Caso legale:
Si è rivolto al mio Studio Legale un soggetto, vittima di frasi denigratorie su 2Facebook", il quale ha depositato apposita denuncia - querela per i fatti che esporrò. Lo stesso mi ha raccontato di essere stato contattato da un amico, il quale gli ha mostrato un post pubblicato nel succitato portale, contenente una serie di frasi offensive/denigratorie rivolte verso il mio cliente.
Tali frasi, seppur non direttamente rivolte allo stesso, in quanto l'autore del post faceva riferimento in maniera indiretta al mio Assistito, contenevano una serie di appellativi lesivi dell'onore e della reputazione della vittima. Quest'ultima, peraltro, dopo aver ricevuto il surriferito testo, ha altresì scoperto di essere stato "bloccato" dall'autore, pertanto non avrebbe potuto nè rispondere nè tantomeno difendersi dalle offese ricevute.
Come è stato chiarito dalla Cassazione in più occasioni, qualora le espressioni denigratorie fossero diffuse tramite un Social Network, si potrebbe verificare la sussistenza dell'aggravante di cui al Co. 3 (la cosiddetta diffamazione aggravata a mezzo stampa), in quanto le frasi denigratorie sarebbero pubblicate su un portale accessibile da una pluralità si soggetti, i quali verrebbero a conoscenza delle espressioni lesive dell'onore. A ciò si aggiunge che il mio Assistito non avrebbe potuto "difendersi" dalle stesse, essendo stato bloccato e non potendo accedere alla "bacheca" contenente il post di cui sopra. Sebbene non sia stato indicato in maniera esplicita il nome del mio cliente, l'autore del post lo ha fatto intendere in maniera indiretta, non a caso l'amico lo ha capito poco dopo.