Offro consulenza e assistenza legale in materia di separazioni consensuali e giudiziali, divorzi, affido dei minori, regolamentazione dei rapporti parentali, divisioni patrimoniali, successioni e amministrazione di sostegno. Assisto i clienti nella definizione di accordi personalizzati e nella tutela dei loro diritti. Offro un approccio personalizzato e attento alle esigenze individuali di ogni cliente, fornendo assistenza legale in tutte le fasi del percorso.
Informazioni generali
Avvocato abilitato alla professione forense con maturata esperienza nel settore civile e nello specifico diritto di famiglia, delle persone e dei minori, contrattualistica, assistenza alle imprese, diritto delle assicurazioni e infortunistica, diritto del lavoro, responsabilità professionale medica, recupero crediti e diritto degli animali. Solida esperienza nella gestione di contenziosi giudiziari e stragiudiziali. Ottima conoscenza delle normative civili e capacità di analisi approfondita delle problematiche giuridiche.
Esperienza
Nello studio legale presso cui opero ho seguito questioni giuridiche complesse ottenendo innumerevoli successi che mi hanno permesso di acquisire una esperienza consolidata in tutti gli ambiti del settore civile, gestendo l'intero iter processuale, dalla redazione degli atti introduttivi alla partecipazione in udienza, fino alla fase esecutiva. Ho svolto attività di mediazione in numerose controversie civili, facilitando il raggiungimento di accordi soddisfacenti per entrambe le parti, acquisendo altresì una solida esperienza nella gestione dei conflitti e nella ricerca di soluzioni conciliative.
Affronto con competenza e sensibilità le diverse sfaccettature del diritto di famiglia, dalla separazione alla successione, offrendo assistenza legale completa in tutte le fasi del percorso familiare, dalla convivenza alla cessazione.
Altre categorie
Divorzio, Diritto del lavoro, Locazioni, Sfratto, Matrimonio, Affidamento, Adozione, Tutela dei minori, Incapacità giuridica, Diritto commerciale e societario, Pignoramento, Mobbing, Licenziamento, Domiciliazioni e sostituzioni.
Credenziali
Recupero crediti: i vantaggi di farsi assistere da un legale
Pubblicato su IUSTLABFarsi assistere da un legale per il recupero del credito offre numerosi vantaggi significativi, sia nella fase stragiudiziale che in quella giudiziale. Ecco i principali: Nella Fase Stragiudiziale (prima di un'azione legale): Valutazione preliminare del credito: Un avvocato può analizzare la documentazione in tuo possesso per valutare la fondatezza e l'esigibilità del credito, identificando eventuali punti deboli o criticità. Questo ti permette di avere un quadro chiaro delle tue reali possibilità di successo. Sollecitazioni formali ed efficaci: Un legale può inviare al debitore diffide e solleciti di pagamento redatti in modo professionale e giuridicamente efficace, spesso con un impatto maggiore rispetto a una semplice lettera da parte del creditore. Questo può spingere il debitore a pagare spontaneamente per evitare ulteriori complicazioni legali. Tentativo di negoziazione e transazione: L'avvocato può agire come intermediario per cercare un accordo transattivo con il debitore, negoziando piani di rientro, sconti o altre soluzioni che possano portare a un rapido recupero del credito evitando i costi e i tempi di un'azione giudiziaria. Corretta impostazione della strategia di recupero: In base alla situazione specifica del debitore e alla natura del credito, l'avvocato può consigliare la strategia di recupero più appropriata, valutando se sia più conveniente un'azione monitoria (decreto ingiuntivo) o un procedimento ordinario. Evitare errori procedurali: Un legale esperto conosce le normative e le procedure corrette da seguire, evitando errori che potrebbero compromettere il successo del recupero del credito o causare perdite di tempo e denaro. Nella Fase Giudiziale (azione legale): Redazione accurata degli atti giudiziari: L'avvocato redigerà in modo preciso e completo tutti gli atti necessari per l'azione legale (es. ricorso per decreto ingiuntivo, atto di citazione), assicurandosi che siano conformi alle norme di legge e che contengano tutti gli elementi essenziali. Gestione della procedura legale: L'avvocato seguirà l'intero iter giudiziario, depositando gli atti nei termini, partecipando alle udienze, presentando memorie e difese, e interloquendo con il giudice. Questo ti libera da un onere complesso e dispendioso in termini di tempo ed energie. Conoscenza delle leggi e della giurisprudenza: Un avvocato ha una profonda conoscenza delle leggi in materia di recupero crediti e della giurisprudenza rilevante, sapendo come argomentare al meglio la tua posizione e come contrastare le eventuali difese del debitore. Richiesta di provvedimenti cautelari: In determinate situazioni, l'avvocato può richiedere al giudice provvedimenti cautelari urgenti (es. sequestro conservativo dei beni del debitore) per tutelare il tuo credito in attesa della sentenza definitiva. Gestione della fase esecutiva: Una volta ottenuto un titolo esecutivo (es. decreto ingiuntivo divenuto definitivo o sentenza), l'avvocato può avviare e seguire la procedura di esecuzione forzata (pignoramento di beni mobili, immobili, stipendi, conti correnti) per ottenere concretamente il pagamento del tuo credito. Calcolo preciso degli interessi e delle spese: L'avvocato può calcolare correttamente gli interessi maturati sul credito e le spese legali sostenute, includendoli nella richiesta di pagamento al debitore. Rappresentanza e difesa dei tuoi interessi: L'avvocato agirà sempre nel tuo interesse, tutelando i tuoi diritti e cercando di ottenere il miglior risultato possibile nel minor tempo possibile. Maggiore probabilità di successo: Grazie alla sua competenza ed esperienza, un avvocato aumenta significativamente le probabilità di recuperare effettivamente il tuo credito, evitando errori che potrebbero compromettere l'esito della procedura. In conclusione, farsi assistere da un legale per il recupero del credito è un investimento che può farti risparmiare tempo, denaro e frustrazioni, aumentando notevolmente le tue chance di ottenere il pagamento di quanto ti è dovuto.
