AVVOCATO PENALISTA SEMPRE REPERIBILE. In diversi modi si può scoprire di essere coinvolti in un procedimento penale: un fermo, una perquisizione, una notifica Inizia così un tragitto che molte volte si rivelerà lungo e tortuoso, durante il quale sarà necessario agire attentamente per poter chiarire al più presto il proprio eventuale effettivo ruolo nella vicenda oggetto di indagine. L’Avvocato penalista, con il quale deve nascere un rapporto di fiducia, rimane affianco al proprio assistito in tutte le fasi del procedimento penale. Nel rispetto delle regole, per l’Avvocato penalista il cliente è sacro.
Informazioni generali
Avvocato PENALISTA-SEMPRE REPERIBILE iscritto all’Albo Speciale dei Patrocinanti in CASSAZIONE, con studio in Torino ed in Alessandria, è attivo su tutto il territorio nazionale. Si è laureato nel 1998 presso l’Università di Bologna ed ha frequentato il Master per Giuristi presso la S.A.A. di Torino Nel 2001 si è iscritto all’Ordine degli Avvocati di Torino dopo aver superato l’esame di abilitazione presso la Corte d’Appello di Torino, e dal 2013 è iscritto nell’apposito Albo degli Avvocati Cassazionisti. Svolge attività di assistenza in tutte le fasi del procedimento penale e per qualsiasi reato, in tutto il territorio nazionale
Esperienza
BANCAROTTA E REATI FISCALI. La crisi economica che affligge da diverso tempo il nostro paese ha portato in sofferenza molte attività imprenditoriali esponendo i titolari a rischi e responsabilità anche sotto il profilo PENALE. L'Avvocato Crozza ha maturato esperienza nell'affrontare procedimenti PENALI dove sono accusati gli imprenditori e/o i loro consulenti, in particolare per BANCAROTTA e REATI FISCALI. Gli artt. 110 e ss. del c.p. (concorso di persone nel reato) possono infatti coinvolgere anche soggetti formalmente non responsabili delle vicende societarie. Le legge prevede pene severe e gravi ripercussioni patrimoniali .
L'Avvocato Emanuele Crozza, con Master per Giuristi d'Impresa, presta assistenza in materia di diritto penale dell'economia, societario e fiscale. Soprattutto in caso di liquidazione/fallimento della società molte volte viene aperto un procedimento penale dove vengono coinvolti amministratori, di diritto e di fatto, e consulenti. E' necessario, fin dalle prime avvisaglie di difficoltà, rivolgersi a professionisti esperti che sappiano affrontare la situazione con gli strumenti che la legge mette a disposizione dell'imprenditore che vuole uscire definitivamente dalla crisi d'impresa e ricominciare a lavorare e vivere in serenità .
Altre categorie
Diritto tributario, Diritto bancario e finanziario, Stalking e molestie, Truffe, Sostanze stupefacenti, Malasanità e responsabilità medica, Violenza, Risarcimento danni, Cassazione, Omicidio, Diritto penitenziario, Gratuito patrocinio.
Credenziali
Vittoria in Cassazione annullata sentenza mandato d’arresto europeo
Cass. Penale Sez. VI n.30997 del 14 Luglio 2023MANDATO D’ARRESTO EUROPEO: PER CHI E’ AFFETTO DA HIV E’ NECESSARIO UN PROGRAMMA SANITARIO INDIVIDUALIZZATO Avverso la sentenza con la quale la Corte d’Appello di Torino disponeva la consegna di un cittadino straniero affetto da HIV, l’Avvocato Emanuele Crozza presentava ricorso in Cassazione. La Corte di Cassazione con la sentenza in oggetto (Cass. Sez. VI Pen. n.30997 n. sez. 1394 del 14 Luglio 2023) ha accertato che la Corte d’Appello di Torino non aveva escluso in termini adeguati la sussistenza di un concreto rischio di violazione dei diritti fondamentali della persona, sia riguardo allo spazio minimo individuale, sia riguardo al trattamento sanitario riservato ad un soggetto affetto da HIV. Pertanto la Corte di Cassazione annullava la sentenza della Corte d’appello e rinviava ad altra sezione per un nuovo giudizio. La Corte d’Appello di Torino, seguendo le indicazioni della Suprema Corte e preso atto del mancato invio di informazioni complementari, rigettava la richiesta di consegna e ordinava l’immediata liberazione del detenuto. Avv. Emanuele Crozza
Master per giuristi d'impresa
UNIVERSITA' DI TORINO - 12/1998L'Avvocato Emanuele Crozza si è laureato nel 1998 presso l’Università di Bologna ed ha frequentato il Master per Giuristi d’Impresa presso la S.A.A. di Torino ove ha approfondito gli aspetti penali e civili del diritto d’impresa. L’importanza dell’avvocato penalista per l’imprenditore Nel panorama economico e giuridico contemporaneo, l’imprenditore si trova spesso a operare in un contesto normativo complesso e in costante evoluzione. Oltre agli obblighi fiscali, amministrativi e civilistici, chi dirige un’azienda deve tenere conto anche delle possibili implicazioni di natura penale. In questo scenario, l’avvocato penalista assume un ruolo fondamentale non solo nella difesa in giudizio, ma anche nella prevenzione di condotte illecite e nella tutela complessiva dell’attività