La protezione internazionale

Scritto da: Giulio Dabizzi - Pubblicato su IUSTLAB




Pubblicazione legale:

Come ottenere la protezione internazionale in Italia: guida pratica

L’Italia riconosce diverse forme di tutela a chi fugge da guerre, persecuzioni o situazioni di grave pericolo nel Paese di origine. Le principali sono la protezione internazionale (status di rifugiato e protezione sussidiaria) e la protezione speciale, introdotta come misura residuale per garantire il rispetto dei diritti fondamentali.
Di seguito una guida pratica, passo dopo passo, su cosa fare per presentare domanda e quali sono i tempi da aspettarsi.


1. Dove presentare la domanda

La domanda di protezione internazionale va presentata presso la Questura competente per territorio, cioè l’Ufficio Immigrazione della provincia in cui ci si trova.

  • È importante presentarsi di persona.

  • In caso di ingresso irregolare sul territorio, è possibile rivolgersi direttamente alla Questura o essere accompagnati dalle forze dell’ordine dopo l’identificazione.


2. Compilazione del modello C3

Il primo atto formale è la compilazione del modello C3, un modulo ufficiale in cui il richiedente deve:

  • inserire i dati anagrafici,

  • indicare il Paese di origine,

  • spiegare i motivi che lo hanno spinto a lasciare il proprio Paese.

Il modello viene redatto con l’aiuto degli operatori dell’Ufficio Immigrazione, con l’assistenza di un interprete se necessario.


3. Rilascio del permesso di soggiorno per richiesta asilo

Dopo la presentazione del modello C3, la Questura rilascia un permesso di soggiorno per richiesta asilo (“permesso provvisorio”).

  • Ha validità di 6 mesi, rinnovabile fino alla decisione definitiva.

  • Con questo titolo è possibile soggiornare regolarmente in Italia e, dopo 60 giorni, accedere al lavoro.


4. Convocazione presso la Commissione Territoriale

La domanda viene trasmessa alla Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, l’organo amministrativo che ascolta il richiedente e decide sul caso.

  • La Commissione convoca il richiedente a colloquio personale, con interprete e avvocato (di fiducia o gratuito con il patrocinio a spese dello Stato).

  • È fondamentale prepararsi bene al colloquio, presentando documenti, prove e testimonianze che possano confermare i motivi della fuga.


5. Esito e possibili tutele

La Commissione può riconoscere:

  • Lo status di rifugiato, se la persona è perseguitata per motivi di razza, religione, nazionalità, opinioni politiche o appartenenza a un gruppo sociale.

  • La protezione sussidiaria, se rischia gravi danni (pena di morte, torture, minacce derivanti da conflitti armati).

  • La protezione speciale, se, pur mancando i requisiti per le prime due forme, l’espulsione comporterebbe la violazione del diritto alla vita privata e familiare o l’esposizione a trattamenti inumani o degradanti.


6. Tempi di attesa

I tempi variano molto da una Questura e da una Commissione all’altra. In generale:

  • Registrazione della domanda (C3): da pochi giorni a qualche settimana dall’ingresso in Questura.

  • Rilascio del primo permesso provvisorio: generalmente entro un mese dalla presentazione.

  • Convocazione davanti alla Commissione: in teoria entro pochi mesi, ma nella pratica può avvenire anche dopo anni, a causa del grande numero di domande pendenti.

👉 Nel frattempo, il richiedente può comunque soggiornare legalmente in Italia, rinnovando il proprio permesso di soggiorno per richiesta asilo fino alla decisione definitiva.

  • Decisione della Commissione: può richiedere mesi dopo il colloquio.

  • In caso di rigetto, è possibile presentare ricorso al Tribunale, con tempi che possono andare da 1 a 2 anni o più.


Conclusioni

Ottenere la protezione internazionale o speciale in Italia è un percorso che richiede pazienza e preparazione. La fase più importante è il colloquio con la Commissione, dove bisogna raccontare con precisione e coerenza la propria storia. Anche se i tempi di attesa possono essere lunghi (a volte diversi anni), il richiedente ha comunque diritto a soggiornare regolarmente nel Paese e ad accedere al lavoro.



Pubblicato da:


Giulio Dabizzi

Avvocato penalista




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