Caso legale:
La vicenda aveva ad oggetto l'impugnazione di un testamento olografo che, a dire di controparte, sarebbe stato scritto di pugno dalla zia dei miei clienti, con cui quest'ultimi venivano esclusi dal compendio ereditario. Il predetto testamento veniva impugnato in sede civile dalla scrivente difesa, la quale, ancor prima di procedere alla notifica del relativo atto di citazione, sottoponeva il predetto testamento all'attenzione del proprio consulente grafologo di fiducia, il quale ne accertava la falsità.
Difatti, durante le operazioni peritali eseguite nel corso del giudizio instaurato, a cui la scrivente partecipava personalmente, fornendo al nominato consulente tecnico d'ufficio le scritture di comparazione, emergeva la manifesta falsità del testamento oggetto del giudizio.