Sono stata addetta all'ufficio legale di una grande impresa di costruzioni, con sedi in tutta Italia, e mi sono occupata di tutte le fasi, dalla partecipazione alle gare fino all'esecuzione, di appalti pubblici e privati, di subappalti e di contratti di fornitura con posa in opera. Attualmente come avvocato libero professionista continuo a trattare la materia.

Roberta Dall'argine
Avvocato Arbitro Mediatore Civile Familiare, Gestore della Crisi da Sovraindebitamento
Informazioni generali
Sono Avvocato e Arbitro. Esperto in materia civile e commerciale, in contrattualistica in genere con particolare riguardo alle locazioni, al diritto di famiglia: separazioni e divorzi, affidamento dei figli minori e adozioni. Sono Mediatore Civile e Commerciale, Mediatore Familiare, e Gestore della crisi da Sovraindebitamento ed Esperto Negoziatore della Crisi Aziendale.
Esperienza
Sono Mediatore Civile e Commerciale da oltre dieci anni e presto la mia opera professionale per l'Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia, per l'Ente Medyapro, per la Camera di Mediazione di Milano. Sono altresì Mediatore Familiare ed ho partecipato a diversi masters e convegni - che ho tenuto personalmente come relatore - nella materia di mediazione.
Posseggo ampia formazione che consente al cliente, sia privato che impresa, una tutela a tutto tondo in ambito civilistico, sia giudiziale che stragiudiziale, nonché di giustizia alternativa, quali appunto la mediazione, l’arbitrato, la negoziazione assistita e gli altri sistemi adr. Sono altresì gestore della crisi da sovraindebitamento ed esperto negoziatore della crisi di impresa.
Altre categorie
Diritto di famiglia, Separazione, Divorzio, Affidamento, Adozione, Fallimento e proc. concorsuali, Recupero crediti, Domiciliazioni e sostituzioni, Contratti, Eredità e successioni, Matrimonio, Tutela dei minori, Diritto commerciale e societario, Pignoramento, Diritto immobiliare, Edilizia ed urbanistica, Diritto condominiale, Locazioni, Sfratto, Incidenti stradali, Arbitrato, Risarcimento danni, Sovraindebitamento, Cassazione, Diritto amministrativo, Ricorso al TAR, Aste giudiziarie, Unioni civili, Incapacità giuridica, Fusioni e acquisizioni, Antitrust e concorrenza sleale, Proprietà intellettuale, Brevetti, Marchi, Franchising, Diritto bancario e finanziario, Investimenti, Usura, Antiriciclaggio, Diritto assicurativo, Multe e contravvenzioni, Tutela del consumatore, Malasanità e responsabilità medica, Diritto ambientale, Diritto e sicurezza alimentare, Tutela degli animali, Diritto agrario, Diritto del turismo, Arte e beni culturali, Privacy e GDPR, Diritto canonico, Negoziazione assistita, Diritto del lavoro, Mobbing, Sicurezza ed infortuni sul lavoro, Licenziamento, Previdenza, Diritto sindacale, Diritto penale, Violenza, Stalking e molestie, Truffe, Omicidio, Discriminazione, Sostanze stupefacenti, Diritto internazionale ed europeo.
Credenziali
Master in Crisi da Sovraindebitamento
Diritto - 1/2025Il corso mi ha consentito di approfondire sia la crisi da sovraindebitamento delle persone fisiche che delle imprese. Ciò consente una liberazione dai propri debiti con un pagamento solo parziale degli stessi e la possibilità di comunicare una vita migliore o recuperare la funzionalità ed efficienza della propria impresa.
Spese a carico dell'inquilino
Pubblicato su IUSTLABSei una persona fisica o un’impresa in affitto? Ecco un elenco delle spese che devi sostenere e non puoi addebitare al proprietario: ASCENSORE Manutenzione ordinaria e piccole riparazioni Consumi energia elettrica per forza motrice e illuminazione Ispezioni e collaudi AUTOCLAVE Manutenzione ordinaria Forza motrice Ricarico pressione del serbatoio Ispezioni, collaudi e lettura contatori IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE, DI VIDEOCITOFONO, DI VIDEOSORVEGLIANZA E SPECIALI Manutenzione ordinaria dell’impianto comune di illuminazione Manutenzione ordinaria degli impianti di suoneria e allarme Manutenzione ordinaria dei citofoni e videocitofoni Manutenzione ordinaria di impianti speciali di allarme, sicurezza e simili Manutenzione ordinaria di impianti di videosorveglianza IMPIANTI DI RISCALDAMENTO, CONDIZIONAMENTO, PRODUZIONE ACQUA CALDA, ADDOLCIMENTO ACQUA, PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI Manutenzione ordinaria degli impianti, compreso il rivestimento refrattario Pulizia annuale degli impianti e dei filtri e messa a riposo stagionale Lettura dei contatori Acquisto combustibile, consumi di forza motrice, energia elettrica e acqua 1 IMPIANTI SPORTIVI Addetti (bagnini, pulitori, manutentori ordinari ecc.) Consumo di acqua per pulizia e depurazione Acquisto di materiale per la manutenzione ordinaria IMPIANTO ANTINCENDIO Manutenzione ordinaria Ricarica degli estintori, ispezioni e collaudi IMPIANTO CENTRALIZZATO DI RICEZIONE RADIOTELEVISIVA E DI FLUSSI INFORMATIVI Manutenzione ordinaria dell’impianto centralizzato per la ricezione radiotelevisiva e per l’accesso a qualunque altro genere di flusso informativo, anche da satellite o via cavo PARTI COMUNI Manutenzione ordinaria grondaie, sifoni e colonne di scarico Manutenzione ordinaria di tetti e lastrici solari Manutenzione ordinaria della rete di fognatura, compresa la disostruzione dei condotti e pozzetti Manutenzione ordinaria di pareti, corrimano, ringhiere di scale e locali comuni Consumo di acqua ed energia elettrica per le parti comuni Manutenzione delle aree verdi, compresa la riparazione degli attrezzi utilizzati Manutenzione ordinaria di attrezzature quali caselle postali, cartelli segnalatori, bidoni, armadietti per contatori, zerbini, tappeti, guide e altro materiale di arredo Tassa occupazione suolo pubblico per passo carrabile PARTI INTERNE ALL’IMMOBILE LOCATO Manutenzione ordinaria di pavimenti e rivestimenti Manutenzione ordinaria di infissi, serrande e dell’impianto sanitario Rifacimento di chiavi e serrature Tinteggiatura di pareti Sostituzione di vetri Manutenzione ordinaria di apparecchi e condutture di elettricità, dei cavi, degli impianti citofonico, videocitofonico e degli impianti individuali di videosorveglianza, per la ricezione radiotelevisiva e per l’accesso a qualunque altro genere di flusso informativo anche da satellite o via cavo Verniciatura di opere in legno e metallo Manutenzione ordinaria dell’impianto di riscaldamento e condizionamento PORTIERATO Materiale per le pulizie Manutenzione ordinaria della guardiola PULIZIA Trattamento economico dell’addetto, compresi contributi previdenziali e assicurativi, accantonamento liquidazione, tredicesima, premi, ferie e indennità varie, anche locali, come da c.c.n.l. Spese per le pulizie appaltate a ditta Materiale per le pulizie Manutenzione ordinaria dei macchinari per la pulizia Derattizzazione e disinfestazione dei locali legati alla raccolta delle immondizie Disinfestazione di bidoni e contenitori di rifiuti Tassa rifiuti o tariffa sostitutiva Sacchi per la raccolta dei rifiuti SGOMBERO NEVE Spese relative al servizio, compresi i materiali d’uso