Modifica delle condizioni di divorzio: il Giudice puo' considerare solo circostanze sopravvenute
Pubblicato su IUSTLABCassazione civile sez. I, 17/03/2025, (ud. 06/03/2025, dep. 17/03/2025), n.7121 La sentenza riguarda la modifica delle condizioni di divorzio stabilite tra Fa.Ci. e Es.Ma. Il Tribunale di Bologna aveva inizialmente stabilito un assegno di mantenimento per la figlia Fr. e un assegno divorzile per la sig.ra Fa.Ci. In seguito, a causa della diminuzione di reddito e delle nuove necessità personali e familiari di Es.Ma., il tribunale ha modificato questi importi. Fa.Ci. ha presentato ricorso per aumentare le somme, mentre Es.Ma. ha chiesto riduzioni ulteriori. La corte d'appello ha deciso di aumentare l'assegno di mantenimento per la figlia e mantenere l'assegno divorzile invariato, portando la questione davanti alla Corte di Cassazione. Conclusioni La Corte di Cassazione ha accolto i primi due motivi del ricorso, criticando la mancanza di motivazione adeguata nella decisione precedente, ritenendo che non siano stati considerati adeguatamente i "fatti nuovi" emersi. Ha invece rigettato il terzo motivo riguardante la violazione del diritto di difesa. Il caso è stato rinviato alla Corte di Appello di Bologna per una nuova valutazione, considerando gli aspetti economici e le necessità delle parti. Argomentazioni La Corte di Cassazione ha rilevato che la corte d'appello aveva fallito nel fornire una motivazione sufficiente per le decisioni prese riguardo all'assegno di mantenimento e all'assegno divorzile. Non erano stati adeguatamente valutati i cambiamenti nelle condizioni economiche delle parti né i necessari adattamenti delle misure di mantenimento secondo il principio di proporzionalità. Riferimenti normativi Art. 9 Legge 1 dicembre 1970, n. 898 Art. 316 bis e art. 337 ter c.c. Art. 132 comma 2, n. 4, e art. 360 comma 1, n. 3 e n. 4 c.p.c. Art. 111 Costituzione Art. 24 Costituzione Art. 83 c.p.c. Art. 365 c.p.c. Art. 1367 c.c. e art. 159 c.p.c. Rilevanza giuridica Questa sentenza è significativa per la definizione e la revisione delle condizioni economiche post-divorzio, offrendo linee guida sulla valutazione dei "fatti nuovi" e sottolineando l'importanza di motivazioni adeguate nelle decisioni di modifica degli assegni di mantenimento.
Responsabilita' medica
Pubblicato su IUSTLABLa responsabilità medica si verifica quando un paziente subisce un danno a causa di un errore, un'omissione o una violazione degli obblighi professionali da parte di un operatore sanitario (medico, infermiere, struttura sanitaria, ecc.). In Italia, la responsabilità medica può essere di due tipi: Responsabilità contrattuale: Si configura quando esiste un rapporto contrattuale tra il paziente e la struttura sanitaria (ad esempio, ricovero in ospedale, visita specialistica in una clinica privata). In questo caso, la responsabilità della struttura sanitaria per l'operato dei suoi dipendenti (medici inclusi) è presunta. Il termine di prescrizione per l'azione di risarcimento è di 10 anni dalla data dell'evento dannoso. Responsabilità extracontrattuale (o aquiliana): Si configura quando non esiste un rapporto contrattuale diretto tra il paziente e il singolo professionista sanitario (ad esempio, medico di base, medico del 118). In questo caso, il paziente deve dimostrare la colpa del medico. Il termine di prescrizione per l'azione di risarcimento è di 5 anni dalla data in cui il paziente ha avuto conoscenza del danno e della sua derivazione dalla condotta del medico. La legge Gelli-Bianco (Legge n. 24/2017) ha introdotto importanti novità in materia di responsabilità medica, con l'obiettivo di bilanciare la tutela del paziente e la protezione dei professionisti sanitari. Tra i punti principali: Responsabilità della struttura sanitaria: La struttura sanitaria risponde dei danni cagionati dai propri dipendenti a titolo di responsabilità contrattuale. Responsabilità del singolo professionista sanitario: Il singolo professionista sanitario risponde del proprio operato a titolo di responsabilità extracontrattuale, salvo il caso in cui abbia agito nell'adempimento di un'obbligazione contrattuale assunta direttamente con il paziente . In tal caso, la sua responsabilità è di tipo contrattuale. Limiti alla responsabilità penale: La responsabilità penale del medico per omicidio colposo o lesioni personali colpose è limitata ai casi di colpa grave . Se il medico ha seguito le linee guida e le buone pratiche clinico-assistenziali, non è penalmente responsabile per imperizia. Obbligo di tentativo di conciliazione: Prima di avviare una causa civile per responsabilità medica, è obbligatorio esperire un tentativo di conciliazione (mediazione o accertamento tecnico preventivo). Risarcimento danni: Il paziente che ha subito un danno a causa di responsabilità medica ha diritto al risarcimento dei danni , che possono essere di due tipi: Danni patrimoniali: Sono i danni economici concretamente subiti e quantificabili, come: Spese mediche (visite, farmaci, terapie, interventi chirurgici, ecc.). Perdita di guadagno (per inabilità temporanea o permanente al lavoro). Spese per assistenza (badante, assistenza domiciliare, ecc.). Danni non patrimoniali: Sono i danni che non hanno un immediato contenuto economico, ma riguardano la sofferenza fisica e psichica, come: Danno biologico (lesione all'integrità psicofisica, invalidità temporanea o permanente). La quantificazione di questo danno si basa sulle tabelle medico-legali. Danno morale (sofferenza interiore, patimenti, stress). Danno esistenziale (alterazione peggiorativa delle proprie abitudini di vita, perdita della qualità della vita, compromissione delle relazioni sociali). È importante agire tempestivamente e farsi assistere da professionisti esperti per tutelare al meglio i propri diritti in caso di presunta responsabilità medica.