imprenditoriale. Un rischio concreto: la responsabilità penale dell’imprenditore L’imprenditore è esposto a una molteplicità di rischi penali. Reati fallimentari, fiscali, societari, ambientali, in materia di sicurezza sul lavoro e responsabilità amministrativa degli enti ai sensi del D.Lgs. 231/2001 sono solo alcune delle principali aree di rischio. Queste fattispecie non riguardano solo chi agisce in malafede, ma anche chi, per imprudenza, negligenza o semplicemente per un errore di valutazione, si trovi coinvolto in un procedimento penale. Ad esempio, il reato di bancarotta può colpire non solo chi ha scientemente dissipato i beni aziendali, ma anche chi ha commesso gravi imprudenze nella gestione dell’impresa. Lo stesso vale per la responsabilità in caso di infortunio sul lavoro: l’omessa vigilanza sulle misure di sicurezza può comportare gravi conseguenze penali anche in assenza di dolo. Il ruolo dell’avvocato penalista: difesa e prevenzione L’avvocato penalista non interviene solo quando il danno è ormai fatto. Il suo ruolo, sempre più spesso, è quello di affiancare l’imprenditore in una logica di consulenza preventiva, volta a evitare che determinate condotte si traducano in responsabilità penali. Questo approccio, definito compliance penale, consente di strutturare l’azienda in modo conforme alla normativa vigente, riducendo drasticamente il rischio di violazioni. In quest’ottica, l’avvocato penalista: • analizza l’organizzazione aziendale per individuare le aree a rischio penale; • collabora alla redazione e all’aggiornamento dei modelli organizzativi ex D.Lgs. 231/2001; • assiste nella formazione dei dipendenti e dei vertici aziendali; • fornisce pareri legali su operazioni aziendali potenzialmente critiche (fusioni, cessioni, operazioni finanziarie complesse, gestione della crisi). Questa attività consente non solo di prevenire il reato, ma anche – qualora esso si verifichi – di dimostrare l’adozione di idonee misure organizzative, elemento che può assumere rilevanza esimente o attenuante. Uno dei momenti più delicati nella vita dell’impresa è rappresentato dalla crisi. In queste fasi, l’imprenditore è sottoposto a pressioni enormi e può essere portato a compiere scelte avventate, spesso senza rendersi conto delle possibili conseguenze penali. L’assistenza di un avvocato penalista esperto in reati d’impresa è fondamentale per orientare le decisioni strategiche, tutelando sia l’interesse dell’impresa che quello personale dell’imprenditore. In casi di insolvenza o dissesto finanziario, ad esempio, la gestione dei rapporti con i creditori, le cessioni di beni aziendali, l’uso del patrimonio personale e l’accesso a procedure concorsuali devono avvenire con estrema cautela. L’assistenza penalistica consente di evitare condotte che, pur finalizzate a “salvare” l’azienda, potrebbero essere interpretate come distrattive o fraudolente. Rapporti con la pubblica amministrazione e gli organi inquirenti L’imprenditore può trovarsi a dover interagire con la pubblica amministrazione, con autorità di controllo o con la magistratura, soprattutto in presenza di indagini o ispezioni. In questi casi, la presenza di un avvocato penalista è essenziale per garantire che i diritti dell’imprenditore siano tutelati in ogni fase del procedimento. L’assistenza in sede di interrogatori, perquisizioni, sequestri o ispezioni rappresenta una garanzia imprescindibile. La conoscenza del procedimento penale e la capacità di interloquire con gli organi inquirenti costituiscono un presidio fondamentale per evitare equivoci, malintesi o errori che potrebbero aggravare la posizione dell’imprenditore. L’avvocato penalista, lungi dall’essere una figura da coinvolgere solo in caso di emergenza, è oggi un alleato strategico per l’imprenditore moderno. La sua consulenza consente di affrontare con maggiore consapevolezza le sfide del mercato, di prevenire situazioni di rischio e di costruire una cultura aziendale improntata alla legalità e alla trasparenza. In un’epoca in cui la reputazione aziendale è un asset cruciale e la responsabilità penale può colpire direttamente il vertice imprenditoriale, investire in una consulenza penalistica continua e strutturata rappresenta una scelta di lungimiranza. Non solo per proteggere se stessi, ma anche per rafforzare la credibilità dell’impresa sul mercato, nei confronti di partner, investitori e stakeholder. L’importanza dell’avvocato penalista per l’imprenditore va ben oltre la difesa in tribunale. È un supporto tecnico, strategico e umano che contribuisce a orientare le decisioni aziendali, a ridurre i rischi legali e a garantire la continuità e la legalità dell’attività d’impresa. In un mondo sempre più regolamentato e interconnesso, l’avvocato penalista diventa un partner imprescindibile per chi vuole fare impresa con serietà e responsabilità.
