostenibile. Criminologia, scienze forensi e diritto devono dialogare costantemente, in una sinergia che ha come obiettivo ultimo non solo l’accertamento della verità, ma la tutela dei diritti e delle garanzie processuali. In questo processo, l’avvocato penalista non è un mero spettatore, ma un protagonista. Formarsi, aggiornarsi, comprendere la scienza per meglio difendere: questa è la nuova missione del penalista moderno. Il Master in Criminologia e Scienze Forensi dello Studio Cataldi, con la partecipazione di professionisti come l’Avv. Emanuele Crozza, rappresenta una preziosa opportunità per costruire il futuro della difesa penale su basi sempre più solide, consapevoli e interdisciplinari.
Parita' di genere, vantaggi per le aziende
GAZZETTA DEL SUD - 12/2023Purtroppo siamo ben lontani dall’avere culturalmente una parità di genere. Quando il problema è grave giustamente lo Stato si munisce di armi forti, però le armi forti sono pericolose e vanno usate con molta cautela. Il problema nel problema rischia di essere l’abuso di queste armi, e mi riferisco alle denunce paventate o presentate a fini prettamente strumentali. Denunce e richieste di aiuto fondate rischiano di non avere risposte o di non avere risposte in tempi brevi, anche a causa di questo fenomeno. Non bisogna assolutamente dimenticare chi è vittima di denunce e rivendicazioni strumentali e condannare chi utilizza in modo scorretto le armi che giustamente lo stato fornisce alle vere vittime. Chi è vittima deve trovare il coraggio di denunciare perché solamente uscendo dal silenzio si può combattere la violenza di genere, ma chi è ingiustamente accusato deve trovare la forza di difendersi.
Perizia psichiatrica per il giovane che ha ucciso la madre
La difesa nomina il Prof. Meluzzi consulente di parteL'Avvocato Emanuele Crozza ha assistito, con l'ausilio del consulente tecnico di parte Prof. Alessandro Meluzzi di Torino, un giovane accusato di aver ucciso la madre. La vicenda si concluse con l'assoluzione dell'imputato.
Adescamento di minori: ASSOLUZIONE
Sentenza Tribunale di Torino Maggio 2024Dopo quattro anni e si è concluso con un assoluzione il processo ad un pakistano accusato di adescamento di minori sui social per uno scambio d'identità virtuale. Tutto inizia nel 2021 quando dei ragazzini torinesi, tramite i genitori, denunciano quanto accaduto durante una diretta su Instagram dedicata a una influencer. Al gruppo da loro creato e aperto al pubblico, una sera si aggiunge un profilo che risponde al nome e al cognome dell'indagato, che dimora fuori dal Piemonte e all'epoca dei fatti viveva in una comunità per stranieri. Difeso dall'avvocato Emanuele Crozza, l'uomo è stato assolto dal tribunale di Torino per non aver commesso il reato. Dietro lo schermo del cellulare si nascondeva un'altra persona (non rintracciata) che ha tentato un approccio scon i ragazzini All'origine del raggiro c'è un uso non personale dei cellulari all'interno della comunità dove l'indagato all'arrivo si era intestato un telefono e poi lo aveva ceduto agli altri ospiti. Grazie alla testimonianza di un operatore si è dimostrato che nel centro i dispositivi sono utilizzati da più persone e dunque che l'utenza telefonica e relativi social non erano più collegabili direttamente all'imputato.
Il sistema di certificazione della parita' di genere: i vantaggi per le aziende
CONFINDUSTRIA REGGIO CALABRIA - 12/2023Purtroppo siamo ben lontani dall’avere culturalmente una parità di genere. Quando il problema è grave giustamente lo Stato si munisce di armi forti, però le armi forti sono pericolose e vanno usate con molta cautela. Il problema nel problema rischia di essere l’abuso di queste armi, e mi riferisco alle denunce paventate o presentate a fini prettamente strumentali. Denunce e richieste di aiuto fondate rischiano di non avere risposte o di non avere risposte in tempi brevi, anche a causa di questo fenomeno. Non bisogna assolutamente dimenticare chi è vittima di denunce e rivendicazioni strumentali e condannare chi utilizza in modo scorretto le armi che giustamente lo stato fornisce alle vere vittime. Chi è vittima deve trovare il coraggio di denunciare perché solamente uscendo dal silenzio si può combattere la violenza di genere, ma chi è ingiustamente accusato deve trovare la forza di difendersi.