Successione: che fare
Pubblicato su IUSTLABLa successione ereditaria è legata ad un evento triste e spesso rimosso dai propri pensieri: la morte. Tuttavia, è bene conoscere come comportarsi quando ciò ineluttabilmente avviene. Quando avviene un decesso è, sin da subito, consigliabile rivolgersi ad un professionista, per avere informazioni sulla devoluzione della successione, per sapere cosa fare se vi è un testamento e cosa invece fare se il defunto nulla ha disposto per il caso di sua morte. Nel caso si trovi un testamento, infatti, lo si deve portare ad un notaio per la sua pubblicazione. Se invece non si sa se un testamento esiste ci si può rivolgere al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati o all’Archivio Notarile. È opportuno, poi, ricostruire un quadro completo del patrimonio del defunto, anche per predisporre la dichiarazione di successione ai fini fiscali, da effettuare entro il termine di un anno dalla morte. L’avvocato può essere d’aiuto preventivamente, ossia per redigere correttamente un testamento, per affidargli la custodia dello stesso e per occuparsi successivamente degli adempimenti del caso e per illustrare le regole vigenti sulla devoluzione del patrimonio. CHI SONO GLI EREDI I soggetti coinvolti nella successione dovranno, poi, decidere se procedere alla accettazione o rinunzia all’eredità, ovvero avere informazioni sulla disciplina applicabile in caso di legato: l’attribuzione, in altre parole, di un bene determinato. Le norme del codice che disciplinano questa materia, e cioè la devoluzione ereditaria nel caso in cui il de cuius non lasci un testamento, che sono definite nel loro insieme come “successione legittima”: in altre parole, in questo caso è la legge che individua gli eredi e quanto spetta a ciascuno di essi. Il codice civile, presumendo di interpretare la volontà del defunto, stabilisce, in sostanza, che qualora taluno deceda senza lasciare testamento, a lui succedono i suoi più stretti congiunti: il coniuge superstite e i figli; in mancanza di figli, succedono i fratelli, le sorelle e gli ascendenti; e, infine, qualora manchino tutti questi soggetti, succedono i parenti del defunto, con la regola che la sussistenza di un parente di grado più stretto esclude la successione del parente di grado più remoto, fino al sesto. Coloro che succedono per successione legittima si dicono “eredi legittimi”, da non confondere i “legittimari”, che sono coloro cui la legge necessariamente riserva una quota del patrimonio ereditario (detta “quota di riserva” o “quota di legittima”) e che possono impugnare le donazioni e le disposizioni testamentarie con le quali il de cuius abbia violato questa riserva. COSA PUO’ CONTENERE UN TESTAMENTO Il testamento ha un contenuto essenzialmente patrimoniale, ma può contenere anche disposizioni rilevanti sotto un profilo non strettamente patrimoniale: ad esempio, è possibile che il testatore utilizzi il proprio testamento per domandare la cremazione oppure per riconoscere un figlio naturale, e può contenere disposizioni che non hanno alcun rilievo giuridico ma solo un valore morale o religioso. Il testamento deve essere scritto, interamente di proprio pugno dal de cuius (testamento olografo) oppure scritto da un notaio (testamento pubblico. La legge non consente il testamento orale. Perché sia valido, il testamento deve essere redatto da persona di maggiore età, non interdetto e capace di intendere e di volere. Il testamento può essere sempre cambiato, per tutta la durata della vita del de cuius che può sempre revocare o modificare le precedenti volontà espresse. Per tutelare alcuni soggetti che hanno avuto con il defunto stretti rapporti familiari riserva a questi una rilevante quota del patrimonio ereditario, che non può essere esclusa nemmeno per testamento. CHI SONO GLI EREDI LEGITTIMI E CHI I LEGITTIMARI Le persone a favore delle quali la legge riserva una quota di eredità sono: il coniuge, i discendenti e, in mancanza di discendenti, gli ascendenti. La legge riserva al coniuge la metà del patrimonio del de cuius , se non vi è concorso con i figli. La quota riservata al coniuge si riduce infatti in caso di concorso con i figli e precisamente: - a un terzo del patrimonio nel caso di concorso con un solo figlio; e: - a un quarto nel caso di concorso con più figli. Nel caso di concorso con ascendenti, la quota del coniuge rimane invece sempre pari alla metà dell'asse ereditario. Al coniuge superstite, anche se concorre con altri chiamati, sono poi sempre riservati i diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza famigliare e di uso sui mobili che la corredano. A favore dei figli, se non vi è concorso con il coniuge, è riservata la metà del patrimonio se il genitore lascia un figlio solo; se i figli sono più di uno, è loro riservata una quota di due terzi del patrimonio ereditario da dividersi in parti uguali. Gli ascendenti (genitori, nonni, bisnonni, ecc.) sono eredi necessari qualora il defunto non lasci figli legittimi o naturali. Essi hanno diritto ad un terzo del patrimonio ereditario. Se peraltro esiste una pluralità di ascendenti, la quota che complessivamente è loro riservata si ripartisce secondo il seguente criterio: per una metà succedono gli ascendenti della linea paterna e per l'altra metà gli ascendenti della linea materna. Se infine gli ascendenti non sono di egual grado, l'eredità è devoluta a quello di grado più vicino al defunto, senza distinzione di linea. QUANTO COSTA LA SUCCESSIONE L’imposta di successione ha avuto una storia travagliata: essa è stata disciplinata, a far tempo dal 1° gennaio 1991, dal testo unico di cui al decreto legislativo 346/1990 (anteriormente era disciplinata dal dpr 637 del 1972). Con l’articolo 13 della legge 383/2001, in vigore dal 25 ottobre 2001, l’imposta di successione venne poi soppressa, ma in seguito, con il decreto legge 262/2006 (entrato in vigore il 3 ottobre 2006), venne reintrodotta nel nostro ordinamento la tassazione delle successioni a causa di morte così come era disciplinata, tranne che per alcuni aspetti (principalmente le aliquote e le franchigie), dal predetto d. lgs. 346/1990. Attualmente, la tassazione inerente la trasmissione ereditaria è la seguente: a) se eredi siano il coniuge o i parenti in linea retta del de cuius , l’aliquota è del 4 per cento sul valore dell’attribuzione eccedente la soglia