Emanuele Toma

Sentenza giudiziaria

Con la sentenza, il mio assistito ha conseguito con successo la dichiarazione del proprio status di cittadino italiano jure sanguinis. Inoltre, essendo lo stesso parte di un'unione civile omoaffettiva, ha ottenuto il riconoscimento del proprio vincolo ottenendone la trascrizione anche presso i registri di stato civile italiani.

Intervista pubblica

Acquisire una nuova cittadinanza o emigrare significa determinare l'applicazione di un nuovo complesso di regole alla propria vita privata, matrimoniale e, in generale, familiare. In particolare, lo scioglimento del vincolo matrimoniale - per divorzio che a sua volta potrebbe essere giudiziale o consensuale - può comportare problemi di tutela dei patrimoni dei singoli coniugi, nonché dei minori eventualmente coinvolti. Nell'intervista parlo con la Radio Avvocati Regione Lazio a proposito del recentissimamente introdotto DL 36 del 2025, della revoca di una cittadinanza, dei principi nazionali in tema di immigrazione e sovranazionali in tema di tutela dell'unità familiare, nonché di divorzio, affidamento internazionale di minore e diritto di famiglia in generale.

Sentenza giudiziaria

Con la sentenza in commento 3 italo-discendenti sono stati dichiarati ad ogni senso di legge cittadini Italiani, ottenendo le trascrizioni di tutta la documentazione a ciò relativa, con conseguente soccombenza del Ministero dell'Interno costituito tramite l'Avvocatura dello Stato.

Sentenza giudiziaria

Con la sentenza, i miei assistiti hanno conseguito con successo la dichiarazione del loro status di cittadini italiani jure sanguinis.

Sentenza giudiziaria

I ricorrenti sono stati riconosciuti cittadini italiani jure sanguinis.

Esperienza di lavoro

La mia prima esperienza nell'ambito degli studi legali la ebbi come praticante in uno studio multi-settoriale che accoglie sia professionisti del diritto penale, sia professionisti del settore civile. Durante tale periodo di formazione specializzata ho avuto modo di accompagnare avvocati con decadi di esperienza nell'assistenza a clienti dalle necessità più disparate. Spiccano, tra gli altri, nel settore penale le competenze maturate in relazione a reati di violenza o concernenti l'uso di sostanze stupefacenti o psicotrope; nel settore civile, quelle connesse alla trattazione di procedimenti di divorzio giudiziale.

Titolo professionale

Ph.D. conseguito presso il più prestigioso ateneo italiano, a seguito di tre anni di alta formazione nei settori cruciali del Diritto Pubblico: Diritto e procedura penale, Diritto Costituzionale e Diritto Amministrativo.

Pubblicazione legale

In questo contributo affronto ancora una volta il tema della prova per intercettazioni, rilevante nei procedimenti per reati più gravi come l'associazione a fini di spaccio, la detenzione di droghe pesanti, i delitti di violenza. Svolgo osservazioni critiche alla sentenza della sez. V della Corte di Cassazione, così massimata: "Deve escludersi che il captatore informatico possa in inquadrarsi tra “i metodi o le tecniche” idonee ad influire sulla libertà di determinazione del soggetto, come tali vietati dall’art. 188 c.p.p. Il trojan horse, infatti, non esercita alcuna pressione sulla libertà fisica e morale della persona, non mira a manipolare o forzare un apporto dichiarativo, ma, nei rigorosi limiti in cui sono consentite le intercettazioni, capta le comunicazioni tra terze persone, nella loro genuinità e spontaneità."

Caso legale seguito

Ho accompagnato la società Made (Digbeth 4) Limited (registro societario UK: 15137702) fornendo consulenze tecniche legali in ordine alle decisioni da prendere e alla procedura da seguire per opporsi all'ordine di esproprio da cui era stata raggiunta. Inoltre ho analizzato il contratto di vendita del terreno espropriato, indicando le strategie giudiziali ed extragiudiziali da mettere in atto per ottenere una rescissione del contratto con restituzione integrale della somma lasciata a titolo di deposito cauzionario.

