Christian Romanò

Informazioni generali

Considerando la specializzazione quale unico strumento per offrire un servizio di alto profilo e risultare competitivo in ogni circostanza riscontrabile nell'esercizio della professione, da dieci anni mi occupo esclusivamente di tematiche attinenti al diritto del lavoro, offrendo supporto a privati ed imprese in materia di: contratti di lavoro, licenziamenti individuali e collettivi, procedure disciplinari, differenze retributive, cessione di dipendenti, appalti, relazioni sindacali, regolamenti aziendali, infortuni sul lavoro ed ogni altra attività attinente alla gestione dei rapporti di lavoro.

Esperienza

Privacy e GDPR

Negli ultimi anni aziende e privati si sono visti costretti ad adeguare la propria struttura alle regole imposte dal c.d. GDPR in materia di raccolta, gestione e conservazione dei dati. Per questa ragione, non sono mancate occasioni in cui mi sono perlopiù occupato della redazione di modelli privacy utili a garantire il rispetto della normativa da parte di piccole, medie e grandi imprese con riferimento alla gestione dei dati attinenti al personale impiegato o ai dati aziendali riferibili ai propri business partner

Diritto del lavoro

Credo fermamente che la prevenzione sia la chiave per evitare lunghi e costosi giudizi. Per questa ragione, offro consulenze mirate e strategie personalizzate che hanno per obiettivo primario quello di raggiungere gli obiettivi prefissati garantendo allo stesso tempo il rispetto della normativa vigente e la prevenzione di azioni che possano dar luogo a sanzioni da parte degli enti amministrativi o contenziosi tra la parte datoriale del rapporto ed il dipendente.

Licenziamento

Potendo ipotizzare con un discreto grado di precisione l'esito di una controversia scaturita dal licenziamento - sia esso derivante da motivi oggettivi o disciplinari -, il mio intervento prevede una preliminare fase di valutazione dei rischi e delle modalità con cui risulta opportuno procedere; soltanto successivamente, se necessario, offro assistenza nel corso delle trattative volte alla definizione stragiudiziale della vertenza e rappresentanza in giudizio. Per quanto attiene ai licenziamenti collettivi, offro assistenza dalla prima fase di valutazione di avvio della procedura e sino all'irrogazione/impugnazione dei licenziamenti

Altre categorie

Sicurezza ed infortuni sul lavoro, Pignoramento, Diritto penale, Diritto civile, Diritto commerciale e societario, Proprietà intellettuale, Recupero crediti, Contratti, Mobbing, Previdenza, Diritto sindacale.

Credenziali

Esperienza di lavoro

Avvocato giuslavorista - LabJus Associazione Professionale

Dal 5/2015 al 12/2023

Lo studio dove ho iniziato a svolgere la professione di avvocato, occupandomi prevalentemente di diritto del lavoro offrendo consulenza giudiziale e stragiudiziale

Esperienza di lavoro

Avvocato giuslavorista - Studio legale

Dal 12/2024 - lavoro attualmente qui

Da anni presto assistenza legale in ambito giuslavoristico in favore di primarie imprese e privati, oltre che in materia di rapporti di agenzia.

Caso legale seguito

Atto di pignoramento e successiva istanza al fondo di garanzia INPS per il recupero del TFR

Mancato pagamento dell'ultima retribuzione e del TFR

Spesso, accade che un'azienda incapiente manchi di accantonare mensilmente il TFR maturato dal dipendente e, quindi, risulti impossibilitata a corrispondere al lavoratore quanto dovuto all'atto della cessazione del rapporto. Fatto salvo il previo avvio dell'esecuzione forzata nei confronti della società, o l'eventuale insinuazione al passivo della procedura di liquidazione giudiziale (fallimento della società), in caso di insolvenza assisto i clienti nella procedura di recupero del TFR attraverso il deposito di apposita domanda al fondo di garanzia a ciò predisposto da parte dell'INPS.

Caso legale seguito

Azione di regresso da parte dell'INAIL

Alla Società datrice di lavoro viene richiesto il rimborso di quanto erogato dall'INAIL a seguito di un sinistro sul lavoro

Supponendo che l'incidente sul lavoro occorso al Signor X fosse la conseguenza della mancata adozione delle cautele previste dalla normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro, l'INAIL chiedeva alla Società il pagamento di quanto erogato in favore del dipendente infortunato e di quanto lo stesso dipendente avrebbe percepito sino alla morte, a titolo di pensione di invalidità. La difesa si é incentrata, con successo, a provare l'esatto adempimento alle prescrizioni imposte dalla normativa vigente in materia di salute e sicurezza, nonché, che l'incidente era scaturito da un'azione del tutto imprevedibile e non autorizzata messa in atto dallo stesso infortunato. Il Tribunale ha rigettato la domanda formulata dall'ente assicurativo, mandando assolta la datrice di lavoro da ogni pretesa.