La convivenza “more uxorio”: diritti e doveri
Pubblicato su IUSTLABLa convivenza more uxorio, anche detta convivenza di fatto, è la convivenza stabile tra due persone non unite da matrimonio o unione civile. In Italia, i diritti dei conviventi di fatto sono stati progressivamente riconosciuti, soprattutto con la Legge Cirinnà (n. 76/2016). Ecco un riepilogo dei principali diritti: Diritti personali e di assistenza: Assistenza morale e materiale: Esiste un reciproco dovere di assistenza morale e materiale tra i conviventi (art. 1, comma 36, L. 76/2016). Assistenza sanitaria: In caso di malattia o ricovero, i conviventi hanno diritto reciproco di visita, assistenza e accesso alle informazioni personali, analogamente a quanto previsto per i coniugi (art. 1, comma 38, L. 76/2016). Decisioni in materia di salute e funerarie: Ciascun convivente può designare l'altro come proprio rappresentante per le decisioni in materia di salute in caso di incapacità e per le decisioni riguardanti il trattamento del corpo e le celebrazioni funerarie in caso di decesso (art. 1, comma 40, L. 76/2016). Nomina come tutore, curatore o amministratore di sostegno: Il convivente può essere nominato tutore, curatore o amministratore di sostegno dell'altro in caso di interdizione, inabilitazione o necessità di amministrazione di sostegno (art. 1, comma 41, L. 76/2016). Permessi lavorativi (Legge 104): I conviventi di fatto possono usufruire dei permessi previsti dalla Legge 104/92 per assistere il partner con disabilità grave (art. 1, commi 36 e 37, L. 76/2016). Diritti nell'ordinamento penitenziario: I conviventi di fatto hanno gli stessi diritti dei coniugi nei casi previsti dall'ordinamento penitenziario, come il diritto a colloqui con il detenuto (art. 1, comma 38, L. 76/2016). Diritti relativi alla casa: Diritto di abitazione in caso di morte del proprietario: In caso di morte del convivente proprietario della casa comune, il convivente superstite ha il diritto di continuare ad abitarvi per un periodo determinato: 2 anni o per un periodo pari alla durata della convivenza se superiore a due anni, e comunque non oltre i 5 anni. Se nella casa coabitano figli minori o disabili del convivente deceduto, il convivente superstite ha diritto di continuare ad abitarvi per un periodo non inferiore a tre anni (art. 1, comma 42, L. 76/2016). Questo diritto cessa in caso di matrimonio, unione civile o nuova convivenza di fatto del superstite, o qualora cessi di abitare stabilmente nella casa. Successione nel contratto di locazione: In caso di morte del conduttore o suo recesso dal contratto di locazione della casa comune, il convivente di fatto ha la facoltà di succedergli nel contratto (art. 1, comma 44, L. 76/2016). Assegnazione di alloggi di edilizia popolare: L'appartenenza a un nucleo familiare costituisce titolo o causa di preferenza nelle graduatorie per l'assegnazione di alloggi di edilizia popolare; di tale titolo possono godere, a parità di condizioni, i conviventi di fatto (art. 1, comma 45, L. 76/2016). Diritti economici: Alimenti in caso di cessazione della convivenza: In caso di cessazione della convivenza di fatto, il giudice può stabilire il diritto agli alimenti a carico di un convivente nei confronti dell'altro qualora quest'ultimo versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento. L'entità e la durata degli alimenti sono determinate in proporzione alla durata della convivenza e alle condizioni economiche dei due conviventi (art. 1, comma 65, L. 76/2016). Risarcimento del danno in caso di morte del convivente per fatto illecito di un terzo: In caso di decesso del convivente di fatto derivante da fatto illecito di un terzo, al convivente superstite spetta il risarcimento del danno non patrimoniale (danno morale ed esistenziale) secondo i medesimi criteri applicati al coniuge superstite (art. 1, comma 49, L. 76/2016). Partecipazione all'impresa familiare: Se un convivente partecipa stabilmente all'impresa dell'altro, ha diritto a una partecipazione agli utili, agli incrementi e agli acquisti dell'azienda, commisurata al lavoro prestato (art. 230-bis c.c., esteso ai conviventi di fatto per interpretazione giurisprudenziale). Contratto di convivenza: I conviventi di fatto possono disciplinare i loro rapporti patrimoniali (ad esempio, la contribuzione alle spese comuni, la proprietà dei beni, l'assegnazione della casa in caso di cessazione della convivenza) attraverso la stipula di un contratto di convivenza. Tale contratto deve essere redatto in forma scritta, con atto pubblico o scrittura privata autenticata da un notaio o da un avvocato, a pena di nullità (art. 1, commi 50-64, L. 76/2016). Diritti in caso di figli: I figli nati da genitori non sposati sono equiparati ai figli nati nel matrimonio. Entrambi i genitori hanno gli stessi diritti e doveri nei confronti dei figli (responsabilità genitoriale, mantenimento, educazione, ecc.). In caso di cessazione della convivenza, le decisioni relative all'affidamento e al mantenimento dei figli sono prese dal giudice tenendo prioritariamente conto dell'interesse superiore del minore. Cosa non è previsto per la convivenza more uxorio (differenze con il matrimonio e l'unione civile): Obbligo di fedeltà: Non esiste un obbligo legale di fedeltà tra conviventi di fatto. Diritti ereditari automatici: Il convivente di fatto non è erede legittimario e non ha diritto alla quota di legittima sull'eredità del partner defunto, a meno che non sia espressamente indicato come erede in un testamento. Pensione di reversibilità: Il convivente superstite non ha diritto alla pensione di reversibilità del partner defunto. Assegno di mantenimento dopo la cessazione della convivenza (in senso stretto): A differenza del coniuge separato o divorziato, il convivente economicamente più debole non ha diritto a un assegno di mantenimento in senso stretto, ma solo agli alimenti qualora versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento. È importante sottolineare che per far valere alcuni di questi diritti (ad esempio, quelli relativi alla casa in caso di decesso, la partecipazione alle graduatorie per l'edilizia popolare), spesso è necessario che la convivenza di fatto sia stata formalmente accertata attraverso la dichiarazione anagrafica di convivenza presso il Comune di residenza.