di 1 milione di euro per ciascun beneficiario (se quindi il defunto lascia il coniuge e un figlio e un’eredità del valore di 2,3 milioni di euro, si tassa con il 4 per cento il valore di euro 300mila); b) se eredi siano fratelli e sorelle del de cuius , va applicata l’aliquota del 6 per cento al valore dell’attribuzione eccedente la soglia di 100mila euro per ciascun beneficiario (e così, se il defunto lascia il coniuge e due fratelli, con attribuzione di 1,5 milioni per ciascuno, il coniuge è tassato con il 4 per cento del valore di euro 500mila mentre ciascun fratello è tassato con il 6 per cento del valore di euro 1,4 milioni); c) se eredi siano altri parenti del defunto fino al quarto grado (ad esempio, un cugino del defunto), affini in linea retta del defunto (il genero, il suocero) oppure affini in linea collaterale del defunto fino al terzo grado (un cognato), l’aliquota da applicare al valore ereditato è del 6 per cento e, in questo caso, non è prevista alcuna franchigia; d) se infine succedano al defunto soggetti diversi da quelli elencati in precedenza, si applica l’aliquota dell’8 per cento, senza franchigie. E’, quest’ultimo, il frequente caso dei conviventi non coniugati (né uniti in una unione civile): per le convivenze, infatti, la nostra legge non prevede regole particolari in materia di imposta di successione. Occorre precisare, infine, in tema di franchigia, che la legge ha un particolare riguardo per il successore che sia portatore di un handicap qualificato “grave”: in questo caso, infatti, a prescindere dal rapporto di parentela o affinità tra il defunto e l’erede disabile, questi comunque beneficia di una franchigia di un milione e 500mila euro. Il valore cui applicare le predette aliquote è, di regola, il valore “corrente” dei beni che compongono l’asse ereditario. Per assolvere l’obbligo di pagamento dell’imposta di successione occorre presentare all’Agenzia delle Entrate l’apposito “modello 4” (e cioè la cosiddetta “dichiarazione di successione”, reperibile presso ogni ufficio locale dell’Agenzia o sul suo sito internet), predisposto appunto per segnalare al fisco l’identità del defunto e dei suoi successori nonché la composizione dell’asse ereditario. QUANDO PRESENTARE LA DENUNCIA DI SUCCESSIONE La presentazione della dichiarazione di successione deve avvenire entro 12 mesi dalla data di apertura della successione, corrispondente, di regola, alla data di morte del contribuente. Competente a ricevere la dichiarazione di successione è l'ufficio dell’Agenzia delle Entrate nella cui circoscrizione era l’ultima residenza del defunto. È bene ricordare che prima di presentare la dichiarazione di successione occorre provvedere all’autoliquidazione e al pagamento, utilizzando il modello F23, dei seguenti tributi: l’imposta ipotecaria (codice tributo 649T), l’ imposta catastale (codice 737T), l’ imposta di bollo (per ogni formalità di trascrizione richiesta: codice 456T), la tassa ipotecaria (codice 778T, per ogni ufficio del Territorio territorialmente competente). L’imposta di successione viene invece liquidata dall’Ufficio e l’avviso di liquidazione viene notificato al contribuente, che ha 60 giorni per pagarla.
Sei un conduttore in locazione? Quali sono le spese che gravano a tuo carico
Pubblicato su IUSTLABSei una persona fisica o un’impresa in affitto? Ecco un elenco delle spese che devi sostenere e non puoi addebitare al proprietario: ASCENSORE Manutenzione ordinaria e piccole riparazioni Consumi energia elettrica per forza motrice e illuminazione Ispezioni e collaudi AUTOCLAVE Manutenzione ordinaria Forza motrice Ricarico pressione del serbatoio Ispezioni, collaudi e lettura contatori IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE, DI VIDEOCITOFONO, DI VIDEOSORVEGLIANZA E SPECIALI Manutenzione ordinaria dell’impianto comune di illuminazione Manutenzione ordinaria degli impianti di suoneria e allarme Manutenzione ordinaria dei citofoni e videocitofoni Manutenzione ordinaria di impianti speciali di allarme, sicurezza e simili Manutenzione ordinaria di impianti di videosorveglianza IMPIANTI DI RISCALDAMENTO, CONDIZIONAMENTO, PRODUZIONE ACQUA CALDA, ADDOLCIMENTO ACQUA, PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI Manutenzione ordinaria degli impianti, compreso il rivestimento refrattario Pulizia annuale degli impianti e dei filtri e messa a riposo stagionale Lettura dei contatori Acquisto combustibile, consumi di forza motrice, energia elettrica e acqua 1 IMPIANTI SPORTIVI Addetti (bagnini, pulitori, manutentori ordinari ecc.) Consumo di acqua per pulizia e depurazione Acquisto di materiale per la manutenzione ordinaria IMPIANTO ANTINCENDIO Manutenzione ordinaria Ricarica degli estintori, ispezioni e collaudi IMPIANTO CENTRALIZZATO DI RICEZIONE RADIOTELEVISIVA E DI FLUSSI INFORMATIVI Manutenzione ordinaria dell’impianto centralizzato per la ricezione radiotelevisiva e per l’accesso a qualunque altro genere di flusso informativo, anche da satellite o via cavo PARTI COMUNI Manutenzione ordinaria grondaie, sifoni e colonne di scarico Manutenzione ordinaria di tetti e lastrici solari Manutenzione ordinaria della rete di fognatura, compresa la disostruzione dei condotti e pozzetti Manutenzione ordinaria di pareti, corrimano, ringhiere di scale e locali comuni Consumo di acqua ed energia elettrica per le parti comuni Manutenzione delle aree verdi, compresa la riparazione degli attrezzi utilizzati Manutenzione ordinaria di attrezzature quali caselle postali, cartelli segnalatori, bidoni, armadietti per contatori, zerbini, tappeti, guide e altro materiale di arredo Tassa occupazione suolo pubblico per passo carrabile PARTI INTERNE ALL’IMMOBILE LOCATO Manutenzione ordinaria di pavimenti e rivestimenti Manutenzione ordinaria di infissi, serrande e dell’impianto sanitario Rifacimento di chiavi e serrature Tinteggiatura di pareti Sostituzione di vetri Manutenzione ordinaria di apparecchi e condutture di elettricità, dei cavi, degli impianti citofonico, videocitofonico e degli impianti individuali di videosorveglianza, per la ricezione radiotelevisiva e per l’accesso a qualunque altro genere di flusso informativo anche da satellite o via cavo Verniciatura di opere in legno e metallo Manutenzione ordinaria dell’impianto di riscaldamento e condizionamento PORTIERATO Materiale per le pulizie Manutenzione ordinaria della guardiola PULIZIA Trattamento economico dell’addetto, compresi contributi previdenziali e assicurativi, accantonamento liquidazione, tredicesima, premi, ferie e indennità varie, anche locali, come da c.c.n.l. Spese per le pulizie appaltate a ditta Materiale per le pulizie Manutenzione ordinaria dei macchinari per la pulizia Derattizzazione e disinfestazione dei locali legati alla raccolta delle immondizie Disinfestazione di bidoni e contenitori di rifiuti Tassa rifiuti o tariffa sostitutiva Sacchi per la raccolta dei rifiuti SGOMBERO NEVE Spese relative al servizio, compresi i materiali d’uso