Pedofilo per colpa di internet: ARCHIVIAZIONE
Scarica illegalmente un film d'avventura. Nel suo pc arriva un porno con bambiniL'avvocato Emanuele Crozza ha assistito un ragazzo che inconsapevolmente aveva scaricato sul suo PC un film pedopornografico. La vicenda si chiarì durante le indagini grazie anche alle perizie informatiche che choarirono tecnicamente cosa era successo.
Cause bond Argentina
TORINO 2005L'avvocato Emanuele Crozza è stato uno dei primi avvocati ad interessarsi del problema dei c.d. "tangobond". Moltissimi investitori avevano investito in titoli di Stato argentini, diventati poco più di carta straccia dopo la crisi economica del Paese sudamericano. L'avv. Emanuele Crozza rappresentò diversi di questi "risparmiatori traditi", aiutandoli a far valere i propri diritti nei confronti delle banche. Investimenti finanziari e risparmio tradito: tra trappole del mercato e tutela del risparmiatore 1. Introduzione L’investimento finanziario è una pratica antica quanto il concetto stesso di risparmio. In una società moderna, dove l’accumulo e la protezione del patrimonio personale rappresentano un obiettivo comune a milioni di cittadini, l’investimento appare come lo strumento naturale attraverso cui far fruttare il denaro. Tuttavia, il passaggio dal risparmio all’investimento comporta una serie di rischi che, se non adeguatamente conosciuti e gestiti, possono trasformare una speranza di rendimento in un dramma personale ed economico. È in questo contesto che si parla di risparmio tradito: una locuzione che sintetizza la condizione di chi ha investito con fiducia, spesso mal riposta, e si è ritrovato vittima di pratiche scorrette, informazioni fuorvianti o veri e propri raggiri. Il fenomeno del risparmio tradito è diventato tristemente noto negli ultimi vent'anni, anche a seguito di alcuni eclatanti crack finanziari e bancari (come Parmalat, Cirio, Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca, e altri), che hanno coinvolto migliaia di piccoli investitori. Ma al di là delle grandi crisi, il tradimento del risparmio è spesso un evento silenzioso, che si consuma nel rapporto quotidiano tra risparmiatore e consulente finanziario, nel momento in cui si firma un modulo di sottoscrizione senza comprenderne appieno i contenuti. In questo lungo approfondimento analizzeremo: le forme più comuni di investimento e i rischi correlati; le principali situazioni in cui si parla di risparmio tradito; le responsabilità delle banche e degli intermediari; i profili giuridici rilevanti; il ruolo dell’avvocato e della tutela giudiziaria del risparmiatore. 2. Le principali forme di investimento e la fiducia nel sistema finanziario 2.1 Il panorama degli strumenti finanziari Il mercato offre una vasta gamma di prodotti finanziari, alcuni semplici e altri estremamente complessi. I risparmiatori possono scegliere tra: Titoli di Stato (BOT, BTP, CCT): considerati a basso rischio, ma con rendimenti contenuti. Obbligazioni bancarie o corporate: che prevedono un interesse fisso o variabile, ma sono soggette al rischio di insolvenza dell’emittente. Azioni: strumenti ad alto rischio e alto rendimento, il cui valore dipende dall’andamento della società. Fondi comuni d’investimento: gestiti da società specializzate, che diversificano il portafoglio ma comportano costi di gestione. Polizze assicurative a contenuto finanziario (unit linked): prodotti ibridi che spesso nascondono costi elevati. Derivati: contratti altamente speculativi, inadatti ai risparmiatori non professionali. 