L'affidamento condiviso
Pubblicato su IUSTLABL' affidamento condiviso è un istituto giuridico che, in caso di separazione o divorzio dei genitori, stabilisce che entrambi mantengano la responsabilità genitoriale sui figli minori. Questo significa che entrambi i genitori hanno il diritto e il dovere di prendere decisioni importanti riguardanti la vita dei figli, come l'istruzione, la salute e l'educazione. Caratteristiche principali dell'affidamento condiviso: Bigenitorialità: È il principio fondamentale su cui si basa l'affidamento condiviso. Mira a garantire al minore il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori, anche dopo la fine della loro convivenza. Responsabilità genitoriale congiunta: Entrambi i genitori esercitano la responsabilità genitoriale, prendendo decisioni di comune accordo nell'interesse del figlio. In caso di disaccordo su questioni importanti, è possibile ricorrere all'intervento del giudice. Collocamento del minore: L'affidamento condiviso non implica necessariamente una paritaria suddivisione dei tempi di permanenza del figlio con ciascun genitore. Il giudice, valutando il preminente interesse del minore, stabilisce il genitore "collocatario", presso il quale il figlio vivrà prevalentemente, e definisce le modalità di visita e frequentazione con l'altro genitore. Diritto di visita e frequentazione: Il genitore non collocatario ha il diritto di vedere e frequentare regolarmente il figlio, secondo un calendario stabilito dal giudice o concordato tra i genitori. Mantenimento: Entrambi i genitori sono tenuti a contribuire al mantenimento del figlio in proporzione alle proprie capacità economiche. Solitamente, il genitore collocatario provvede direttamente alle spese ordinarie, mentre il genitore non collocatario versa un assegno di mantenimento periodico. Obiettivi dell'affidamento condiviso: Tutela del superiore interesse del minore: Garantire al bambino il diritto di crescere con entrambi i genitori, mantenendo un legame affettivo e una continuità educativa con ciascuno di essi. Promozione della bigenitorialità: Favorire la partecipazione attiva di entrambi i genitori nella vita del figlio, superando la tradizionale figura del genitore "affidatario" e del genitore "non affidatario". Riduzione della conflittualità tra i genitori: Incentivare la collaborazione e il dialogo tra i genitori per il benessere del figlio. Eccezioni all'affidamento condiviso: L'affidamento esclusivo a un solo genitore può essere disposto dal giudice solo quando l'affidamento condiviso è ritenuto contrario al superiore interesse del minore. Questo può verificarsi in situazioni di: Violenza domestica o abusi: Quando un genitore è violento o abusante nei confronti del figlio o dell'altro genitore. Grave incapacità di un genitore: Quando un genitore è affetto da gravi problemi di salute mentale o dipendenze che pregiudicano la sua capacità di prendersi cura del figlio. Conflittualità genitoriale elevata e dannosa per il minore: Solo in casi estremi in cui la conflittualità tra i genitori è tale da arrecare grave pregiudizio al benessere psicofisico del figlio. In Italia, l'affidamento condiviso è la forma di affidamento preferenziale stabilita dalla legge n. 54/2006. Il giudice è tenuto a disporlo a meno che non sussistano gravi motivi che lo rendano contrario all'interesse del minore. In sintesi, l'affidamento condiviso mira a tutelare il diritto dei figli di mantenere un rapporto significativo con entrambi i genitori anche dopo la loro separazione, promuovendo la loro crescita serena ed equilibrata.
Sinistri stradali “I vantaggi di farsi assistere da uno studio legale”
Pubblicato su IUSTLABFarsi assistere da uno studio legale in caso di sinistro stradale offre numerosi vantaggi, sia in termini di gestione pratica della situazione che di tutela dei propri diritti. Ecco i principali benefici: 1. Valutazione Professionale del Caso: Analisi approfondita della dinamica del sinistro: Un avvocato esperto esaminerà attentamente il verbale delle autorità intervenute, le testimonianze, la documentazione fotografica e ogni altro elemento utile per ricostruire la dinamica dell'incidente e accertare le responsabilità. Valutazione del danno: Lo studio legale è in grado di valutare correttamente l'entità dei danni subiti, sia materiali (danni al veicolo, spese mediche, mancato guadagno) che fisici (lesioni personali, invalidità temporanea o permanente, danno biologico, danno morale ed esistenziale). Spesso, le valutazioni iniziali delle compagnie assicurative sono inferiori al reale danno subito. Identificazione di eventuali responsabilità concorrenti: L'avvocato può individuare se vi siano state negligenze o imprudenze da parte di più soggetti coinvolti, influenzando la ripartizione delle responsabilità e il risarcimento. 2. Gestione Completa della Pratica: Comunicazione con la compagnia assicurativa: Lo studio legale si occuperà di tutte le comunicazioni con la compagnia assicurativa controparte e con la propria, gestendo la fase di denuncia del sinistro, la presentazione della documentazione e le eventuali trattative. Questo libera il cliente da un onere spesso stressante e complesso. Raccolta e gestione della documentazione: L'avvocato si occuperà di raccogliere tutta la documentazione necessaria per la richiesta di risarcimento (verbali, certificati medici, fatture, preventivi di riparazione, buste paga, ecc.) e di presentarla in modo corretto e completo. Nomina di periti di parte: Se necessario, lo studio legale può nominare periti tecnici (ad esempio, per la valutazione dei danni al veicolo o per la ricostruzione cinematica dell'incidente) e medici legali di parte per una valutazione indipendente dei danni subiti. 