Pubblicazione legale:
“Egregio Avvocato, ho sentito parlare di una recente sentenza che dice che il giudice può stabilire un salario minimo anche superiore a quello previsto dal contratto di lavoro. Credo di rientrare in questa categoria, vista la mia busta paga: può spiegarmi meglio la situazione?”
Gentile lettore,
nei giorni scorsi è stato dato ampio risalto, sui mezzi di informazione, a una sentenza della Corte di Cassazione, la n. 27713/2023 pubblicata il 2 ottobre 2023.
La Corte di Cassazione è stata chiamata a decidere su un'impugnazione proposta da un lavoratore contro una sentenza della Corte di Appello di Torino. La Corte torinese aveva respinto la domanda del predetto lavoratore, assunto part-time per trenta ore settimanali, che lamentava come la sua retribuzione fosse inadeguata rispetto all'opera prestata e chiedeva conseguentemente la condanna del datore di lavoro al pagamento delle differenze retributive.
In particolare, il lavoratore evidenziava come il contratto collettivo nazionale a lui applicato prevedesse una retribuzione lorda, per un tempo pieno a quaranta ore, di appena € 817,13 mensili, come tale inferiore persino all'indice di povertà dell'Istat, che prevede una soglia di € 834,64 mensili, al di sotto della quale si è considerati in povertà assoluta. Dato che il lavoratore era un part-time a trenta ore, la sua retribuzione mensile, peraltro al lordo, era di soli € 612,86 mensili, al netto di straordinari e lavoro notturno.
La Corte di Appello di Torino, con motivazione discutibile, osservava tuttavia che la retribuzione del contratto collettivo nazionale fosse ...(continua a leggere cliccando sul link)
Fonte: Voce al Diritto - leggi l'articolo