Sei un proprietario di immobili concessi in locazione? Quali sono le spese che gravano a tuo carico
Pubblicato su IUSTLABSei un proprietario di un immobile concesso in locazione a persone fisiche o imprese? Ecco un elenco delle spese che devi sostenere e non puoi addebitare al conduttore: ASCENSORE Installazione e manutenzione straordinaria degli impianti Adeguamento alle nuove disposizioni di legge AUTOCLAVE Installazione e sostituzione integrale dell’impianto o di componenti primari (pompa, serbatoio, elemento rotante, avvolgimento elettrico ecc.) Imposte e tasse di impianto IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE, DI VIDEOCITOFONO, DI VIDEOSORVEGLIANZA E SPECIALI Installazione e sostituzione dell’impianto comune di illuminazione Installazione e sostituzione degli impianti di suoneria e allarme Installazione e sostituzione dei citofoni e videocitofoni Installazione e sostituzione di impianti speciali di allarme, sicurezza e simili Installazione e sostituzione di impianti di videosorveglianza IMPIANTI DI RISCALDAMENTO, CONDIZIONAMENTO, PRODUZIONE ACQUA CALDA, ADDOLCIMENTO ACQUA, PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI Installazione e sostituzione degli impianti Adeguamento degli impianti a leggi e regolamenti IMPIANTI SPORTIVI Installazione e manutenzione straordinaria IMPIANTO ANTINCENDIO Installazione e sostituzione dell’impianto Acquisto degli estintori IMPIANTO CENTRALIZZATO DI RICEZIONE RADIOTELEVISIVA E DI FLUSSI INFORMATIVI Installazione, sostituzione o potenziamento dell’impianto centralizzato per la ricezione radiotelevisiva e per l’accesso a qualunque altro genere di flusso informativo anche da satellite o via cavo PARTI COMUNI Sostituzione di grondaie, sifoni e colonne di scarico Manutenzione straordinaria di tetti e lastrici solari Manutenzione straordinaria della rete di fognatura Sostituzione di marmi, corrimano, ringhiere Installazione e sostituzione di serrature Installazione di attrezzature quali caselle postali, cartelli segnalatori, bidoni, armadietti per contatori, zerbini, tappeti, guide e altro materiale di arredo Tassa occupazione suolo pubblico per lavori condominiali PARTI INTERNE ALL’IMMOBILE LOCATO Sostituzione integrale di pavimenti e rivestimenti Manutenzione straordinaria dell’impianto di riscaldamento e condizionamento PORTIERATO Trattamento economico del portiere e del sostituto, compresi contributi nei limiti del 10% previdenziali e assicurativi, accantonamento liquidazione, tredicesima, premi, ferie e indennità varie, anche locali, come da c.c.n.l. Indennità sostitutiva alloggio portiere prevista nel c.c.n.l. L10% C90% Manutenzione straordinaria della guardiola PULIZIA Spese per l’assunzione dell’addetto Spese per il conferimento dell’appalto Acquisto e sostituzione macchinari per la pulizia Acquisto di bidoni, trespoli e contenitori
Quali sono le parti comuni di un immobile in condominio
Pubblicato su IUSTLABQuali sono le parti comuni degli edifici e specificamente dei condomini Il codice civile contiene un elenco di quelle parti che "Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari delle singole unità immobiliari dell'edificio, anche se aventi diritto a godimento periodico e se non risulta il contrario dal titolo" . L'elenco, che qui riportiamo, comprende: tutte le parti dell'edificio necessarie all'uso comune , come il suolo su cui sorge l'edificio, le fondazioni , i muri maestri , i pilastri e le travi portanti , i tetti e i lastrici solari , le scale, i portoni di ingresso, i vestiboli, gli anditi, i portici, i cortili e le facciate ; le aree destinate a parcheggio nonché i locali per i servizi in comune , come la portineria, incluso l'alloggio del portiere, la lavanderia, gli stenditoi e i sottotetti destinati, per le caratteristiche strutturali e funzionali, all'uso comune; le opere, le installazioni, i manufatti di qualunque genere destinati all'uso comune, come gli ascensori, i pozzi, le cisterne, gli impianti idrici e fognari, i sistemi centralizzati di distribuzione e di trasmissione per il gas, per l'energia elettrica, per il riscaldamento ed il condizionamento dell'aria, per la ricezione radiotelevisiva e per l'accesso a qualunque altro genere di flusso informativo, anche da satellite o via cavo, e i relativi collegamenti fino al punto di diramazione ai locali di proprietà individuale dei singoli condomini, ovvero, in caso di impianti unitari, fino al punto di utenza, salvo quanto disposto dalle normative di settore in materia di reti pubbliche». Ma il dato normativo non è sufficiente ; innanzitutto perchè l'elenco offerto dall'art. 1117 c.c. non è un elenco completo , ma solo esemplificativo ). Inoltre, quelle stesse parti indicate dall'art. 1117 c.c. possono anche non essere comuni , se ad indicarlo è il titolo o se non possono essere definite comuni secondo la ricostruzione di cui parleremo a breve. In assenza di definizioni normative , anche in questo caso, come in tanti altri, è stato determinante l'operato della dottrina e della giurisprudenza nell'individuare gli elementi caratterizzanti una parte comune .
Abuso dell'immagine altrui
Pubblicato su IUSTLABSull’abuso dell’immagine altrui la legge parla chiaro. L’art. 10 del codice civile afferma “Qualora l'immagine di una persona o dei genitori, del coniuge o dei figli sia stata esposta o pubblicata fuori dei casi in cui l'esposizione o la pubblicazione è dalla legge consentita, ovvero con pregiudizio al decoro o alla reputazione della persona stessa o dei detti congiunti, l'autorità giudiziaria, su richiesta dell'interessato, può disporre che cessi l'abuso, salvo il risarcimento dei danni”. Se qualcuno, dunque, pubblica contro la tua volontà espressa – e non tacita – la tua immagine, quella dei tuoi figli o del coniuge, per esempio sulle piattaforme social, puoi chiedere al Giudice di ordinare la rimozione della fotografia e chiedere a chi ha effettuato la pubblicazione un congruo risarcimento del danno. È necessario esprimere il proprio dissenso alla pubblicazione. Non basta la presunzione di diniego. E questo vale anche all’interno della stessa famiglia. Per esempio se sei separato e l’altro coniuge pubblica su facebook o altrove le foto dei vostri figli, puoi chiedergli legittimamente di rimuoverle e se non lo farà spontaneamente, ci penserà il Tribunale a cui puoi chiedere anche la liquidazione dei danni che avverrà in via equitativa secondo apposite tabelle.