Caso legale seguito

Pagamento delle differenze retributive e contributive

Elaborazione volutamente errata delle buste paga

Sempre più spesso capita che la retribuzione riconosciuta al personale dipendente non corrisponda alle ore di lavoro effettivamente prestate; in tale ambito mi é capitato di assistere il lavoratore che, sebbene formalmente assunto con contratto di lavoro part-time al 75%, prestasse ben oltre 40 ore di lavoro settimanali. La difesa si é incentrata nel provare l'effettivo orario di lavoro osservato, anche attraverso i) la produzione di documenti da cui emergeva che il dipendente fosse presente in cantiere dal lunedì al sabato compresi, per almeno 8 ore al giorno, e ii) l'audizione di testimoni (colleghi; dipendenti di terze società chiamate a prestare attività nell'ambito del medesimo cantiere). Visto che l'accoglimento delle domande volte ad ottenere il pagamento delle ore di lavoro eccedenti quelle contrattuali é sotteso all'assolvimento dell'onere della prova che grava sul dipendente, il caso si é risolto attraverso la sottoscrizione di un verbale di conciliazione che ha consentito al dipendente, ma anche alla datrice di lavoro, di evitare l'alea del giudizio e raggiungere un accordo che ha soddisfatto entrambe le parti.

Caso legale seguito

Licenziamento per giusta causa

Quando dietro al licenziamento disciplinare si celano in realtà motivi ritorsivi

Nel corso dell'ultimo periodo mi é capitato di assistere un lavoratore impiegato nel campo della logistica, destinatario di un licenziamento per giusta causa per non aver adempiuto correttamente agli incarichi che gli erano assegnati, tuttavia, come é stato dimostrato, dietro alle ragioni sottese al licenziamento si celava in realtà il desiderio aziendale di liberarsi di un dipendente che, "troppo" spesso, aveva denunciato condizioni di lavoro non conformi alle norme vigenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro. La difesa si é concentrata nel fornire prova i) del corretto operato del dipendente e dell'assenza di mancanze a lui concretamente attribuibili e ii) della consequenzialità tra le denunce - circa il malfunzionamento della struttura e della mancata fornitura dei DPI - che il dipendente aveva insistentemente promosso e l'avvio del procedimento disciplinare. Rilevata l'insussistenza dei fatti contestati al lavoratore e preso atto della stretta connessione, quanto della consequenzialità tra le fondate lamentele promosse e l'avvio del procedimento disciplinare, il Tribunale di Milano ha accertato la ritorsività e la discriminatorietà del licenziamento disponendo la reintegra del lavoratore.

Titolo professionale

Scuola di alta formazione in diritto del lavoro sindacale e della previdenza sociale

Scuola di alta formazione AGI (Associazione Giuslavoristi Italiani) - 1/2023

Nel biennio 2022/2023 ho frequentato la scuola di alta formazione in diritto del lavoro organizzata dall'AGI; tale esperienza formativa mi ha permesso di accrescere il livello della specializzazione giuslavoristica e restare aggiornato rispetto all'evoluzione delle tematiche attinenti alla materia.

Caso legale seguito

Minimali contributivi INPS

Richiesta di integrazione dei versamenti contributivi da parte dell'INPS

Una delle più interessanti quanto attuali vicende di cui mi sono occupato negli ultimi mesi riguarda la pretesa, che l'INPS ha avanzato nei confronti della Società datrice di lavoro, avente ad oggetto la richiesta di pagamento del differenziale tra i contributi versati e quelli che, al contrario, la Società avrebbe dovuto versare laddove avesse applicato il CCNL firmato dalle OO.SS. "maggiormente rappresentative", che a sua volta prevedeva livelli retributivi più alti. Ora, posto che i minimali contributivi vengono effettivamente calcolati sulla base dei livelli retributivi fissati dai CCNL firmati dalle OO.SS. maggiormente rappresentative, la difesa, che si é rivelata vincente, si é incentrata nel provare che il CCNL applicato dalla Società (logistica) dovesse in realtà rientrare tra quelli "maggiormente rappresentativi" e che, pertanto, i contributi versati in favore dell'ente previdenziale fossero correttamente calcolati e che, al contempo, nessuna violazione della normativa vigente era posta in essere dalla Società datrice di lavoro. Nel fornire tale prova, si é dato atto di quanto, CCNL firmati da sigle sindacali che un tempo potevano definirsi "minoritarie", hanno trovato sempre più ampia applicazione, giungendo in alcuni casi ad eguagliare i numeri registrati dai CCNL firmati dalle OO.SS. con una storia più lunga.