2.2 L’asimmetria informativa Il mondo della finanza è tecnicamente complesso e caratterizzato da una forte asimmetria informativa tra chi offre i prodotti (banche, intermediari, promotori) e chi li sottoscrive (i risparmiatori). Questo squilibrio di conoscenze rende il risparmiatore vulnerabile, in particolare quando mancano trasparenza, correttezza o quando l’interesse commerciale prevale su quello del cliente. 3. Risparmio tradito: quando l’investimento diventa inganno 3.1 Il tradimento della fiducia Il concetto di risparmio tradito non riguarda solo la perdita economica. Coinvolge una dimensione più profonda: quella della fiducia. Chi si affida a un consulente bancario si aspetta che questi agisca nell’interesse del cliente, non che proponga prodotti rischiosi o illiquidi pur di raggiungere obiettivi di budget. Il tradimento del risparmio si manifesta quando: i prodotti finanziari sono collocati senza adeguata profilazione; non si spiega chiaramente il rischio dell’investimento; si vendono titoli illiquidi come se fossero facilmente rivendibili; si omette di informare su precedenti default, downgrade o situazioni di crisi dell’emittente. 3.2 I casi emblematici: dalle obbligazioni subordinate ai diamanti da investimento Negli anni si sono moltiplicati i casi di risparmio tradito, tra cui: Obbligazioni subordinate vendute a clienti inconsapevoli del fatto che in caso di default avrebbero perso tutto. Azioni di banche popolari collocate presso i correntisti, poi azzerate a seguito di operazioni di salvataggio. Fondi speculativi collocati presso clienti con profili di rischio basso. Diamanti da investimento, venduti a prezzi gonfiati da banche e società compiacenti, poi rivelatisi illiquidi e svalutati. Tutti questi episodi hanno un minimo comune denominatore: l’inganno informativo, spesso mascherato da linguaggio rassicurante o eccessiva fiducia nella relazione personale con il promotore finanziario. 4. Le responsabilità giuridiche degli intermediari 4.1 L’obbligo di diligenza, correttezza e trasparenza Secondo il Testo Unico della Finanza (TUF) e il Regolamento Consob, gli intermediari finanziari devono comportarsi con: diligenza: agendo con professionalità e prudenza; correttezza: evitando pratiche scorrette o scorciatoie commerciali; trasparenza: informando il cliente in modo chiaro e completo. L’art. 21 del TUF impone che gli intermediari si astengano dal consigliare prodotti inadeguati, valutando preventivamente il profilo MIFID del cliente (esperienza, conoscenza, obiettivi, propensione al rischio). 4.2 La responsabilità contrattuale ed extracontrattuale Quando il risparmiatore subisce un danno a causa di violazioni di questi obblighi, si apre la possibilità di agire in giudizio. Le forme di responsabilità giuridica sono: contrattuale (art. 1218 c.c.): per inadempimento degli obblighi derivanti dal contratto di investimento o consulenza. extracontrattuale (art. 2043 c.c.): se il comportamento dell’intermediario ha causato un danno ingiusto. In entrambi i casi, il risparmiatore può chiedere il risarcimento del danno patrimoniale subito, eventualmente anche del danno morale se dimostra lo sconvolgimento della propria vita familiare o personale. 