Avvocato Emanuele Toma a Roma

Emanuele Toma

Avvocato Civilista e Penalista

Informazioni generali

L’avv. Toma opera nel Lazio e in tutta Italia, come Avvocato civilista (diritto di famiglia, contratti e immigrazione) e penalista (droghe e sostanze stupefacenti, reati tributari, molestie). Presta particolare attenzione alle questioni di diritto probatorio, con riguardo alla prova digitale e per intercettazioni, su cui ha scritto diversi saggi. Laureatosi col massimo dei voti all’Università La Sapienza di Roma, ha fin da subito intrapreso la carriera legale affiancandola alla prosecuzione della propria formazione conseguendo il proprio PhD. in Diritto Pubblico. Parla Inglese, Portoghese, Francese, Spagnolo e Tedesco.

Esperienza


Diritto penale

Il diritto penale è stata la mia prima passione professionale e il primo ambito in cui ho maturato esperienza, già a partire dalla pratica forense in uno studio dove ho seguito procedimenti per reati connessi alla circolazione stradale, alle molestie, al commercio di droghe e sostanze stupefacenti e abusi edilizi. Inoltre, è possesso del titolo di dottore di ricerca (Ph.D.) in Diritto e procedura penale, conseguito presso l'Università di Roma "La Sapienza". Ha svolto attività formativa presso la Suprema Corte di Cassazione, Sezione III, apprendendo le finezze giuridiche dei reati di competenza (molestie, reati tributari, droghe).


Diritto penitenziario

Formato in giurisprudenza nella materia della procedura penale ho approfondito, anche grazie al Dottorato di ricerca, molti degli ambiti ad essa affini tra cui il diritto penitenziario. In tale ambito, ho svolto e continuo a svolgere attività di collaborazione con la cattedra di Diritto Penitenziario della Sapienza, cosa che mi permette di mantenere le mie conoscenze sempre attuali e, al tempo stesso, di conseguirne nuove.


Violenza

La pratica forense svolta in vista dell'abilitazione, unitamente al tirocinio prestato ex art. 72 alla Suprema Corte di Cassazione, Sezione III, hanno costituito il mio primo avvicinamento alla materia. In seguito, anche grazie al particolare percorso da me seguito nell'ambito del diritto processuale penale, in relazione al diritto delle prove, ha costituito e costituisce ancora un elemento distintivo della mia figura professionale. Sono particolarmente attento alle questioni che concernono la tutela processuale dei soggetti c.d. "sensibili" e l'assistenza della parte civile/persona offesa.


Altre categorie

Stalking e molestie, Sostanze stupefacenti, Immigrazione e cittadinanza, Diritto civile, Diritto di famiglia, Unioni civili, Matrimonio, Adozione, Diritto dell'informatica, Diritto commerciale e societario, Fallimento e proc. concorsuali, Contratti, Eredità e successioni, Divorzio, Diritto tributario, Domiciliazioni e sostituzioni.



Credenziali

Titolo professionale

Dottorato di Ricerca in Diritto Pubblico

"La Sapienza" - Università di Roma - 5/2024

Ph.D. conseguito presso il più prestigioso ateneo italiano, a seguito di tre anni di alta formazione nei settori cruciali del Diritto Pubblico: Diritto e procedura penale, Diritto Costituzionale e Diritto Amministrativo.

Pubblicazione legale

Le intercettazioni effettuate mediante captatore informatico

Cass. Pen., 2021, 6, p. 2133

In questo contributo affronto ancora una volta il tema della prova per intercettazioni, rilevante nei procedimenti per reati più gravi come l'associazione a fini di spaccio, la detenzione di droghe pesanti, i delitti di violenza. Svolgo osservazioni critiche alla sentenza della sez. V della Corte di Cassazione, così massimata: "Deve escludersi che il captatore informatico possa in inquadrarsi tra “i metodi o le tecniche” idonee ad influire sulla libertà di determinazione del soggetto, come tali vietati dall’art. 188 c.p.p. Il trojan horse, infatti, non esercita alcuna pressione sulla libertà fisica e morale della persona, non mira a manipolare o forzare un apporto dichiarativo, ma, nei rigorosi limiti in cui sono consentite le intercettazioni, capta le comunicazioni tra terze persone, nella loro genuinità e spontaneità."

Pubblicazione legale

Inerzia del pubblico ministero e diritti della persona offesa davanti alla corte europea

Cass. Pen., 2021, 7/8, p. 2580

La Corte europea dei diritti dell’uomo condanna ancora l’Italia per l’ormai ben noto problema dell’eccessiva ed irragionevole durata dei procedimenti e, nel farlo, vengono offerti interessanti spunti di riflessione su due problemi ulteriori: da un lato, l’impotenza processuale della persona offesa e l’inadeguatezza della legge c.d. Pinto, tale da essere ritenuta incompatibile con l’art. 13 CEDU in quanto non garantisce sufficientemente il diritto di tutti ad un ricorso effettivo; dall’altro lato, si trova invece la questione del diritto d’accesso ad un tribunale di cui all’art. 6, par. 1, CEDU al netto degli ultimi approdi in tema di “two avenues test”, il criterio sulla base del quale valutare se la sussistenza di una modalità alternativa per far valere la propria pretesa civilistica valga a ritenere l’ordinamento nazionale adeguato al principio convenzionale.

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