Conferenza:
**Violenza di genere e strumentalizzazione delle denunce: il ruolo cruciale dell’avvocato penalista nella tutela dei diritti**
Nonostante i progressi normativi e culturali degli ultimi decenni, la parità di genere nel nostro Paese è ancora lontana dall’essere una realtà consolidata. La violenza di genere rappresenta una piaga profonda, che colpisce in modo trasversale e che richiede l’intervento deciso delle istituzioni. Quando il fenomeno assume contorni gravi, è giusto e doveroso che lo Stato si doti di strumenti giuridici incisivi per proteggere le vittime e punire i responsabili. Tuttavia, proprio la forza di questi strumenti comporta un elevato rischio di abuso se non applicati con equilibrio, attenzione e rispetto per le garanzie costituzionali.
Uno degli aspetti più delicati e insidiosi è il crescente fenomeno delle denunce strumentali, cioè presentate non per ottenere giustizia, ma per fini diversi: vantaggi in sede civile, vendette personali, pressioni in ambito familiare o lavorativo. Tali condotte non solo minano l’efficacia dell’intero sistema, ma rischiano di danneggiare anche le vittime vere, quelle che subiscono abusi, maltrattamenti, violenze psicologiche o fisiche e che, proprio a causa dell’inflazione delle denunce infondate, vedono rallentata o compromessa la possibilità di ottenere tutela in tempi brevi.
In questo contesto complesso e a tratti contraddittorio, il ruolo dell’avvocato penalista si rivela essenziale, anzi decisivo. L’avvocato penalista, infatti, non è solo un tecnico del diritto, ma un garante dei diritti fondamentali della persona, in qualunque posizione processuale essa si trovi: parte offesa o imputato, persona offesa da un reato o soggetto ingiustamente accusato. Il suo compito è quello di analizzare con rigore le prove, vigilare sul rispetto delle garanzie procedurali e contrastare gli abusi del diritto penale, che rischia di trasformarsi – se mal utilizzato – da strumento di giustizia a mezzo di sopraffazione.
Quando si parla di denunce per maltrattamenti, stalking o violenza sessuale, è necessario un approccio prudente e scrupoloso, in grado di distinguere le denunce fondate da quelle pretestuose. Il sistema penale, per sua natura, ha un impatto devastante sulla vita dell’indagato: basti pensare all’immediata attivazione di misure cautelari personali (come l’allontanamento dalla casa familiare o il divieto di avvicinamento), alla perdita del lavoro, alla stigmatizzazione sociale, alle conseguenze sulle relazioni familiari e sull’affidamento dei figli.
In questi scenari, l’avvocato penalista svolge una funzione fondamentale per ristabilire l’equilibrio tra le esigenze di tutela delle vittime e il rispetto della presunzione di innocenza dell’imputato. È compito del difensore verificare l’attendibilità delle dichiarazioni accusatorie, richiedere gli atti di indagine, sollevare eccezioni sulle modalità di raccolta delle prove, presentare memorie difensive e, se necessario, denunciare eventuali abusi del processo.
Allo stesso tempo, l’avvocato penalista è una figura centrale anche per le vittime vere di violenza, che spesso hanno paura di denunciare, temono ripercussioni o non conoscono i propri diritti. In questi casi, il penalista può offrire una guida consapevole, aiutando la persona offesa a presentare una denuncia circostanziata, ad accedere alle misure di protezione e a partecipare attivamente al procedimento penale come parte civile. Solo attraverso un’assistenza qualificata è possibile spezzare il silenzio e trasformare il dolore in giustizia.
Non bisogna dunque dimenticare che la violenza va sempre combattuta, ma con strumenti giusti, equi e bilanciati. Chi è realmente vittima deve essere ascoltato, protetto, tutelato, ma chi è oggetto di un’accusa infondata deve poter contare su una difesa seria, competente e pronta a reagire. Il processo penale non è un campo di battaglia tra ideologie o un’arena per vendette personali: è lo strumento più importante per accertare i fatti nel rispetto delle regole e dei diritti di tutti.
In definitiva, l’avvocato penalista rappresenta una figura di garanzia non solo per il singolo assistito, ma per l’intero sistema democratico. In una società dove la lotta alla violenza di genere è e deve restare una priorità, è necessario vigilare affinché la giustizia non si trasformi in ingiustizia, e affinché nessuno venga privato della possibilità di essere ascoltato, compreso, difeso. Senza una difesa forte, autonoma e libera, anche le migliori leggi rischiano di diventare strumenti di potere anziché mezzi di tutela.
Fonte: SALA ZUCCARI-PALAZZO GIUSTINIANI-SENATO DELLA REPUBBLICA