3. Tutela dei Propri Diritti: Conoscenza approfondita della normativa: Gli avvocati esperti in sinistri stradali conoscono a fondo la normativa vigente in materia di responsabilità civile, risarcimento del danno e procedure assicurative, garantendo che i diritti del cliente siano pienamente tutelati. Negoziazione efficace con la compagnia assicurativa: Grazie alla loro esperienza e conoscenza delle tattiche assicurative, gli avvocati sono in grado di condurre trattative più efficaci per ottenere un risarcimento giusto e adeguato. Assistenza in caso di offerta insufficiente: Se l'offerta della compagnia assicurativa non è ritenuta congrua, lo studio legale può consigliare e intraprendere le azioni legali più appropriate per ottenere un risarcimento maggiore, fino al ricorso al Tribunale. Supporto in caso di lesioni gravi o decesso: In situazioni particolarmente gravi, l'assistenza legale è fondamentale per tutelare i diritti della vittima e dei suoi familiari, garantendo un adeguato risarcimento per tutti i danni subiti (patrimoniali e non patrimoniali). 4. Risparmio di Tempo e Stress: Delega delle attività burocratiche: Affidare la gestione del sinistro a uno studio legale permette al cliente di concentrarsi sulla propria guarigione e sul ritorno alla normalità, evitando di dover gestire personalmente le complesse procedure burocratiche e le comunicazioni con la compagnia assicurativa. Riduzione dello stress e dell'ansia: Sapere di essere assistiti da professionisti competenti può ridurre significativamente lo stress e l'ansia legati alla gestione di un sinistro stradale. 5. Maggiore Probabilità di Ottenere un Risarcimento Adeguato: Esperienza e competenza: Gli avvocati specializzati in sinistri stradali hanno l'esperienza e la competenza necessarie per affrontare le diverse problematiche che possono sorgere durante la gestione di una pratica di risarcimento. Obiettività: Un avvocato agisce nell'interesse del proprio cliente, in modo obiettivo e indipendente dalla compagnia assicurativa. In conclusione, farsi assistere da uno studio legale in caso di sinistro stradale rappresenta un investimento che può portare a significativi vantaggi, garantendo una gestione più efficace della pratica, una corretta valutazione dei danni e una maggiore probabilità di ottenere un risarcimento giusto e completo. È particolarmente consigliabile rivolgersi a un avvocato in caso di sinistri con feriti, danni significativi o contestazioni sulla responsabilità.
Class action
Pubblicato su IUSTLABLa class action, o azione di classe, è uno strumento giuridico che consente a un gruppo di persone che hanno subito un danno simile da parte di una stessa azienda o ente di agire in giudizio collettivamente. L'obiettivo è ottenere un risarcimento per il danno subito e, in alcuni casi, far cessare la condotta illecita. Come funziona Requisiti: È necessario che ci sia un gruppo di persone che hanno subito un danno simile. Il danno deve essere stato causato dalla stessa azienda o ente. Deve esserci un interesse comune tra i membri del gruppo. Procedimento: Un rappresentante del gruppo, o un'associazione di consumatori, avvia l'azione legale. Il giudice valuta l'ammissibilità dell'azione. Se l'azione è ammessa, si svolge il processo. Se il processo si conclude con una sentenza favorevole, il risarcimento viene distribuito tra i membri del gruppo. Vantaggi: Consente di ottenere un risarcimento anche per danni di piccola entità. Riduce i costi legali per i singoli danneggiati. Esercita una pressione sulle aziende affinché adottino comportamenti corretti. In Italia: La class action è regolata dall'articolo 140-bis del Codice del Consumo. Può essere utilizzata per tutelare i diritti dei consumatori e degli utenti in diversi settori, come telecomunicazioni, energia, trasporti e banche.
La separazione
Pubblicato su IUSTLABLa separazione è un momento delicato e complesso nella vita di una coppia, che comporta non solo la fine di una relazione sentimentale, ma anche una serie di implicazioni legali, economiche e psicologiche. In Italia, la separazione può essere di due tipi: consensuale o giudiziale. Separazione consensuale La separazione consensuale è la forma più semplice e meno conflittuale. Si verifica quando entrambi i coniugi sono d'accordo sulla decisione di separarsi e sulle condizioni della separazione, che vengono stabilite in un accordo scritto. Questo accordo deve essere omologato dal Tribunale, che verifica che non sia contrario all'interesse dei figli. Separazione giudiziale La separazione giudiziale, invece, si verifica quando non c'è accordo tra i coniugi sulle condizioni della separazione. In questo caso, è necessario avviare una causa in Tribunale, dove un giudice stabilirà le condizioni della separazione, tenendo conto delle prove e delle argomentazioni presentate dalle parti. Aspetti legali La separazione comporta una serie di conseguenze legali, tra cui: Assegnazione della casa coniugale : la casa coniugale viene assegnata, di norma, al coniuge presso il quale vengono collocati i figli minori o maggiorenni non autosufficienti. Affidamento dei figli : l'affidamento dei figli può essere congiunto, quando entrambi i genitori esercitano la responsabilità genitoriale, o esclusivo, quando la responsabilità genitoriale è esercitata da un solo genitore. Assegno di mantenimento : il giudice può stabilire l'obbligo per un coniuge di versare un assegno di mantenimento all'altro, qualora quest'ultimo non abbia redditi propri sufficienti a mantenere il tenore di vita avuto durante il matrimonio. Divisione dei beni : i beni acquistati durante il matrimonio in regime di comunione legale dei beni vengono divisi a metà tra i coniugi. Aspetti economici La separazione può avere un impatto significativo sulla situazione economica dei coniugi, soprattutto se uno dei due ha un reddito inferiore o se ci sono figli a carico. È importante pianificare attentamente la gestione delle finanze e valutare la possibilità di richiedere l'assegno di mantenimento o altri sostegni economici. Aspetti psicologici La separazione è un evento stressante e doloroso, che può generare ansia, depressione e altri disturbi psicologici. È importante affrontare le proprie emozioni e, se necessario, chiedere aiuto a un professionista.