Cose lasciate in palestra o in altri luoghi e responsabilità in caso di furto
Pubblicato su IUSTLABLasciare gli oggetti di valore nell’ armadietto della palestra è un’abitudine sicuramente frequente. Logico chiedersi quale tipo di responsabilità derivi alla struttura in caso di furto . In una recente sentenza (8865 del 2021), il Tribunale di Milano fa il punto sulla questione. La storia è quella dell’utente di una palestra, che ha lasciato un orologio costoso nell’armadietto, chiuso con codice, salvo poi non trovarlo più. Il cliente, quindi, chiedeva il risarcimento , invocando un obbligo di custodia a carico della palestra. La chiave è, appunto, l’obbligo di custodia . Punto di partenza sono le norme che il codice civile detta in tema di deposito in albergo. Secondo l’art. 1783, l’albergatore risponde per ogni deterioramento, distruzione o sottrazione delle cose portate nell’impianto o presso la struttura da parte dei clienti e custoditi negli armadietti. Questa responsabilità arriva “fino a dieci volte il valore del prezzo giornaliero di ingresso”. Diventa, invece, illimitata , nel caso in cui i beni siano affidati in custodia (art. 1784). Tale regime di responsabilità si considera esteso anche alle palestre. Chi si iscrive in una struttura sportiva, infatti, conclude un contratto cosiddetto complesso . Da parte del titolare dell’impianto, infatti, c’è un obbligo principale (far utilizzare le attrezzature ai clienti), ma anche uno accessorio (mettere a disposizione armadietti per riporre indumenti e oggetti non necessari alla prestazione sportiva). Questo obbligo accessorio, così come si è detto in tema di albergo, presenta due alternativi limiti di responsabilità. Nel caso di oggetti che il cliente lasci in armadietto, la responsabilità della palestra è limitata a dieci volte il valore del prezzo giornaliero di ingresso. La giurisprudenza circoscrive ulteriormente questa ipotesi. Ad essere coperti, infatti, sono solamente gli oggetti “di cui è opportuno liberarsi per il miglior godimento della prestazione”. La responsabilità della struttura è invece illimitata nel caso di oggetti oggetto di specifica consegna in custodia. L’importanza di usare le cassette di sicurezza E qua si torna al caso deciso dal Tribunale di Milano. Anche se la palestra offriva un servizio di cassette di sicurezza , il cliente ha preferito lasciare l’orologio in armadietto. Scelta che mal si concilia con il valore ingente dell’orologio. Chiaramente, il personale della palestra non può certo sorvegliare gli armadietti, che si trovano nello spogliatoio, pena la violazione della privacy dei clienti. Nulla si può imputare sotto questo aspetto al gestore. La responsabilità sarà perciò limitata, perché è mancato l’affidamento in custodia (art. 1784 codice civile) che, invece, si sarebbe configurato in caso di deposito nella cassetta di sicurezza. Se hai dubbi, contattami per una consulenza.
Responsabilità del padrone di animali
Pubblicato su IUSTLABL’art. 2052 c.c. stabilisce che il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è responsabile dei danni cagionati dall'animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito. Secondo la tesi tradizionale è da ritenersi responsabile chiunque abbia il potere di controllo sull'animale; l'importante, cioè, è il potere effettivo esercitato su questo. Responsabile sarebbe quindi chiunque custodisca l'animale, a qualunque titolo. Ma non tutta la dottrina concorda con questa opinione. Secondo una diversa opzione ricostruttiva infatti, la responsabilità non è ricollegata al potere di custodia, ma all’uso dell’animale. In questo senso è orientata la giurisprudenza più recente (Cass. 10189/2010; 2414/2014). Così, ad esempio, non è responsabile del danno provocato dal calcio di un cavallo colui che lo monta solo provvisoriamente, ma il gestore del maneggio, proprietario del cavallo stesso. Una volta accolta la tesi prevalente, per cui responsabile del danno non è il custode in quanto tale, ma il proprietario o chi trae utilità dall’animale, resta da appurare il concetto di terzo. Può capitare infatti che l’animale sia dato in custodia, e il danneggiato risulti colui che ha la custodia temporanea dell’animale. Secondo una parte della dottrina terzo è chiunque venga danneggiato, e quindi anche il custode dell’animale (ad esempio colui che monta provvisoriamente il cavallo, o colui che gestisce la pensione per cani, o il veterinario che ha in custodia momentanea l’animale da curare). Di recente, Cass. 7903/2015, ha affermato che l’imprevedibilità dell’animale non costituisce un caso fortuito che esonera dalla responsabilità il proprietario, atteso che l’imprevedibilità costituisce una caratteristica ontologica di ogni essere privo di raziocinio (nel caso di specie ha confermato la condanna al risarcimento da parte del gestore di un maneggio, per i danni occorsi alla vittima caduta da cavallo). Affinché la norma trovi applicazione è necessario: a) il collegamento causale tra il fatto dell'animale e il danno . Il fatto deve essere ascritto all'animale e ciò significa che non risponde ex articolo 2052 c.c. chi aizza volontariamente l'animale stesso contro qualcuno o qualcosa; in tal caso, infatti, abbiamo un evento che deve considerarsi umano a tutti gli effetti e si applicherà l'articolo 2043. E' esclusa la responsabilità nel caso di danno provocato da un animale morto o inerte. Ad esempio, è stata esclusa la responsabilità del padrone di un cane disteso sul pavimento, su cui una persona era inciampata. La responsabilità è accollata al proprietario anche se l'animale viene abbandonato. La recente normativa penale, che punisce l’abbandono e il maltrattamento di animali, rafforzano ancor di più questa ricostruzione. Se il tuo animale ha arrecato danno a qualcuno, non esitare a contattarmi per una consulenza.
Spese a carico del locatore
Pubblicato su IUSTLABSei un proprietario di un immobile concesso in locazione a persone fisiche o imprese? Ecco un elenco delle spese che devi sostenere e non puoi addebitare al conduttore: ASCENSORE Installazione e manutenzione straordinaria degli impianti Adeguamento alle nuove disposizioni di legge AUTOCLAVE Installazione e sostituzione integrale dell’impianto o di componenti primari (pompa, serbatoio, elemento rotante, avvolgimento elettrico ecc.) Imposte e tasse di impianto IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE, DI VIDEOCITOFONO, DI VIDEOSORVEGLIANZA E SPECIALI Installazione e sostituzione dell’impianto comune di illuminazione Installazione e sostituzione degli impianti di suoneria e allarme Installazione e sostituzione dei citofoni e videocitofoni Installazione e sostituzione di impianti speciali di allarme, sicurezza e simili Installazione e sostituzione di impianti di videosorveglianza IMPIANTI DI RISCALDAMENTO, CONDIZIONAMENTO, PRODUZIONE ACQUA CALDA, ADDOLCIMENTO ACQUA, PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI Installazione e sostituzione degli impianti Adeguamento degli impianti a leggi e regolamenti IMPIANTI SPORTIVI Installazione e manutenzione straordinaria IMPIANTO ANTINCENDIO Installazione e sostituzione dell’impianto Acquisto degli estintori IMPIANTO CENTRALIZZATO DI RICEZIONE RADIOTELEVISIVA E DI FLUSSI INFORMATIVI Installazione, sostituzione o potenziamento dell’impianto centralizzato per la ricezione radiotelevisiva e per l’accesso a qualunque altro genere di flusso informativo anche da satellite o via cavo PARTI COMUNI Sostituzione di grondaie, sifoni e colonne di scarico Manutenzione straordinaria di tetti e lastrici solari Manutenzione straordinaria della rete di fognatura Sostituzione di marmi, corrimano, ringhiere Installazione e sostituzione di serrature Installazione di attrezzature quali caselle postali, cartelli segnalatori, bidoni, armadietti per contatori, zerbini, tappeti, guide e altro materiale di arredo Tassa occupazione suolo pubblico per lavori condominiali PARTI INTERNE ALL’IMMOBILE LOCATO Sostituzione integrale di pavimenti e rivestimenti Manutenzione straordinaria dell’impianto di riscaldamento e condizionamento PORTIERATO Trattamento economico del portiere e del sostituto, compresi contributi nei limiti del 10% previdenziali e assicurativi, accantonamento liquidazione, tredicesima, premi, ferie e indennità varie, anche locali, come da c.c.n.l. Indennità sostitutiva alloggio portiere prevista nel c.c.n.l. L10% C90% Manutenzione straordinaria della guardiola PULIZIA Spese per l’assunzione dell’addetto Spese per il conferimento dell’appalto Acquisto e sostituzione macchinari per la pulizia Acquisto di bidoni, trespoli e contenitori
Master in Arbitrato
Camera Arbitrale di Milano - 1/2025L'arbitrato consente dirimere una controversia affidandosi a persone particolarmente esperte della materia, evitando i costi e le lungaggini del processo avanti a un Tribunale.
