Cristiana Masola

Esperienza di lavoro

Pratica forense: attività giudiziale e stragiudiziale, redazione atti e pareri, gestione archivio clienti. Consulenza legale in materia civile e penale. Sostituzioni in udienza.

Esperienza di lavoro

Attività giudiziale e stragiudiziale, redazione atti e pareri. Consulenza legale in materia penale. Sostituzioni in udienza.

Esperienza di lavoro

Ho iniziato la pratica forense subito dopo aver conseguito la Laurea in Giurisprudenza, iscrivendomi al registro dei praticanti Avvocati presso il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Napoli. Nel corso della pratica forense ho compiuto attività giudiziale e stragiudiziale, redigendo atti e pareri in materia di diritto penale ed assistendo ad udienze.

Titolo professionale

Corso biennale per l'iscrizione alle Liste dei Difensori di Ufficio

Titolo professionale

Ho frequentato il Corso di Perfezionamento in Legislazione Penale Minorile organizzato dall'Università di Napoli Federico II durante l'anno accademico 2020/2021. La frequentazione del corso ed il successivo superamento dell'esame ha fatto sì che mi specializzassi anche nel settore del diritto penale minorile.

Caso legale seguito

L’assistito che si recò da me in studio fu denunciato per il delitto di maltrattamenti in famiglia. La moglie riferiva che il marito in qualche occasione si era rivolto a lei con degli epiteti ingiuriosi. In sede di discussione abbiamo insistito chiedendo l’assoluzione dell’imputato in quanto il reato di maltrattamenti in famiglia non poteva ritenersi integrato perchè difettava l’ abitualità delle condotte vessatorie. Invero, in oltre venti anni di matrimonio, la persona offesa riusciva a riferire di soli tre episodi in cui il marito sarebbe stato ingiurioso nei suoi riguardi. Insistevamo perchè già il numero di episodi era del tutto insufficiente a configurare l’abitualità del reato. Il Giudice del Tribunale di Napoli Nord assolveva l’imputato e motivava la propria sentenza soffermandosi proprio sull’assenza dell’abitualità della condotta che è invece necessaria per la configurazione del delitto di cui all’art. 572 c.p.

Caso legale seguito

Un mio assistito è stato tratto a giudizio poiché individuato come partecipe di compagine criminosa. Invero, all’imputato veniva specificamente attribuita una condotta di partecipe, quale soggetto stabilmente stipendiato ed impiegato alla vendita di sostanze stupefacenti con funzione di spacciatore turnista su una piazza di spaccio. Rispetto alla formulazione del capo di imputazione mosso dall’Ufficio di Procura a seguito di giudizio immediato, le emergenze istruttorie emerse all’esito dell’istruttoria dibattimentale hanno mostrato che l’imputato in verità non aveva mai rivestito alcun ruolo all’interno della compagine criminosa. Questa Difesa, nel corso dell’istruttoria dibattimentale - durata quasi due anni – ha dimostrato che l’imputato non aveva né dato disponibilità nè favorito la realizzazione degli scopi perseguiti dalla compagine delinquenziale, né che - in seno a tale associazione - il medesimo avesse potuto assumere ruoli specifici, così come previsto da ogni organigramma criminale, producendo altresì documentazione da cui emergeva che l’imputato, per i periodi in contestazione, lavorava fuori il territorio nazionale. Il Tribunale in composizione collegiale ha assolto l’imputato per non aver commesso il fatto.