Recupero crediti
RECUPERO CREDITILo studio legale presso cui opero gestisce un volume crescente di pratiche di recupero crediti per diverse tipologie di clienti, dalle piccole e medie imprese a istituti finanziari. Il carico di lavoro è elevato e richiede precisione, strategia e capacità di gestione del cliente . In particolare, il recupero dei crediti include l'analisi della documentazione, la valutazione della solvibilità del debitore, la definizione della strategia di recupero (solleciti stragiudiziali, decreti ingiuntivi, pignoramenti), e la gestione dei rapporti con i clienti. Attraverso una profonda conoscenza delle normative in materia e delle diverse strategie legali applicabili si raggiungono ottimi risultati. In tutti i casi di recupero del credito, si dedica particolare attenzione alla fase stragiudiziale. Ciò permette di sviluppare eccellenti capacità di negoziazione con i debitori. Attraverso un approccio proattivo e orientato alla ricerca di soluzioni transattive, si evitano spesso lunghe e costose procedure giudiziarie, raggiungendo così accordi di pagamento soddisfacenti per i clienti . Attraverso un costante aggiornamento sulle novità legislative e giurisprudenziali si offre ai clienti un servizio sempre aggiornato e di alta qualità. Grazie alla meticolosa attenzione per ciò che concerne il recupero dei crediti, lo studio legale ha ottenuto eccellenti risultati contribuendo in modo significativo ad un elevato tasso di successo nel recupero dei suddetti, attraverso riduzione dei tempi medi di recupero grazie a strategie stragiudiziali efficaci e a una gestione efficiente delle procedure giudiziarie.
La regola dell'arte nei contratti d'appalto
Pubblicato su IUSTLABL'espressione "opera non eseguita secondo la regola dell'arte" nei contratti d'appalto si riferisce a una situazione in cui l'appaltatore non ha realizzato l'opera commissionata con la perizia, la diligenza e le conoscenze tecniche necessarie per garantirne la buona esecuzione e la sua conformità agli standard qualitativi del settore. In altre parole, l'opera presenta difetti, vizi o difformità rispetto a quanto pattuito o a quanto ci si aspetterebbe da un professionista competente. Cosa si intende per "regola dell'arte"? La "regola dell'arte" non è definita in modo univoco dalla legge, ma si riferisce all'insieme delle conoscenze tecniche, delle prassi consolidate, degli standard di qualità e delle normative vigenti che un professionista del settore dovrebbe possedere e applicare nell'esecuzione di una determinata opera. Essa implica l'utilizzo di materiali adeguati, tecniche appropriate e una cura esecutiva tale da garantire un risultato funzionale, sicuro e duraturo. Conseguenze dell'opera non eseguita a regola d'arte nei contratti d'appalto: Quando l'opera realizzata dall'appaltatore non è conforme alla regola dell'arte, il committente ha a disposizione diversi rimedi previsti dal Codice Civile (principalmente agli articoli 1667 e seguenti): Denuncia dei vizi o delle difformità: Il committente ha l'onere di denunciare all'appaltatore i vizi o le difformità dell'opera entro 60 giorni dalla scoperta , a pena di decadenza dalla garanzia. La denuncia non è necessaria se l'appaltatore ha riconosciuto i vizi o li ha occultati. Azioni del committente (articolo 1668 c.c.): Una volta effettuata la denuncia nei termini, il committente può esperire diverse azioni contro l'appaltatore: Richiesta di eliminazione dei vizi o delle difformità a spese dell'appaltatore: Questa è la forma primaria di tutela, volta a ripristinare la corretta esecuzione dell'opera. Richiesta di riduzione proporzionale del prezzo: Se l'eliminazione dei vizi è eccessivamente onerosa o impossibile, il committente può chiedere una diminuzione del prezzo pattuito in relazione al minor valore dell'opera a causa dei difetti. Richiesta di risoluzione del contratto: Questa azione più radicale può essere esercitata solo se i vizi o le difformità sono tali da rendere l'opera del tutto inadatta alla sua destinazione . Risarcimento del danno: In aggiunta alle azioni precedenti, il committente ha diritto al risarcimento dei danni subiti a causa dei vizi o delle difformità dell'opera, a meno che l'appaltatore provi che l'inadempimento non gli è imputabile. Termini per l'azione: L'azione contro l'appaltatore per vizi o difformità si prescrive in due anni dalla consegna dell'opera . Tuttavia, il committente convenuto per il pagamento può sempre far valere la garanzia, purché i vizi o le difformità siano stati denunciati entro 60 giorni dalla scoperta e prima che siano decorsi i due anni dalla consegna. Altri aspetti rilevanti: Controllo del committente durante l'esecuzione: Il committente ha il diritto di controllare lo svolgimento dei lavori e di verificarne la corretta esecuzione secondo le condizioni contrattuali e la regola dell'arte. Qualora riscontri delle difformità o un'esecuzione non a regola d'arte, può fissare un congruo termine entro il quale l'appaltatore deve conformarsi. Trascorso inutilmente tale termine, il committente può risolvere il contratto e richiedere il risarcimento dei danni (articolo 1662 c.c.). Responsabilità dell'appaltatore: L'appaltatore è responsabile nei confronti del committente per la corretta esecuzione dell'opera secondo la regola dell'arte, assumendosi il rischio della sua attività. Onere della prova: In caso di contestazione, spetta generalmente al committente provare l'esistenza dei vizi o delle difformità e il mancato rispetto della regola dell'arte. In conclusione, l'esecuzione di un'opera non conforme alla regola dell'arte in un contratto d'appalto costituisce un inadempimento contrattuale che espone l'appaltatore a diverse azioni da parte del committente, volte a ottenere la riparazione dei difetti, la riduzione del prezzo, la risoluzione del contratto e il risarcimento dei danni subiti. È fondamentale che il committente sia diligente nel verificare l'opera e nel denunciare tempestivamente eventuali vizi o difformità.
