Avvocato Stefania Cita a Moncalieri

Stefania Cita

Avvocato Civilista e Divorzista

Informazioni generali

Lo studio dell' Avvocato Stefania Cita, esperta nel settore del diritto civile, offre assistenza legale qualificata per diritto di famiglia e tutela dei minori, infortunistica stradale, diritto del lavoro, recupero crediti, sfratti e locazioni, condominio, diritti del consumatore, procedure esecutive (mobiliari, immobiliari e presso terzi) ecc.

Esperienza


Diritto di famiglia

L' avvocato Stefania Cita, esperta in diritto di famiglia, offre assistenza legale qualificata per separazione dei coniugi, divorzio e tutela dei minori. Separazioni con negoziazione assistita, separazioni giudiziali e con addebito, modifica delle condizioni di separazione e divorzio, divorzi internazionali, convivenze, unioni civili, rettifica attribuzione sessuale. Pignoramenti per recupero coattivo mantenimento e spese straordinarie impagate.


Divorzio

Divorzio Giudiziale e Consensuale: Cosa Sapere La normativa vigente stabilisce che è possibile richiedere il divorzio giudiziale dopo dodici mesi dall'udienza di separazione contenziosa o, in alternativa, optare per il divorzio congiunto trascorsi sei mesi dalla separazione consensuale. Durante questi periodi, i coniugi restano legalmente sposati, esclusi dalla possibilità di nuove nozze. Al termine di tale intervallo, è ammessa la domanda di divorzio da parte di entrambi i coniugi o di uno solo di essi. Nel caso del divorzio congiunto, le parti raggiungono un accordo che viene poi sottoposto.....


Eredità e successioni

SUCCESSIONE EREDITARIA La perdita di un caro familiare è sempre un evento molto triste in grado di suscitare tristezza e profondo lutto in chi gli stava intorno. Tuttavia, nell'esatto momento del decesso di una persona, a livello legale, si apre la cosiddetta successione ereditaria, insieme di procedure e di pratiche finalizzate all'adempimento di quelle che erano le ultime volontà del caro scomparso, senza dubbio un modo per porgergli l'estremo saluto con assoluto rispetto. Ma quali sono gli effettivi diritti di coloro che erediteranno le proprietà o i beni del defunto? Quante e quali tipologie di successione ereditaria ...


Altre categorie

Unioni civili, Separazione, Matrimonio, Affidamento, Diritto civile, Tutela dei minori, Recupero crediti, Pignoramento, Diritto del lavoro, Diritto condominiale, Locazioni, Sfratto, Incidenti stradali, Negoziazione assistita, Gratuito patrocinio, Risarcimento danni, Incapacità giuridica, Sovraindebitamento, Adozione, Domiciliazioni e sostituzioni, Mediazione.



Credenziali

Pubblicazione legale

Separarsi e divorziare quando il coniuge è irreperibile

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I casi di irreperibilità del coniuge sono più frequenti di quanto non si possa immaginare. La condizione di irreperibilità si verifica nel momento in cui una delle due parti fa in modo di non lasciare un recapito a cui può essere rintracciato. I modi per rendersi irreperibile sono diversi: trasferimento di residenza senza comunicare lo spostamento, trasferimento all'estero senza comunicazione al consolato sono le fattispecie più comuni quando si tratta di cittadini italiani. Ma l'irreperibilità è frequente soprattutto per i cittadini stranieri che, dopo la separazione dal coniuge, scelgono di tornare nel loro Paese o di andare in un altro Stato estero facendo perdere le loro tracce. Anche quando il coniuge diventa irreperibile e non dà più notizie di sé è possibile ottenere la separazione ed il divorzio. Per chiedere la separazione/divorzio da un coniuge irreperibile è necessario aprire un contenzioso giuridico. Si deve, quindi, avviare una procedura tramite l'avvocato, tenuto a depositare presso il tribunale competente il ricorso e le motivazioni della richiesta. Queste devono essere recapitate all'altro coniuge insieme alla data fissata per l'udienza: l'istanza non verrà mai recapitata all'altra parte, perché il tutto viene inoltrato all'ultimo indirizzo conosciuto, al quale il coniuge si è reso irreperibile. Tuttavia, non sono rari i casi in cui, nel momento in cui viene recapitata l'istanza all'ultimo indirizzo riconosciuto, il coniuge irreperibile faccia la sua ricomparsa. In questo caso è possibile avviare la procedura consensuale, se vengono raggiunti degli accordi. Durante l'udienza, se il giudice....