Bancarotta fraudolenta e codice della crisi d’impresa
Pubblicato su IUSTLABBANCAROTTA FRAUDOLENTA E CODICE DELLA CRISI D’IMPRESA La disciplina dell'art. 322 prevista dal Codice della crisi di impresa, D.Lgs. n. 12 gennaio 2019, n. 14, è in vigore dal 1 luglio 2022, per quanto previsto dall'art. 389, comma 1, del medesimo decreto, come modificato dall'art. 42, comma 1, lett. a) del D.L. 30 aprile 2022, n. 36, convertito con modificazioni dalla L. 29 giugno 2022, n. 79. La Corte di Cassazione (Cass. Pen. Sez. V. Sentenza n. 33810/2023) ha ribadito come la nuova disposizione incriminatrice, che reca la medesima rubrica "Bancarotta fraudolenta", replica le stesse condotte già previste nell'art. 216 L. Fall., cosicché l'unico elemento innovativo è di natura lessicale e attiene all'uso dei termini "fallito" e "fallimento", che vengono sostituiti con il riferimento a "l'imprenditore dichiarato in liquidazione giudiziale" e "liquidazione giudiziale", nonché alla modifica della disciplina delle pene accessorie fallimentari, conseguente alla sentenza della Corte Costituzionale, n. 222/2018, che già aveva prodotto i suoi effetti sostanziali. D'altro canto, è stato correttamente osservato in dottrina come il principio di continuità fra le fattispecie criminose, prefissato dall'art. 2, comma 1, lett. a), L. 155 del 2017, è rifluito nella previsione dell'art. 349 del Codice della crisi che stabilisce con norma generale: " 1. Nelle disposizioni normative vigenti i termini "fallimento", "procedura fallimentare", "fallito" nonchè le espressioni dagli stessi termini derivate devono intendersi sostituite, rispettivamente, con le espressioni "liquidazione giudiziale", procedura di liquidazione giudiziale" e "debitore assoggettato a liquidazione giudiziale" e loro derivati, con salvezza della continuità delle fattispecie ". Proprio il riferimento alla "salvezza della continuità delle fattispecie" viene anche declinato attraverso la disciplina dell'art. 390, comma 3, del Codice della crisi, che prevede che in relazione alle procedure a trattarsi con la disciplina della legge fallimentare, " quando...sono commessi i fatti puniti dalle disposizioni penali del titolo sesto del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, nonchè della sezione terza del capo II della L. 27 gennaio 2012, n. 3, ai medesimi fatti si applicano le predette disposizioni ". In sostanza, il legislatore del Codice della crisi per sgombrare il campo da equivoci, pur a fronte, nel caso in esaminato dalla Cassazione relativo agli artt. 216 L. Fall. e 322 Codice della crisi, di precetti e sanzioni assolutamente identici, comunque prevede che debba, per i fatti anteriori alla vigenza dell'art. 322, continuare ad applicarsi la disciplina dell'art. 216 L. Fall. Va evidenziato come neanche il mutamento quanto al profilo civilistico della disciplina ha rilievo, in quanto la sentenza dichiarativa di fallimento fa stato in sede penale e risulta immutata in assenza di esplicite previsioni normative in senso opposto. Quanto alle ricadute penali delle modifiche in sede civile, va inoltre richiamato l'autorevole intervento che ha consolidato in modo definitivo il principio per cui il giudice penale, investito del giudizio relativo a reati di bancarotta ex artt. 216 e seguenti R.D. 16 marzo 1942, n. 267, non può sindacare la sentenza dichiarativa di fallimento, quanto al presupposto oggettivo dello stato di insolvenza dell'impresa e ai presupposti soggettivi inerenti alle condizioni previste per la fallibilità dell'imprenditore. Il caso era proprio relativo a una modifica della disciplina dei presupposti per la dichiarazione di fallimento, apportata all'art. 1 R.D. n. 267 del 1942 dal D.Lgs. n. 9 gennaio 2006, n. 5 e dal D.Lgs. n. 12 settembre 2007, n. 169, che le Sezioni Unite chiarirono non avere alcuna influenza ai sensi dell'art. 2 c.p. sui procedimenti penali in corso (Sez. U, n. 19601 del 28/02/2008, Niccoli, Rv. 239398 - 01; Sez. 5, n. 21920 del 15/03/2018, Sebastianutti, Rv. 273188 - 01; Sez. 5, n. 9279 del 08/01/2009, Carottini, Rv. 243160 - 01). Pertanto, in tema di bancarotta