L'assegno divorzile
Pubblicato su IUSTLABL' assegno divorzile è una prestazione economica che può essere riconosciuta dal tribunale a uno dei coniugi a seguito del divorzio, a carico dell'altro. La sua disciplina è contenuta principalmente nell' articolo 5, comma 6, della Legge 1 dicembre 1970, n. 898 (Disciplina del divorzio), come modificato dalla Legge 6 marzo 1987, n. 74. Tuttavia, l'interpretazione e l'applicazione di questo articolo sono state oggetto di numerose pronunce giurisprudenziali che ne hanno precisato i criteri e la finalità. Fondamenti e Finalità dell'Assegno Divorzile: Secondo l'orientamento giurisprudenziale più recente, in particolare a seguito della sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione n. 18287 del 2018, l'assegno divorzile ha una funzione composita : Assistenziale: Mira a garantire al coniuge che non ha mezzi adeguati un tenore di vita dignitoso, che non deve necessariamente essere identico a quello goduto durante il matrimonio. Perequativa-Compensativa: Riconosce e compensa il contributo che un coniuge ha dato alla formazione del patrimonio familiare e personale dell'altro durante il matrimonio, nonché il sacrificio delle proprie aspettative professionali e di carriera a causa delle scelte di vita familiare condivise. Criteri per la Determinazione dell'Assegno Divorzile: L'articolo 5, comma 6, della Legge sul Divorzio stabilisce che il tribunale, nel pronunciare la sentenza di divorzio, può disporre l'obbligo per un coniuge di corrispondere periodicamente a favore dell'altro un assegno qualora quest'ultimo non abbia mezzi adeguati o comunque non possa procurarseli per ragioni oggettive. Per stabilire se l'assegno debba essere concesso e in quale misura, il giudice deve valutare una serie di criteri : Condizioni economiche dei coniugi: Redditi, patrimonio mobiliare e immobiliare di ciascuno. Ragioni della decisione di divorzio: Anche se questo criterio ha perso molta rilevanza nell'orientamento più recente, non è del tutto escluso. Contributo personale ed economico di ciascun coniuge alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio comune e personale. Questo è un elemento centrale per la funzione perequativa-compensativa. Reddito di entrambi i coniugi: Attuale e potenziale. Durata del matrimonio. Età e stato di salute del coniuge richiedente. Giurisprudenza Recente: La giurisprudenza, soprattutto a partire dalla citata sentenza delle Sezioni Unite del 2018, ha posto l'accento sulla necessità di accertare, in primo luogo, se sussista uno squilibrio economico significativo tra i coniugi dopo il divorzio. In secondo luogo, occorre verificare se tale squilibrio sia causalmente connesso alle scelte di vita familiare adottate durante il matrimonio, che abbiano penalizzato le opportunità di un coniuge a vantaggio dell'altro e/o della famiglia. Non è più sufficiente fare riferimento al mero mantenimento del tenore di vita goduto durante il matrimonio come unico parametro. L'assegno divorzile mira a rendere il coniuge economicamente più debole tendenzialmente autonomo, tenendo conto del suo contributo pregresso e delle sue capacità attuali e potenziali. In Sintesi: L'assegno divorzile è una misura economica prevista dalla legge sul divorzio (articolo 5, comma 6, Legge n. 898/1970) che può essere riconosciuta dal giudice a un coniuge che non ha mezzi adeguati, con una funzione sia assistenziale che perequativa-compensativa, valutando una serie di criteri specifici e tenendo conto delle interpretazioni fornite dalla giurisprudenza.
"l'assegno di mantenimento"
Pubblicato su IUSTLABL' assegno di mantenimento è un contributo economico che un coniuge o genitore è tenuto a versare all'altro in caso di separazione, divorzio o cessazione della convivenza, per garantire il sostentamento del coniuge economicamente più debole e/o dei figli. A chi spetta: Al coniuge: in caso di separazione o divorzio, se economicamente più debole e non in grado di provvedere autonomamente al proprio sostentamento. Ai figli: sia minorenni che maggiorenni non economicamente autosufficienti. Come viene determinato l'importo: L'importo dell'assegno di mantenimento viene stabilito dal giudice, tenendo conto di diversi fattori: Reddito e patrimonio dei coniugi/genitori: viene valutata la capacità economica di entrambi. Tenore di vita durante il matrimonio/convivenza: si cerca di mantenere, per quanto possibile, lo stesso standard di vita. Esigenze del coniuge/figli: si considerano le spese necessarie per il sostentamento, l'abitazione, l'istruzione, la salute, ecc. Durata del matrimonio/convivenza: una convivenza o un matrimonio di lunga durata può influire sull'importo dell'assegno. Età e stato di salute dei coniugi/genitori: eventuali problemi di salute o età avanzata possono incidere sulla capacità di lavorare e quindi sull'importo dell'assegno. Capacità lavorativa del coniuge richiedente: viene valutata la possibilità del coniuge economicamente più debole di trovare un lavoro e provvedere a se stesso. Modalità di versamento: L'assegno di mantenimento può essere versato in diverse modalità: Versamento periodico: di solito mensile. Versamento in un'unica soluzione: in alcuni casi, può essere concordato un versamento unico. Variazione dell'assegno: L'importo dell'assegno di mantenimento può essere modificato in caso di variazioni significative delle condizioni economiche dei coniugi/genitori o delle esigenze dei figli. Assegno di mantenimento per i figli: Nel caso dei figli, l'assegno di mantenimento è finalizzato a coprire le spese necessarie per il loro sostentamento, istruzione, educazione e salute. L'importo viene determinato in base alle esigenze dei figli e alla capacità economica dei genitori. Tabella di Mantenimento: Sebbene non esista una tabella fissa a livello nazionale, alcuni tribunali utilizzano delle tabelle indicative per il calcolo dell'assegno di mantenimento dei figli, basate sul reddito dei genitori. Aggiornamento ISTAT: L'assegno di mantenimento può essere soggetto ad aggiornamento annuale in base agli indici ISTAT, per adeguarlo all'inflazione.