La successione ereditaria
Pubblicato su IUSTLABAl momento della morte della persona si apre nel luogo del suo ultimo domicilio la successione ereditaria che può definirsi testamentaria o legittima, a seconda che il defunto abbia lasciato o meno un testamento valido. Con la successione legittima (che si applica anche per quei beni eventualmente esclusi da un testamento parziale) interviene la legge ad individuare gli eredi che si definiscono “legittimi” nelle persone degli stretti congiunti del defunto. La quota che spetta al coniuge (in mancanza di figli, ascendenti e fratelli) In mancanza di figli, ascendenti e fratelli spetta tutta l’eredità al coniuge superstite , anche se separato, purché senza addebito . In tema di coppie di fatto e unioni civili la recente legge n. L. n. 76/2016, meglio conosciuta come Legge Cirinnà, ha equiparato anche a livello successorio la parte dell’unione civile al coniuge, attribuendole gli stessi diritti che derivano dal vincolo matrimoniale. La quota dei figli (in assenza del coniuge) Alla morte del genitore, i figli legittimi, adottati e naturali (la cui condizione sia stata riconosciuta o giudizialmente accertata) entrano, in regime di piena parità, a far parte della comunione ereditaria. Concorso tra figli e coniuge Concorrendo il coniuge con un solo figlio, spetta ad entrambi la metà del patrimonio; mentre il concorso con due o più figli attribuisce al coniuge 1/3 dell’eredità e i restanti 2/3 da dividersi equamente tra tutti i figli (art. 581 c.c.). Quota spettante ai fratelli (in mancanza di figli e in presenza o in assenza del coniuge) Nell’ipotesi in cui non vi siano figli, genitori, né ascendenti, subentrano al defunto in parti uguali i fratelli e le sorelle (ereditano la metà della quota conseguita dai “germani” i fratelli “unilaterali”, rispettivamente coloro che hanno in comune entrambi i genitori oppure uno solo). Premesso che i “germani” sono fratelli/sorelle che hanno in comune gli stessi genitori, mentre gli “unilaterali” hanno in comune un solo genitore (“consanguinei” se hanno in comune il padre, “uterini” se hanno in comune la madre), il Codice Civile privilegia in questo modo i primi sulla base di quello che viene ritenuto per i “germani” un più accentuato vincolo di parentela con il defunto. In caso di concorso con il coniuge superstite cui spettano i 2/3, ai fratelli spetterà il restante 1/3. I fratelli concorrono per la metà del patrimonio con i soli ascendenti ai quali chiaramente è destinato il restante ½. Quota spettante ai genitori In mancanza di figli, fratelli e loro discendenti succedono alla persona deceduta entrambi i genitori per parti uguali o quello che sopravvive; la norma si applica anche ai genitori adottivi di persona minore di età, viceversa sono esclusi da questa previsione i genitori che hanno adottato una persona maggiorenne che poi appunto decede. Quota spettante agli ascendenti I nonni materni e paterni succedono al nipote deceduto (ciascuna coppia per la metà), quando questi non lascia figli, genitori, fratelli e loro discendenti. Concorso tra ascendenti, fratelli e coniuge Al coniuge che concorre in successione insieme agli ascendenti e ai fratelli, spettano 2/3 dell’eredità (oltre il diritto d’uso e di abitazione della casa coniugale) e la parte che rimane è devoluta agli altri, salvo il diritto degli ascendenti ad un ¼ dell’eredità. La quota spettante agli altri parenti La mancanza di figli, genitori, fratelli e loro discendenti ed anche di ascendenti determina l’apertura della successione a favore dei parenti prossimi (quindi zii e o cugini). Cosa accade se non ci sono parenti? Limitata per legge la successione legittima ai parenti fino al sesto grado per l’irrilevanza affettiva dei rapporti familiari oltre tale grado di parentela, in mancanza di successibili è lo Stato ad acquisire i beni ereditari senza la necessità di accettarli e senza potervi rinunciare; lo Stato non è un comune erede, quindi non risponde dei debiti ereditari e dei legati oltre il valore dei beni acquistati.
Tempi e costi del divorzio
Pubblicato su IUSTLABNel 2015 è stato introdotto, il cosiddetto “divorzio breve”. La procedura prevede che non possa esserci divorzio definitivo senza un periodo di separazione legale. Se la separazione è consensuale, bastano 6 mesi dal pronunciamento. Se è giudiziale, il tempo raddoppia. Le strade possibili da percorrere in questo caso sono tre, valide sia per la separazione che per il divorzio definitivo, da richiedere al termine del periodo di legge: – La separazione o divorzio consensuale con negoziazione assistita, che è il percorso più breve in presenza di figli minorenni. – Il ricorso per separazione o divorzio davanti al presidente del Tribunale. – La separazione o il divorzio senza avvocato nel Comune di residenza di uno dei due coniugi o dove è stato celebrato il matrimonio. Tale procedura non è però possibile in presenza di figli minorenni, portatori di handicap o non autosufficienti economicamente. A seconda della procedura prescelta, cambiano le spese che i futuri ex-coniugi dovranno affrontare. 1) Con la negoziazione assistita le tariffe variano dai 400 ai 3 mila euro compresi eventuali bolli o tasse. Raggiunto l’accordo di separazione o di divorzio, gli avvocati devono redigere entro un mese un apposito verbale, che verrà firmato dalle parti e inviato al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale competente. Non è dovuto alcun contributo unificato. Le disposizioni sui beni patrimoniali, in quanto funzionali alla risoluzione della crisi, non sono sottoposte a imposta di bollo e di registro presso l’Agenzia delle Entrate. 2) Il divorzio o separazione consensuale davanti al Tribunale può invece avere tariffe diverse: la procedura è sottoposta al contributo di 43 euro che andrà sommata la parcella del legale. Non è infatti previsto l’addebito delle spese della separazione a uno soltanto dei coniugi, salvo casi eccezionali decisi dal giudice. 3) La separazione o divorzio in Comune davanti all’ufficiale civile è naturalmente la soluzione più economica, ma non sempre la più veloce perché alcuni comuni hanno l’agenda piena e non riescono a fissare l’appuntamento in tempi brevi. Il costo della separazione o divorzio si aggira tra i 16 e i 30 euro. Quella della separazione giudiziale è certamente la strada più lunga e costosa, inevitabile se i coniugi non riescono a raggiungere un accordo. La separazione o divorzio si chiede al Tribunale che ne deciderà le condizioni al termine di una fase istruttoria. In caso di divorzio o separazione giudiziale il contributo congiunto sale da 43 a 98 euro e l’onorario degli avvocati sarà molto più elevato, arrivando anche a superare i 5 mila euro. In sede separazione o divorzio giudiziale, il coniuge che perde la causa dovrà anche farsi carico delle spese processuali, che di solito variano tra i 1.500 e i 4 mila euro. Spesso alla parte più debole economicamente fra i separati o divorziati, oppure ai figli, spetta – a carico dell’altro– un cosiddetto assegno di mantenimento che è una sorta di garanzia al contributo equo di entrambi gli ex-coniugi alla vita familiare. Il quantum viene definito consensualmente oppure dal giudice a seconda del tipo di separazione/divorzio che si percorre. Una volta ottenuto il divorzio, non essendo più valido il vincolo di assistenza materiale, si parla di assegno divorzile e non più di “mantenimento”. In una separazione consensuale, saranno i coniugi ad accordarsi e i magistrati verificheranno la conformità degli accordi alle norme di legge. In caso di separazione giudiziale invece, deciderà il giudice tenendo conto dei seguenti criteri: le attuali esigenze dei figli, il loro tenore di vita durante il matrimonio e il tempo di permanenza presso ciascun genitore, le risorse economiche di entrambi i genitori, le proprietà e la loro abilità al lavoro.