Pubblicazione legale

Divorzio Giudiziale e Consensuale: Cosa Sapere

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Divorzio Giudiziale e Consensuale: Cosa Sapere La normativa vigente stabilisce che è possibile richiedere il divorzio giudiziale dopo dodici mesi dall'udienza di separazione contenziosa o, in alternativa, optare per il divorzio congiunto trascorsi sei mesi dalla separazione consensuale. Durante questi periodi, i coniugi restano legalmente sposati, esclusi dalla possibilità di nuove nozze. Al termine di tale intervallo, è ammessa la domanda di divorzio da parte di entrambi i coniugi o di uno solo di essi. Nel caso del divorzio congiunto, le parti raggiungono un accordo che viene poi sottoposto al tribunale per l'approvazione attraverso un ricorso. In questa procedura, è sufficiente l'intervento di un unico avvocato divorzista che si assume la responsabilità di tutelare gli interessi di entrambi i coniugi e, se presenti, quelli dei figli. Al contrario, il divorzio giudiziale può essere avviato anche unilateralmente e implica un processo civile con un confronto tra le parti, finalizzato a stabilire responsabilità e condizioni, valutando testimonianze e prove. Questo tipo di divorzio tende a richiedere tempi più lunghi. È chiaro che il divorzio consensuale si adatta a situazioni in cui il conflitto tra le parti è minimo o assente, mentre il divorzio giudiziale diventa essenziale quando sussiste disaccordo su questioni cruciali post-matrimoniali, come il sostegno economico, l'assegnazione dell'abitazione, i diritti di custodia e visita dei figli e i correlati obblighi di mantenimento. Anche la questione dell'addebito del divorzio assume rilevanza: se dimostrato, può limitare i diritti economici del coniuge ....

Pubblicazione legale

Divorzio e tfr: casistica

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Nel panorama legale italiano, l'assegnazione della parte del trattamento di fine rapporto (TFR) dopo il divorzio solleva questioni delicate e richiede un chiarimento preciso delle norme vigenti. Si è discusso ampiamente se tale disposizione si applichi immediatamente dopo la separazione della coppia o solo dopo il decreto di divorzio. Secondo la legge sul divorzio, il coniuge cui è stata pronunciata la sentenza di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio ha diritto, a determinate condizioni, a una quota del TFR dell'altro coniuge. Questo diritto è garantito solo se il coniuge non si è risposato ed è già beneficiario di un assegno di mantenimento. La percentuale assegnata è pari al 40% dell'intera indennità relativa agli anni in cui il rapporto di lavoro coincideva con il matrimonio. Tale disposizione si basa sul principio che ciascun coniuge contribuisce economicamente al benessere dell'altro, incluso il TFR considerato come una forma di retribuzione differita. Tuttavia, la lettera della legge sembrerebbe limitare questa trasferibilità solo dopo il divorzio effettivo. Per quanto riguarda la separazione, la giurisprudenza attuale stabilisce che il diritto alla quota di TFR sorge solo dopo il divorzio. Pertanto, se il coniuge obbligato al pagamento degli alimenti riceve il TFR mentre è ancora separato legalmente, non è tenuto a condividere il 40% con l'ex partner. È importante sottolineare che la divisione del TFR può avvenire prima del divorzio solo se l'indennità matura e viene percepita dopo la presentazione della domanda di divorzio, non se è stata ottenuta prima di tale procedura.La Cor..

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