Conferenza:
Il Decreto Legislativo 231/2001 ha rappresentato un punto di svolta nella responsabilità amministrativa degli enti, introducendo il principio secondo cui le società e le organizzazioni possono essere chiamate a rispondere penalmente per alcuni reati commessi nell’interesse o a vantaggio dell’ente stesso.
Da allora, il modello di organizzazione, gestione e controllo ha costituito uno strumento essenziale per la prevenzione dei reati e per la tutela dell’integrità aziendale, pur restando ad oggi facoltativo, con incentivi per chi lo adotta e attenuazioni delle responsabilità.
Negli ultimi anni, le evoluzioni normative europee, in particolare la Direttiva UE 1203/24, hanno avviato un confronto sulla necessità di rafforzare i sistemi di compliance aziendale e sulla possibilità di rendere obbligatoria l’adozione di modelli organizzativi adeguati per tutte le imprese.
Il convegno si è proposto di analizzare le prospettive di riforma del D. Lgs. 231/01, confrontando le esperienze pratiche, gli scenari normativi europei e le implicazioni per le imprese italiane. In particolare, sono stati affrontati i seguenti punti:
La storia e l’evoluzione del D. Lgs. 231/01 e dei modelli organizzativi: successi, criticità e prassi consolidate.
Le novità introdotte dalla Direttiva UE 1203/24 e il loro impatto sul diritto interno.
Il dibattito sull’eventuale obbligatorietà dei modelli 231: vantaggi, criticità e implicazioni operative per le aziende.
Ruolo del compliance officer e strumenti di controllo interno nell’ottica di una normativa più vincolante.
Esperienze pratiche e case study di imprese che hanno implementato modelli avanzati di compliance.
Il convegno è stata un’occasione di confronto con l’obiettivo di fornire un quadro chiaro delle sfide normative e delle opportunità di innovazione organizzativa. Si è discusso non solo di diritto, ma anche di governance, cultura aziendale e responsabilità etica, fornendo spunti concreti per adeguare le strutture interne delle imprese alle tendenze europee in materia di responsabilità degli enti.
Fonte: Fondazione dell'Avvocatura Torinese