Testamento olografo e testamento pubblico
Pubblicato su IUSTLABTestamento olografo e testamento pubblico Il testamento “olografo” è la forma più facile, economica e riservata, in quanto esso richiede solo tre requisiti: che il testo sia per intero scritto a mano dal testatore, che il testatore scriva la data in cui redige il testamento e che il testatore apponga la propria firma alla fine delle sue disposizioni. Il pregio è quindi la semplicità; i punti critici sono invece quelli della assenza della guida di uno specialista e della reperibilità del testamento dopo la morte del de cuius. Occorre pertanto porsi il problema della conservazione del testamento e del fatto che esso non solo sia rintracciabile dopo la morte del testatore ma anche che non finisca nelle mani “sbagliate” (e cioè in quelle di un soggetto controinteressato che lo possa eliminare). A tali “difetti” rimedia il testamento “pubblico”, che è un testamento necessariamente redatto da un notaio: in questo caso non solo il testatore beneficia dunque dell’assistenza di un esperto della materia per la confezione del testamento, ma anche dell’obbligo del notaio di conservare il testamento con la massima diligenza nel tempo. “Pubblico” non vuol dire che il contenuto del testamento viene divulgato: si tratta infatti di un aggettivo che indica la redazione del testamento da parte di un “pubblico ufficiale” (il notaio, appunto), il quale ha un dovere di estrema riservatezza sia circa l’avvenuta redazione del testamento sia circa il suo contenuto. A “cavallo” tra il testamento pubblico e il testamento olografo sta il testamento “segreto”: si tratta di un foglio scritto (a mano o a macchina) dal testatore che può essere consegnato in una busta a un notaio. Quindi si ha in questo caso sia il pregio della assoluta riservatezza circa il contenuto delle disposizioni testamentarie sia il pregio della conservazione del testamento.
Matrimonio
Pubblicato su IUSTLABTi vuoi sposare? Ecco cosa devi sapere. Se all’atto del matrimonio non esprimi alcuna indicazione sul regime patrimoniale, per legge sarà quello della comunione legale dei beni. Perciò tutti i beni mobili e immobili che saranno acquistati dopo il matrimonio diventeranno di proprietà comune. Ad eccezione di quei beni di cui il coniuge era proprietario prima del matrimonio, di quei beni acquisiti dopo il matrimonio per donazione o successione, di quelli personali, dei beni che servono all’esercizio della professione, di quelli ottenuti a titolo di risarcimento del danno e pensione da invalidità, quelli acquistati con il prezzo del trasferimento dei beni prima detti. Se vuoi optare per il regime della separazione, devi dichiararlo in sede di celebrazione dell’atto di matrimonio. In considerazione di questo, tutti i beni acquistati prima e dopo il matrimonio stesso, rimarranno di proprietà esclusiva di ciascun coniuge.
Vuoi dare in locazione un tuo immobile?
Pubblicato su IUSTLABVuoi dare in affitto un immobile? Ecco cosa devi sapere per trovare l’inquilino giusto: Premesso che non c’è un inquilino “sicuro”. Magari lui si presenta bene, è gentile e cordiale, ti presenta la sua busta paga, ma …. Magari si licenzia il giorno dopo della sottoscrizione del contratto dal suo posto di lavoro, ancor peggio lo licenziano, per non dire che a volte la busta paga è fasulla (si, succede anche questo). È sempre opportuno chiedere la caparra, pari a tre massimo sei mensilità di canone, ma questa non sempre copre i canoni non pagati oppure i danni che l’inquilino lascia nell’immobile prima di andarsene. Allora come garantirti da insoluti e danni al tuo immobile? Fatti rilasciare una fideiussione bancaria a prima richiesta per il mancato pagamento dei canoni e per gli eventuali danni che l’inquilino potrà arrecare nel tuo immobile. Anche questo importo potrà non coprire tutti i tuoi crediti, ma la fideiussione rilasciata da una banca all’inquilino, dimostra in sé che che questo è degno di ottenere una esposizione della banca. Come a dire: se la banca garantisce per lui, significa che ha i fondi necessari per sostenere il pagamento del canone di locazione. Contattami per una consulenza
Vuoi salvarti dai tuoi debiti?
Pubblicato su IUSTLABTi sei esposto con una banca o una finanziaria convinto di poter onorare i tuoi debiti, e successivamente si sono verificati fatti che non ti consentono di farvi fronte, perché hai perso il posto di lavoro, perché la tua impresa non sta andando come avresti sperato? Se vuoi salvarti dai tuoi debiti, ecco cosa devi sapere per ritornare a vivere normalmente senza la paura di essere assediato dai creditori: Il nuovo Codice della Crisi che apporta modifiche alla precedente legge cd. Antisuicidi consente a qualsiasi persona, fisica o giuridica che non sia “fallibile”, di liberarsi dai suoi debiti purchè presenti una domanda di composizione della crisi da sovraindebitamento, che può consistere nel piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore, nella richiesta di liquidazione controllata del patrimonio ovvero del concordato minore previsto per le piccole imprese. Attraverso questi strumenti, se sei meritevole, potrai pagare i tuoi creditori solo in parte e a rate e solo per un periodo predeterminato, dopodichè potrai richiedere di essere dichiarato “esdebitato” ossia del tutto libero dalle tue precedenti obbligazioni. Per circa tre anni dovrai “tirare un po' la cinghia”, ma dopo non dovrai più niente a nessuno. Contattami per una consulenza
Vuoi separarti?