5. Il ruolo dell’avvocato nella tutela del risparmiatore truffato 5.1 Dalla ricostruzione dei fatti all’azione giudiziaria Il risparmiatore che ritiene di aver subito un danno si trova spesso disorientato. I documenti firmati sono tecnici, i moduli complessi, le telefonate non registrate. Il ruolo dell’avvocato esperto in diritto bancario e finanziario diventa cruciale per: esaminare tutta la documentazione contrattuale; valutare la correttezza della profilazione MIFID; verificare l’adeguatezza dell’investimento rispetto al profilo di rischio; ricostruire eventuali condotte scorrette (omissioni, pressioni, false rassicurazioni); agire per il risarcimento del danno, in sede civile o – se vi sono ipotesi di reato – anche penale. 5.2 Le vie della giustizia: arbitrato, mediazione e contenzioso Oltre al classico ricorso in sede civile, il risparmiatore può avvalersi di: ACF (Arbitro per le Controversie Finanziarie): organo istituito presso Consob, competente per controversie fino a 500.000 euro, con decisioni vincolanti per l’intermediario ma non per il cliente. Arbitro Bancario Finanziario (ABF): per controversie tra clienti e intermediari su servizi bancari e finanziari. Mediazione civile: obbligatoria per le controversie bancarie prima di adire il giudice. 6. Profili penali del risparmio tradito: truffa, abusivismo, falso In alcuni casi, le condotte degli intermediari travalicano l’ambito civile e assumono rilievo penale. Le fattispecie più frequenti sono: truffa contrattuale (art. 640 c.p.): quando l’intermediario induce il cliente a investire con artifici o raggiri. abuso di relazioni d’ufficio (art. 61 n. 9 c.p.): se il venditore approfitta del rapporto fiduciario con il cliente. omessa vigilanza o violazione della normativa MIFID: se sussistono elementi per configurare un dolo. truffa aggravata in danno di soggetti deboli (anziani, soggetti con basso livello di istruzione). false comunicazioni sociali da parte dell’emittente, in caso di collocamento di titoli di società in crisi. L’assistenza dell’avvocato penalista è fondamentale quando si intende procedere con denuncia-querela o quando l’azione risarcitoria si affianca a un procedimento penale già in corso. 7. Il risparmio tradito nella giurisprudenza: orientamenti consolidati 7.1 La Cassazione e l’obbligo di informazione La Corte di Cassazione ha più volte affermato che l’intermediario ha un obbligo rafforzato di informazione nei confronti del cliente, soprattutto se non qualificato. Tra le pronunce più rilevanti: Cass. Civ., Sez. I, 16 marzo 2018, n. 6566: la banca è responsabile se non dimostra di aver fornito informazioni chiare e comprensibili. Cass. Civ., Sez. III, 15 novembre 2016, n. 23241: il risparmiatore non ha l’obbligo di comprendere la complessità tecnica del prodotto, è onere dell’intermediario assicurarsi che sia compreso. Cass. Civ., Sez. I, 3 dicembre 2021, n. 38389: il mancato rispetto del questionario MIFID integra inadempimento contrattuale. 7.2 Il principio di adeguatezza Numerose sentenze hanno ribadito che l’investimento deve essere adeguato al profilo del cliente, e che la banca non può limitarsi a far firmare i moduli precompilati. La prova del corretto adempimento dell’obbligo informativo grava sull’intermediario, non sul cliente. 8. Conclusioni: verso un nuovo equilibrio tra finanza e tutela Il risparmio è un bene costituzionalmente protetto (art. 47 Cost.), e come tale merita una tutela effettiva, reale e accessibile. Il mondo degli investimenti non deve essere una giungla dove il più esperto sopraffà il più debole, ma un ambito trasparente, regolato e responsabile.
