Pubblicazione legale:
In tema di responsabilità medica, il danno da emotrasfusione ha generato nel tempo una rilevante produzione giurisprudenziale che, associata al progresso scientifico medico-legale, ne ha delineato i controversi aspetti del risarcimento. L’ambito giuridico deve essere affrontato tenendo conto dello sviluppo delle tecniche diagnostiche preventive, studiate con il fine di minimizzare il rischio di contagio post-trasfusionale.
Nel corso degli ultimi anni infatti, l’emanazione di normative da parte del Ministero della Salute – susseguitesi di pari passo alle conquiste scientifiche - hanno notevolmente ridimensionato il rischio di patologie derivanti da trasfusioni.
Il complesso e lungo percorso è arrivato, alla fine, a centrare un importante obiettivo avente una duplice indiscussa valenza, da un lato, infatti, è riuscito a preservare al meglio la salute del paziente, dall’altro, ha sensibilmente ridotto il rischio per la Pubblica Amministrazione, di dover risarcire quei danni non sempre prevedibili, derivanti dalle emotrasfusioni.
In particolare, oggi in Italia, ai virus del HBV, HCV, HIV vengono applicate metodiche molecolari che permettono di escludere un donatore infetto con un margine di errore prossimo all’1x10-6. Questa stringente procedura di controllo del sangue, è stata introdotta nel nostro paese tra gli anni ‘80 e ’90 e, definitivamente applicate con rigore, dai primi anni 2000.