Pubblicazione legale

La Corte europea dei diritti dell’uomo condanna ancora l’Italia per l’ormai ben noto problema dell’eccessiva ed irragionevole durata dei procedimenti e, nel farlo, vengono offerti interessanti spunti di riflessione su due problemi ulteriori: da un lato, l’impotenza processuale della persona offesa e l’inadeguatezza della legge c.d. Pinto, tale da essere ritenuta incompatibile con l’art. 13 CEDU in quanto non garantisce sufficientemente il diritto di tutti ad un ricorso effettivo; dall’altro lato, si trova invece la questione del diritto d’accesso ad un tribunale di cui all’art. 6, par. 1, CEDU al netto degli ultimi approdi in tema di “two avenues test”, il criterio sulla base del quale valutare se la sussistenza di una modalità alternativa per far valere la propria pretesa civilistica valga a ritenere l’ordinamento nazionale adeguato al principio convenzionale.

Pubblicazione legale

Si tratta un saggio di diritto penale processuale dal tenore estremamente tecnico e redatto interamente in lingua inglese, pubblicato nell'ambito di un progetto internazionale che ha visto coinvolti professori e ricercatori di tutta Europa (in particolare, Italia, Spagna e Polonia, ma anche altri). Nel saggio si approfondiscono argomenti di vario tipo, collegati alla tutela processuale dell'imputato contro intercettazioni illegittime, sia pure se nell'ambito di procedimenti per stupefacenti, ovvero a carico di soggetto già detenuto. Il contributo, dal carattere comparatistico, appare dotato di un grande valore scientifico.

Speaker ad evento

Nella conferenza ho trattato il tema delle disfunzionalità degli uffici giudiziari, e delle prassi organizzative che possono risolverli. In particolare, in seguito alla conclusione del Progetto di ricerca "Giustizia Agile", sono stato chiamato a riferire sui possibili approcci innovativi che potrebbero essere adottati al fine di eliminare i ritardi tristemente noti all'amministrazione italiana della giustizia.

Esperienza di lavoro

Ho assistito l'attività giurisdizionale della Suprema Corte svolgendo ricerca giuridica e assistendo personalmente a udienze fondamentali nelle materie di competenza di questa: delitti concernenti droghe leggere e pesanti, associazione a fini di spaccio, delitti contro la libertà sessuale.

Esperienza di lavoro

Assegnista di ricerca come dottorando nella materia del Diritto e della Procedura penale, nel contesto del progetto di ricerca denominato "Giustizia Agile". Nell'ambito di tale esperienza formativa ho approfondito significativamente la struttura e l'organizzazione degli uffici giudiziari. Sotto un profilo professionalizzante ed utile al proficuo svolgimento della professione forense ho avuto modo di studiare tutta la giurisprudenza nella materia del diritto fallimentare penale della Corte d'Appello e del Tribunale di Roma, oggetto di approfondita analisi al fine di redigere il massimario delle decisioni di merito che tali uffici hanno successivamente impiegato.

Pubblicazione legale

La motivazione del decreto dispositivo delle intercettazioni è un presidio assoluto posto a garanzia dell’osservanza e del rispetto del bilanciamento tra contrapposti interessi operato dal legislatore. Per questo, essa è elemento necessario, a pena di inutilizzabilità (assoluta) del risultato delle captazioni effettuate in sua mancanza. Pur se nulla, invece, prevede la legislazione sovranazionale, è ormai ritenuta requisito indispensabile anche dalle Corti europee che, altrimenti, non sarebbero in condizione di valutare se le interferenze delle autorità pubbliche nell’intimità della vita privata e delle comunicazioni siano avvenute solo ed esclusivamente nei casi tassativamente previsti. In controtendenza si pone, tuttavia, la sentenza della Corte di Giustizia UE qui in commento, che sembra aprire alla legittimità di una motivazione che secondo la nostra giurisprudenza sarebbe ritenuta solo apparente.

Pubblicazione legale

La Corte di cassazione, Sezione I, torna a pronunciarsi sulla disciplina del “captatore informatico”, sotto uno degli aspetti più complessi: la grande versatilità che lo caratterizza. In particolare, la Suprema Corte cerca di inquadrare l’operazione di registrazione dello schermo del dispositivo bersaglio nella categoria dell’intercettazione di flussi di dati ex art. 266-bis c.p.p. e, nel tentativo, ha coniato di fatto il nuovo - e poco convincente - concetto dei “comportamenti comunicativi virtuali”. In proposito, torna utile esaminare la sentenza nel contesto della giurisprudenza di legittimità sul significato dei termini “intercettazione”, “comunicazione” e “flusso di dati” al fine di fornire una critica esauriente sulle argomentazioni della Corte.