L’efficienza del decreto ingiuntivo
Pubblicato su IUSTLABUn decreto ingiuntivo , chiamato anche ingiunzione di pagamento , è un provvedimento giudiziario emesso da un giudice su richiesta di un creditore, con il quale si ordina a un debitore di pagare una determinata somma di denaro, consegnare una specifica quantità di beni mobili o fare una determinata cosa (ad esempio, non costruire un muro). In parole povere, è un ordine del giudice che impone a qualcuno di pagare o fare qualcosa a favore di un altro. Quando si usa il Decreto Ingiuntivo? Il decreto ingiuntivo è uno strumento rapido ed efficace per ottenere il pagamento di un credito o l'adempimento di un'obbligazione quando il creditore possiede una prova scritta del proprio diritto. Le prove scritte più comuni che permettono di richiedere un decreto ingiuntivo sono: Fatture non pagate: Se hai emesso una fattura per beni o servizi forniti e il cliente non ha pagato. Cambiali e assegni: Titoli di credito che attestano un debito. Contratti scritti: Accordi firmati che prevedono un obbligo di pagamento o di fare. Estratti conto certificati: Documenti bancari che dimostrano un saldo a debito. Riconoscimenti di debito scritti: Dichiarazioni firmate dal debitore in cui ammette di avere un debito. Come funziona il Decreto Ingiuntivo? La procedura per ottenere un decreto ingiuntivo è generalmente più semplice e veloce rispetto a una causa ordinaria: Ricorso del creditore: Il creditore, tramite un avvocato, presenta un ricorso al giudice competente (solitamente il Giudice di Pace o il Tribunale a seconda dell'importo del credito). Nel ricorso, il creditore espone i fatti, indica la somma o la cosa dovuta e allega la prova scritta del proprio diritto. Esame del giudice: Il giudice esamina il ricorso e i documenti presentati. Se ritiene che la domanda sia fondata sulla prova scritta, emette il decreto ingiuntivo senza sentire il debitore. Notifica al debitore: Il decreto ingiuntivo viene notificato al debitore entro un termine stabilito (solitamente 60 giorni dall'emissione). La notifica è un atto formale che porta a conoscenza del debitore l'esistenza del decreto e l'ordine di pagare o fare. Opposizione del debitore: Una volta ricevuto il decreto ingiuntivo, il debitore ha un termine (solitamente 40 giorni dalla notifica) per presentare opposizione se ritiene che il credito non sia dovuto o che ci siano motivi validi per contestare l'ingiunzione. Se il debitore non presenta opposizione entro il termine, il decreto ingiuntivo diventa definitivo (passa in giudicato) e acquista la stessa efficacia di una sentenza. Il creditore potrà quindi procedere con l'esecuzione forzata (ad esempio, il pignoramento dei beni del debitore) per ottenere quanto gli è dovuto. Se il debitore presenta opposizione , si apre una vera e propria causa civile ordinaria in cui il giudice esaminerà le ragioni del creditore e del debitore. Vantaggi del Decreto Ingiuntivo: Rapidità: La procedura per ottenere il decreto è generalmente più veloce rispetto a una causa ordinaria. Economicità: Solitamente i costi iniziali sono inferiori rispetto a una causa ordinaria. Efficacia: Se non opposto, il decreto diventa un titolo esecutivo che permette di avviare subito l'esecuzione forzata. In sintesi, il decreto ingiuntivo è uno strumento legale rapido ed efficace per ottenere il pagamento di un debito o l'adempimento di un'obbligazione quando si dispone di una prova scritta.
"i diritti inespressi"
Pubblicato su IUSTLABI "diritti inespressi" sono benefici economici o prestazioni che, pur spettando al pensionato, non vengono erogati automaticamente dall'INPS, ma richiedono una specifica domanda. Si tratta di incrementi, agevolazioni o integrazioni che possono aumentare l'importo della pensione, soprattutto per chi percepisce trattamenti minimi o ha redditi bassi. Ecco alcuni dei principali diritti inespressi: Integrazione al trattamento minimo : se l'importo della pensione è inferiore al minimo stabilito dalla legge, è possibile richiedere l'integrazione per raggiungere tale soglia. Maggiorazioni sociali della pensione e incremento : sono previsti aumenti dell'importo della pensione per i pensionati con redditi bassi e determinate condizioni personali (ad esempio, età avanzata, invalidità). Importo aggiuntivo dell'assegno pensionistico : è un'ulteriore somma che può essere richiesta da chi ha redditi particolarmente bassi. Quattordicesima mensilità : è una somma aggiuntiva che viene erogata ai pensionati con redditi bassi. Assegno al nucleo familiare : spetta ai pensionati con familiari a carico e redditi bassi. Chi può richiederli? I diritti inespressi possono spettare a diverse categorie di pensionati, in particolare: Pensionati con almeno 65 anni che ricevono la pensione minima. Coloro a cui spetta l'assegno familiare per reddito basso. Persone con invalidità civile totale al 100%. Importante: Il diritto ai benefici può essere soggetto a prescrizione, quindi è importante verificare i termini per la presentazione della domanda.
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Pesaro (PU)