Pubblicato su IUSTLABVuoi separati? Ecco cosa devi sapere. La separazione può essere consensuale o giudiziale. La prima prevede il raggiungimento di un accordo fra i coniugi, sul mantenimento dell’altro coniuge e o dei figli, sulla assegnazione della casa, sull’affidamento dei figli e sulle decisioni per loro più importanti. La separazione consensuale si attua con la collaborazione di un avvocato per entrambi i coniugi oppure di un avvocato diverso per ciascuno. Le parti con l’assistenza del loro avvocato o dei loro avvocati redigeranno un ricorso congiunto da presentare al Tribunale, che - salvo non contenga disposizioni contrarie alla legge - lo omologherà, a seguito di una sola udienza nella quale i coniugi possono decidere di non partecipare. La separazione giudiziale si basa invece sul mancato raggiungimento di un accordo fra i coniugi, i quali chiedono al Tribunale di pronunciarsi sulle rispettive e diverse domande. Si tratta di un procedimento lungo che prevede diverse udienze e di conseguenza è più costoso della separazione consensuale. In questo caso sarà il Giudice a decidere a chi affidare i figli, stabilire i turni di cura, a chi assegnare la casa, prevedere o meno un mantenimento per il coniuge e quello per i figli e anche in che misura. Attualmente la legge consente, sia per il caso consensuale che per l’ipotesi giudiziale, di poter chiedere contemporaneamente sia la separazione che il divorzio, il quale verrà pronunciato automaticamente – a seguito di una ulteriore udienza – trascorsi sei mesi dalla pronuncia di separazione.
Il Licenziamento per Giusta Causa
Pubblicato su IUSTLABIl licenziamento per giusta causa può essere disposto dal datore di lavoro quando il lavoratore realizza comportamenti disciplinarmente rilevanti così gravi da non consentire anche in via provvisoria la prosecuzione del rapporto di lavro Per giusta causa si intende: inadempimento talmente grave che qualsiasi altra sanzione diversa dal licenziamento risulta insufficiente a tutelare l’interesse del datore di lavoro. La giusta causa non è solo determinata da comportamenti costituenti notevoli inadempienze contrattuali, ma anche da comportamenti estranei alla sfera del contratto e diversi dall’inadempimento, purché idonei a riflettersi nell’ambiente di lavoro e a far venire meno la fiducia che impronta di sé il rapporto. Il licenziamento per giusta causa è il licenziamento disciplinare per eccellenza. Tronca immediatamente il rapporto di lavoro senza neppure una indennità di preavviso. In quanto sanzione disciplinare, il licenziamento per giusta causa deve essere preceduto dallo svolgimento di un procedimento disciplinare: preventiva contestazione dell’addebito, e possibilità di difesa del lavoratore. I contratti collettivi di lavoro elencano i casi di giusta causa di un licenziamento. Se il licenziamento risulta illegittimo, il lavoratore ha diritto ad ottenere le tutele di legge. Se assunto a tempo indeterminato prima del 7 marzo 2015, in una unità produttiva di più di 15 dipendenti, in una azienda agricola con più di 5 dipendenti, oppure da impresa con più di 60 dipendenti in totale, il lavoratore ha diritto ad essere reintegrato. Sotto queste soglie, il lavoratore ha solo diritto ad un indennizzo economico. Se assunto a tempo indeterminato dopo il 7 marzo 2015, ha diritto ad un ammontare maggiore dell’indennità economica di licenziamento, ma solo in certi casi al reintegro nel posto di lavoro (assunto in impresa di grandi dimensioni e solo se il fatto materiale contestato al lavoratore non sussiste – escludendo qualsiasi tipo di valutazione sulla gravità del fatto).
Cosa fare in caso di incidente stradale
Pubblicato su IUSTLABCosa fare in caso di incidente stradale. Primo scenario: incidente con dinamica controversa e/o con feriti La prima cosa da fare è denunciare tempestivamente il sinistro alle Forze dell’Ordine e chiamare i soccorsi tramite il 118 se vi sono dei feriti. È consigliabile evitare di spostare i mezzi o, nel caso ciò non fosse possibile, scattare delle fotografie per poter ricostruire la dinamica. Se ci sono testimoni oculari , far sì che attendano l’arrivo delle Autorità al fine di rilasciare le loro dichiarazioni o, in caso contrario, richiedere i loro recapiti. In caso di lesioni che non necessitano di intervento del 118, recarsi successivamente presso una struttura sanitaria pubblica per gli accertamenti del caso. Secondo scenario: incidente con dinamica chiara con feriti lievi Se la dinamica è chiara ed entrambe le parti concordano sulla ricostruzione della stessa e sulle relative responsabilità, è sufficiente compilare il modello CAI/CID (constatazione amichevole), senza dover coinvolgere le Autorità. Il modello dovrà essere firmato da entrambi i conducenti. 2. Come fare la denuncia di sinistro alla mia compagnia assicurativa? La comunicazione alla propria assicurazione deve essere effettuata entro tre giorni dalla data dell'incidente, in base all’art. 1913 c.c. In caso di accordo tra i conducenti sulla dinamica, basta trasmettere alla compagnia una delle quattro copie del modulo blu di contestazione amichevole (CAI), compilato in modo chiaro e completo e con la firma di entrambi i soggetti coinvolti. In caso di mancato accordo tra le parti sulla dinamica del sinistro, compilare ugualmente il CAI e trasmetterlo, anche se sottoscritto solo da una parte, alla compagnia. In entrambi i casi conviene ugualmente rivolgersi ad un legale; così da evitare di incorrere in errori o omissioni che possano pregiudicare il risarcimento. La mancata denuncia può produrre conseguenze e sulla perdita del diritto al risarcimento. 3. Cosa fare per ottenere il risarcimento per i danni materiali? Per calcolare i danni occorsi al veicolo dopo un incidente in auto, vengono prese in considerazione tutte le spese necessarie per la riparazione del mezzo stesso. Nel caso in cui l'importo del danno sia superiore al valore del veicolo, il titolare verrà risarcito nel limite dell’importo di quel valore oltre eventualmente delle spese di demolizione e nuova immatricolazione. Per quantificare il danno, l’assicurazione si rivolge a un proprio perito di fiducia , il quale redige una perizia che determina l’importo da risarcire. A volte è consigliabile recarsi in un’ officina convenzionata con l’assicurazione per effettuare le riparazioni, il che facilita il riconoscimento da parte della compagnia delle spese sostenute. l’avvocato nominato può replicare alle offerte avanzate dalle Compagnie Assicurative, le quali tentano sempre di risarcire un importo minore del dovuto. 4. Come ottenere il risarcimento per danni fisici da incidente stradale? I danni fisici sono sempre associati al danno biologico , che può essere temporaneo o permanente. È il medico legale che valuta tale tipo danno, in base alla documentazione sanitaria prodotta dal danneggiato e dopo averlo visitato: il danno viene determinato in base ad apposite tabelle che riportano i punteggi, ed è espresso in percentuale, per ogni tipo di lesione. Il danno biologico può essere distinto in inabilità temporanea , ossia limitata nel tempo e non definitiva, e invalidità permanente , nel caso in cui le menomazioni fisiche siano irrimediabili e tali da compromettere per sempre la vita dell'assicurato, misurata in percentuale dall'1% al 100%. L’avvocato affianca il cliente in questo percorso consigliando la strategia migliore per ottenere il giusto risarcimento. 5. Cosa fare se l'offerta di risarcimento non è soddisfacente? Purtroppo, le offerte delle compagnie assicurative non sempre sono soddisfacenti. È dunque sempre consigliato farsi assistere da un legale per valutare attentamente il percorso da intraprendere per l’ottenimento del giusto risarcimento per voi. Il legale assiste il cliente sia in via stragiudiziale e poi, eventualmente, nella fase giudiziale diretta all’accertamento e alla liquidazione del giusto risarcimento.
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Lo studio
Roberta Dall'argine
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