Sicurezza dei lavoratori
Responsabilità Penale - 10/2008Nei locali del centro incontri della settima Circoscrizione del Comune di Torino, di fronte ad una nutrita platea, si è tenuto un incontro moderato dal giornalista Antonio Lubrano, durante il quale ci si è confrontati su un tema molto delicato quale quello della sicurezza sul posto di lavoro. Tra i relatori anche l'Avvocato Emanuele Crozza ed Alessandro Meluzzi (psichiatra ed opinionista televisivo). Incidenti sul posto di lavoro: tragedie che si possono evitare? Il ruolo delicato dell’avvocato penalista che assiste i familiari delle vittime Ogni anno, in Italia, centinaia di persone perdono la vita sul posto di lavoro. Le cronache riportano con cadenza inquietante notizie di operai schiacciati da macchinari, caduti da impalcature instabili, folgorati da cavi elettrici non messi in sicurezza o intossicati da sostanze nocive in ambienti non adeguatamente ventilati. A ogni morte sul lavoro corrisponde una famiglia distrutta, che si trova improvvisamente a fare i conti con un dolore insanabile e con la necessità di affrontare un percorso giudiziario complesso, nel tentativo di ottenere giustizia. Questi eventi, spesso etichettati come “incidenti”, non sempre sono frutto del caso o della fatalità. Anzi, nella maggior parte dei casi si tratta di tragedie prevedibili e, soprattutto, evitabili. La legge impone agli imprenditori, ai datori di lavoro e ai dirigenti aziendali l’obbligo di adottare tutte le misure necessarie a garantire la sicurezza dei lavoratori: si tratta di un dovere non solo morale, ma giuridico, previsto dal Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs. 81/2008) e dalle norme del codice penale. Quando queste misure vengono ignorate o applicate con superficialità, le conseguenze possono essere fatali. L’impatto umano e sociale degli infortuni mortali La morte di un lavoratore non è mai solo un dato statistico: dietro ogni vittima c’è una storia, una famiglia, dei figli, una quotidianità spezzata. Le conseguenze psicologiche per i familiari sono devastanti, aggravate dal fatto che, molto spesso, le vittime erano persone giovani o in piena età lavorativa, che rappresentavano il perno economico e affettivo dell’intero nucleo familiare. Le famiglie, oltre a dover affrontare il lutto, si trovano improvvisamente in difficoltà economica e, cosa ancora più dolorosa, senza risposte. È in questo contesto difficile che emerge il ruolo dell’avvocato penalista: una figura essenziale, che rappresenta il primo punto di riferimento per chi, dopo una perdita tanto grave, vuole comprendere cosa sia realmente accaduto e se esistano responsabilità penali per l’accaduto. L’avvocato penalista non è solo un tecnico del diritto, ma un professionista capace di coniugare competenza giuridica e sensibilità umana. La sua missione, in questi casi, è duplice: da un lato garantire un’indagine rigorosa e imparziale, dall’altro affiancare i familiari nel difficile percorso verso la verità e la giustizia. Indagini penali e accertamento delle responsabilità Quando si verifica un infortunio mortale sul lavoro, la Procura della Repubblica apre un procedimento penale per verificare se vi siano responsabilità di tipo colposo a carico di datori di lavoro, dirigenti, responsabili della sicurezza o altri soggetti coinvolti. Le ipotesi di reato più frequenti sono l’omicidio colposo, spesso con l’aggravante della violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro (art. 589 c.p.), e le lesioni personali colpose gravi o gravissime (art. 590 c.p.). L’avvocato penalista che assiste i familiari della vittima ha un ruolo determinante fin dalle prime fasi del procedimento: può costituirsi parte civile, accedere agli atti, nominare consulenti tecnici di parte per analizzare la scena del sinistro, i macchinari coinvolti, le misure di prevenzione adottate o omesse. La sua azione contribuisce a garantire che l’indagine non si risolva in una semplice archiviazione o in un'accettazione passiva delle ricostruzioni fornite dalla controparte, ma che sia realmente orientata alla ricerca della verità. In molti