Caso legale:
Palermo, strage in stiva: assolti i sette presunti scafisti. Cinque sono rimasti in carcere 3 anni e mezzo
di ROMINA MARCECA E FRANCESCO PATANE'
Da sinistra Luigi Campagnuolo, Bianca Maria Savona, Antonio Pecoraro, Cinzia Pecoraro, Vincenzo Rocciola Avila
Si tratta del caso che riguarda il salvataggio effettuato dalla nave svedese "Poseidon", poi giunta al porto di Palermo il 27 agosto 2015
26 FEBBRAIO 2019
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Cinque di loro sono rimasti in carcere dai 2 ai 3 anni e mezzo. Tutti assolti dalla corte d’Assise di Palermo, presidente Sergio Gulotta, i sette imputati per il naufragio del 24 agosto in cui morirono asfissiati 53 migranti. La procura di Palermo aveva chiesto cinque ergastoli e due assoluzioni. La corte ha invece ritenuto che tutti non fossero colpevoli dei reati di omicidio colposo plurimo, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e naufragio. In cinque sono stati immediatamente scarcerati dopo la lettura dela sentenza. L'indagine era stata coordinata dai pm Renza Cescon, Calogero Ferrara e Annamaria Picozzi.
Le motivazioni verranno depositate fra novanta giorni e solo allora si saprà se, come nel caso delle assoluzioni per gli oltre 200 morti dell’altro tragico naufragio dell’agosto 2015, gli imputati erano sì gli uomini che guidavano la barca, tracciavano la rotta e comunicavano con telefoni satellitari per farsi soccorrere, ma lo facevano sotto la minaccia dei trafficanti di uomini che rimanevano in Libia e minacciavano i loro parenti. Una sorta di “scafisti per necessità”, come li ha definiti il giudice nel processo per i 200 morti del canale di S
Fonte: La Repubblica