fraudolenta, sussiste piena continuità normativa fra la previsione dell'art. 216 L. Fall. e l'art. 322 del Codice della crisi e dell'insolvenza di impresa (D.Lgs. n. 12 gennaio 2019, n. 14) in vigore dal 1 luglio 2022, per quanto previsto dall'art. 389, comma 1, del medesimo decreto, come modificato dall'art. 42, comma 1, lett. a) del D.L. 30 aprile 2022, n. 36, convertito con modificazioni dalla L. 29 giugno 2022, n. 79., per l'identità della formulazione delle due norme incriminatrici, al netto di non rilevanti, in sede penale, aggiornamenti lessicali e la disciplina antecedente, da applicarsi ai sensi della disciplina transitoria dell'art. 390, comma 3, Codice della crisi, in ordine a tutti i casi in cui vi sia stata dichiarazione di fallimento, non determina alcun trattamento deteriore, rilevante ai fini dell'art. 2 c.p.. Avv. Emanuele Crozza
Processo Thyssenkrupp
Corte d'Assise di TorinoL'Avvocato Emanuele Crozza ha rappresentato i famigliari di una delle vittime nel processo Thyssenkrupp.
Processo alla movida torinese
La reazione dei gestori dei locali sull'inchiesta penale che li vede indagatiL'Avvocato Emanuele Crozza assiste il gestore di uno dei locali coinvolti nell'indagine della Procura della Repubblica di Torino sulla movida Torinese
False denunce di maltrattamenti sul posto di lavoro
SALA ZUCCARI-PALAZZO GIUSTINIANI-SENATO DELLA REPUBBLICA - 3/2024Il tema della parità di genere è un tema molto delicato che deve essere affrontato con cautela in qualsiasi ambito soprattutto in questo periodo storico dove purtroppo le notizie di cronaca i titoli di giornale ci ricordano, se ce ne fosse bisogno, che siamo ben lontani dall’avere culturalmente una parità di genere e questo nonostante i proclami, le leggi, tutti i convegni e le manifestazioni il percorso è sicuramente quindi ancora lungo. È giusto continuare ad incontrarsi e confrontarsi, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica ed è auspicabile che il legislatore produca leggi per prevenire la violazione di determinati diritti. Quando il problema è grave giustamente lo Stato si munisce di armi forti, però le armi forti sono pericolose e vanno usate con molta cautela. Il problema nel problema rischia di essere l’abuso di queste armi forti che giustamente lo stato prevede, e mi riferisco alle denunce paventate o presentate a fini prettamente strumentali. Purtroppo è un fenomeno che esiste e che mette in difficoltà gli operatori. Denunce e richieste di aiuto fondate rischiano di non avere risposte o di non avere risposte in tempi brevi, anche a causa di questo fenomeno. Chi è vittima di false denunce deve trovare la forza di difendersi
Guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti: ASSOLUZIONE
Sentenza Tribunale di Torino Luglio 2024L’art. 187 C.d.S. punisce il soggetto che si mette alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, prevedendo tra l’altro la revoca della patente nel caso in cui lo stesso soggetto abbia causato un incidente. Se le indagini tossicologiche (esami del sangue/urine) risultano NON NEGATIVE, gli operatori inviano alla compente Procura della Repubblica la notizia di reato. Il nuovo articolo 187 del Codice della Strada: novità e criticità della riforma 2024 Con l’entrata in vigore della Legge 25 novembre 2024, n. 177, l’articolo 187 del Codice della Strada ha subito una riforma sostanziale. La nuova formulazione della norma, rubricata “Guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti”, ha modificato in profondità l'impostazione originaria, che faceva riferimento alla guida in stato di alterazione psicofisica. Le novità introdotte hanno sollevato ampio dibattito tra giuristi, operatori della polizia stradale e associazioni a tutela dei diritti individuali, sia per le modalità di accertamento previste, sia per la presunzione di colpevolezza che la norma sembrerebbe introdurre. Le modifiche principali: l’oggettivazione del reato La novità più importante riguarda il superamento del requisito soggettivo dell’alterazione. In precedenza, affinché la condotta fosse penalmente rilevante, era necessario accertare lo stato di