casi, infatti, gli accertamenti tecnici sono complessi e richiedono conoscenze interdisciplinari (ingegneria, medicina del lavoro, dinamica degli infortuni). Il penalista esperto sa come coordinare un team di consulenti in grado di mettere in luce profili di colpa anche non immediatamente evidenti: mancata formazione del lavoratore, assenza di dispositivi di protezione, ritmi lavorativi imposti, omessa manutenzione degli impianti, assenza di vigilanza sul rispetto delle procedure. La tutela risarcitoria e il ruolo della parte civile Parallelamente all’accertamento penale, i familiari della vittima hanno diritto a un risarcimento del danno per la perdita subita. Costituendosi parte civile nel processo penale, l’avvocato penalista può chiedere che venga riconosciuto il danno patrimoniale (perdita del reddito del familiare deceduto) e quello non patrimoniale (danno morale, sofferenza, danno esistenziale). Spesso si tratta di cifre importanti, ma soprattutto di un riconoscimento formale e sostanziale del torto subito. Va ricordato che, anche in presenza di una copertura assicurativa (es. INAIL), il risarcimento pieno del danno può essere ottenuto solo attraverso un'azione mirata in sede giudiziaria. Il ruolo dell’avvocato penalista è dunque anche quello di negoziare con le compagnie assicurative, promuovere cause civili parallele, valutare eventuali transazioni e, quando necessario, portare la questione fino alla Cassazione per affermare un principio giuridico. Un equilibrio tra tecnica e umanità L’assistenza legale in questi casi non può ridursi alla mera gestione di un fascicolo: richiede empatia, ascolto e capacità di accompagnare la famiglia in un momento di estrema fragilità. Il difensore non è solo colui che traduce il dolore in atti giudiziari, ma anche una figura di fiducia, in grado di aiutare i familiari a orientarsi tra perizie, audizioni, interrogatori, tempi lunghi del processo e inevitabili difficoltà emotive. Non è raro, inoltre, che le famiglie si sentano sole, impotenti di fronte ad aziende strutturate, pronte a difendersi con ogni mezzo per evitare conseguenze economiche o reputazionali. In questi casi, l’avvocato penalista diventa un presidio di legalità, capace di riequilibrare il rapporto tra le parti e garantire che nessuno venga lasciato senza voce. Prevenzione e cultura della sicurezza: oltre la repressione Infine, il ruolo del penalista non si esaurisce nella gestione del processo. Chi conosce a fondo le dinamiche degli incidenti sul lavoro sa che molte di queste tragedie derivano da una cultura aziendale inadeguata, da scelte economiche che sacrificano la sicurezza sull’altare del profitto, da una mentalità ancora troppo permissiva rispetto alle violazioni delle norme antinfortunistiche. In questo senso, ogni processo penale concluso con una condanna rappresenta anche un monito per il futuro, uno stimolo affinché altre vite non vengano spezzate. L’avvocato penalista, con la sua attività quotidiana, contribuisce a rafforzare questa cultura della responsabilità. Difendere i familiari delle vittime non significa solo ottenere giustizia per un caso specifico, ma contribuire a un cambiamento più ampio, che riguarda tutti: lavoratori, imprenditori, istituzioni. Conclusioni Gli incidenti sul lavoro non sono una fatalità, ma quasi sempre l’esito di scelte sbagliate, omissioni, negligenze. Dietro ogni caduta, schiacciamento o folgorazione c’è spesso una catena di errori che si sarebbe potuta interrompere. È inaccettabile che nel XXI secolo si continui a morire lavorando. Davanti a ogni tragedia, la giustizia non può restare silente. In questo scenario, l’avvocato penalista svolge un ruolo delicato ma indispensabile. Assiste chi ha perso un familiare in circostanze drammatiche, accompagna le vittime in un percorso giudiziario difficile, lotta affinché la verità emerga e le responsabilità vengano riconosciute. E lo fa non solo con le armi del diritto, ma con l’ascolto, il rispetto, la dedizione. Perché dietro ogni toga, in questi casi, c’è un impegno profondo: trasformare il dolore in giustizia, e la giustizia in prevenzione.
