Pubblicazione legale:
“Gentile Avvocato, un mese fa mi hanno operato per un piccolo intervento, che i medici mi dicevano sarebbe stato senza conseguenze. Da quel giorno ho forti dolori all'addome. Gli stessi medici mi dicono che l'operazione è riuscita perfettamente e i dolori che sento sono conseguenze dell'operazione non frequenti ma possibili, anche se prima dicevano che non ce ne sarebbero state. Praticamente mi dicono che sono stato sfortunato! Eppure avevo chiesto molte rassicurazioni sull'assenza di strascichi, perché quell'intervento poteva essere evitato con altre cure e l'ho fatto solo perché me l’hanno proposto come sicuro. Mi sento preso in giro e adesso voglio agire legalmente.”
Caro lettore,
la vicenda che pone alla mia attenzione attiene a una questione che emerge sovente in materia di responsabilità medica ovvero il consenso informato.
Con questa espressione si intende il processo che si instaura tra paziente e medico, in forza del quale il paziente deve essere appunto "informato" compiutamente su diagnosi, prognosi, benefici e rischi dei trattamenti sanitari a cui può essere sottoposto, alternative a tali trattamenti e conseguenze in caso di rifiuto di qualsiasi trattamento (art. 1 comma 3 Legge 219/2017).
La Suprema Corte di Cassazione ha avuto modo di affermare in più occasioni (Cass. n. 20984/2012, n.7248/2018, n. 3992/2019) che il consenso del paziente, oltreché informato, deve essere:
1) consapevole, con le informazioni che devono essere date in un linguaggio comprensibile al paziente, non ad esempio con espressioni mediche di difficile comprensione;
...(continua a leggere cliccando sul link)
Fonte: Voce al Diritto - leggi l'articolo