Caso legale:
In questo interessante caso mi sono cimentato in una materia piuttosto spinosa.
Varie erano state le violazioni dei diritti della mia assistita - in quanto consumatore - da parte della compagnia di energia elettrica di cui era cliente.
Per la precisione, si trattava di fornitura di energia elettrica per un'illuminazione votiva. Come tale, quindi, ben può ritenersi che i consumi e, di conseguenza, gli importi delle bollette, fossero davvero ridotti. Si può dunque facilmente immaginare la sorpresa della mia assistita quando ha ricevuto una bolletta di oltre € 700,00 per un periodo di circa dieci mesi. Si rivolgeva, così, a me.
Innanzitutto contattavo la compagnia fornitrice per richiederle la fatturazione dettagliata mese per mese, atteso che la bolletta si limitava a contenere, in sostanza, l'importo complessivo.
Scoprivo, dunque, che la compagnia aveva sbagliato sotto più aspetti: non solo aveva operato un'unica fatturazione nonostante nel contratto si leggesse chiaramente che la fatturazione dovesse avvenire su base mensile, ma aveva errato anche nella base del calcolo.
Questo perché il calcolo degli importi era avvenuto secondo l'"uso abitativo non residente", con considerevoli ripercussioni sul piano economico.
Trattandosi di illuminazione votiva, infatti, dal punto di vista sistematico il calcolo corretto era quello secondo "Altri usi", non essendo - ovviamente - ad uso domestico.
Grazie a questi rilievi, permettevo alla mia cliente di risparmiare oltre € 200,00 sulla fatturazione e, oltretutto, ottenevo una rateizzazione del pagamento, con molta soddisfazione della mia assistita.