"Diritto Bancario, un convegno a Torino spiega come difendersi"
TORINO - 1/2016"USURA BANCARIA, UN CONVEGNO A TORINO SPIEGA COME DIFENDERSI" Argomento cardine in scaletta sono i comportamenti da adottare per essere realmente consumatori consapevoli “in caso di usura e anatocismo bancario, truffe contrattuali, fideiussioni eccessivamente onerose, atti impositivi e anomalie finanziarie: tutte azioni scorrette che costituiscono un pericolo per i risparmi e i patrimoni dei cittadini”, spiega l'Avvocato Emanuele Crozza. “E' fondamentale portare all'attenzione dei consumatori ogni qualsivoglia azione tesa a generare sana informazione consapevole su argomenti di estrema e bruciante attività, sui quali i media stessi forniscono contenuti spesso superficiali e per nulla esaustivi. E' opportuno ricordare alle persone che sono sempre più numerose e frequenti le sentenze emesse dai tribunali di tutta Italia a favore dei correntisti L'Avv. Emanuele Crozza ha sviluppato una vasta e solida esperienza nel settore del diritto bancario, con una particolare attenzione alla tutela del correntista e del consumatore nei rapporti con le banche e le istituzioni finanziarie. Nel corso della sua carriera, ha gestito con successo una vasta gamma di casi legati a problematiche quali il risparmio tradito, l'anatocismo, l'usura bancaria, le fideiussioni nulle e la revoca di affidamenti e mutui. Questi sono solo alcuni degli ambiti in cui l’Avv. Crozza ha offerto la sua consulenza e rappresentanza legale. Oltre a questi, egli si occupa con grande competenza di opposizioni a decreti ingiuntivi e atti di precetto, difendendo i diritti di imprenditori e privati contro le richieste illegittime o sproporzionate da parte di istituti di credito. Il diritto bancario è una materia complessa, spesso poco chiara ai cittadini, ma la legge fornisce strumenti utili ed efficaci per proteggere sia il consumatore che l'imprenditore in situazioni di difficoltà economica o in caso di contenzioso con la banca. Ad esempio, nei casi di anatocismo, ossia l’applicazione di interessi sugli interessi, una pratica che, se non rispettosa di determinati criteri legali, può risultare illegittima. Analogamente, nei casi di usura bancaria, che si verificano quando il tasso di interesse applicato supera i limiti fissati dalla legge, egli fornisce supporto legale per fare emergere tali irregolarità e ottenere la giusta protezione per i suoi assistiti. Inoltre, nel campo delle fideiussioni nulle, ovvero garanzie personali prestate a favore di banche che non rispettano determinati criteri di validità giuridica. Un aspetto fondamentale è la capacità di intervenire tempestivamente su richieste di pagamento e decreti ingiuntivi, strumenti legali utilizzati dalle banche per il recupero dei crediti. Affrontare queste situazioni con prontezza e professionalità è cruciale per garantire che i diritti dei clienti siano adeguatamente difesi. A volte, ciò che viene richiesto dalle banche o dalle finanziarie non corrisponde esattamente alla somma effettivamente dovuta, a causa di errori di calcolo, clausole contrattuali poco trasparenti o applicazioni indebite di penali o interessi. In questi casi, l'intervento legale può permettere di contestare la pretesa e ottenere una significativa riduzione del debito, se non l'annullamento totale delle richieste. Essere assistiti da un professionista del settore, come l'Avv. Crozza, è fondamentale per affrontare al meglio le pretesa avanzate da banche o finanziarie e per far valere i propri diritti in modo efficace e tempestivo.
Alienazione parentale come ipotesi di reato
CDO TORINO - 3/2008L'Avvocato Emanuele Crozza ha partecipato alla convegno organizzato dal Consiglio dell'Ordine di Torino - Commissione Pari Opportunità "Il bambino conteso dinamiche famigliari e processuali", affrontando il delicato tema della c.d alienazione parentale e della sua possibile rilevanza penale. Un argomento molto delicato anche perché riguarda i minori che non di rado vengono coinvolti i dinamiche dalle quali dovrebbero rimanere estranei
Responsabilita' penale e superbonus
RIMINI - 10/2023L'Avvocato Emanuele Crozza è stato invitato a parlare dell'eventuali responsabilità penali dell'amministratore di condominio nelle pratiche del c.d. superbonus
Qualita' e sicurezza alimentare: responsabilta' penale
TORINO - 5/2007L'intervento dell'avvocato Emanuele Crozza si è incentrato sulla responsabilità penale nell'ambito del diritto alimentare ed in particolare con riferimento alla tracciabilità e la rintracciabilità dei prodotti
Leggi altre credenziali (17)
Lo studio
Emanuele Crozza
Via Millefonti N. 43
Torino (TO)
Sede secondaria:
Piazza Santo Stefano N.10
Alessandria (AL)