Caso legale:
Ho appena definito, con accordo transattivo, una posizione debitoria di una cliente nei confronti di un primario Istituto Bancario Italiano.
A seguito della sottoscrizione, nel lontano 2014, di un mutuo fondiario per un importo di €. 190.000,00 per l'acquisto della propria abitazione principale, la mia cliente non è riuscita ad onorare il piano di ammortamento, maturando un debito, tra rate non pagate, interessi di mora maturati e capitale residuo da rimborsare, di circa €. 240.000,00. La procedura di sovraindebitamento, in origine attivata, non è stata omologata dal tribunale Competente stante il voto contrario della stessa banca, titolare di una quota percentuale del credito superiore al 60%. Successivamente ed all'esito di tutta una serie di contestazioni circa la regolarità e legittimità del contratto di mutuo e dopo un lungo quanto estenuante periodo di trattative, si è finalmente giunti ad un accordo transattivo in forza del quale la banca, a fronte di un credito consolidato di circa €. 240.000,00, si è dichiarata disposta ad accettare, a saldo e stralcio ed a definizione di ogni e qualsiasi pretesa creditoria vantata nei riguardi della cliente, un importo di "appena" €. 110.000,00 con conseguente obbligo, da parte della stessa banca, di provvedere alla cancellazione del nominativo della mia cliente dalla Centrale Rischi di Banca d'Italia oltre che da tutte le altre Banche Dati Private, con conseguente ritorno "in bonis" della cliente.