alterazione psicofisica del conducente derivante dall’assunzione di sostanze stupefacenti. Questo elemento veniva desunto attraverso comportamenti sintomatici e confermato tramite accertamenti clinici o tossicologici. Con la riforma, invece, è sufficiente che il conducente risulti positivo al test tossicologico, anche in assenza di sintomi evidenti. Non rileva più l’effettiva compromissione delle capacità psico-fisiche al momento della guida: la mera positività a sostanze proibite viene ora equiparata, sotto il profilo sanzionatorio, a uno stato di alterazione. Le nuove modalità di accertamento La legge del 2024 introduce strumenti di controllo più rapidi e meno invasivi: • Adozione sistematica di test salivari rapidi; • Successivo prelievo di campioni biologici (sangue e/o urine) per la conferma di laboratorio; • Possibilità di procedere agli accertamenti anche in assenza di sintomi o comportamenti sospetti, specie in caso di sinistro o gravi infrazioni. Il conducente ha diritto a farsi assistere da un legale, ma la tempistica dei controlli rende talvolta difficile esercitare effettivamente tale diritto. Le sanzioni Il nuovo articolo 187 prevede pene severe: • Ammenda da 1.500 a 6.000 euro; • Arresto da 6 mesi a 1 anno; • Sospensione della patente da 1 a 2 anni, raddoppiata se il veicolo non appartiene al conducente; • Revoca della patente in caso di incidente provocato; • Sanzioni aggravate per neopatentati, conducenti professionali e recidivi. Il rifiuto di sottoporsi agli accertamenti comporta le stesse pene previste per l'accertamento positivo. Critiche alla nuova disciplina Presunzione di colpevolezza La principale obiezione riguarda il rischio di automatismo sanzionatorio. La nuova impostazione del reato, che prescinde dallo stato di alterazione effettiva, potrebbe violare il principio di colpevolezza (art. 27, comma 1, Cost.). La mera positività ai metaboliti di sostanze stupefacenti non dimostra né un’effettiva alterazione né pericolosità alla guida. Ambiguità sui limiti oggettivi A differenza dell’alcol, per cui il Codice prevede limiti oggettivi, per le droghe mancano soglie chiare che distinguano l’assunzione recente dalla mera presenza nel sangue, esponendo il conducente a valutazioni discrezionali. Tutela del diritto alla difesa Le modalità di accertamento rapide pongono problemi rispetto al diritto alla difesa (art. 24 Cost.), specie per la difficoltà di farsi assistere da un avvocato durante i prelievi. Profilo sanitario e privacy L’obbligo di sottoporsi a test biologici può configurare un trattamento sanitario obbligatorio. In assenza di sintomi, il prelievo forzato potrebbe violare l’articolo 32 della Costituzione. Anche la gestione dei dati personali deve rispettare le normative sulla privacy. L'intervento del Tribunale di Pordenone Con ordinanza dell’8 aprile 2025, il GIP del Tribunale di Pordenone ha sollevato questione di legittimità costituzionale sull'art. 1 della Legge 177/2024, nella parte in cui ha modificato l’art. 187 CdS eliminando il riferimento allo “stato di alterazione psico-fisica”. Secondo il giudice, la norma potrebbe violare: • L'art. 3 Cost., per contrasto con i principi di ragionevolezza e proporzionalità; • L'art. 25, comma 2, Cost., per indeterminatezza della fattispecie penale. Il giudice ha evidenziato il rischio di punire condotte non effettivamente pericolose per la sicurezza stradale, a causa della sola positività tossicologica. Precedenti giurisprudenziali La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2020/2025, ha già espresso perplessità sulla riforma, sottolineando l’importanza di accertare l’effettiva alterazione per configurare il reato. La Corte ha ribadito che i test tossicologici devono essere interpretati alla luce delle condizioni del soggetto, per evitare automatismi sanzionatori. Conclusioni La riforma dell’art. 187 CdS risponde all’esigenza di contrastare la guida sotto l’influenza di droghe, ma rischia di compromettere importanti principi costituzionali. La decisione della Corte Costituzionale, sollecitata dal Tribunale di Pordenone, sarà decisiva per chiarire se la nuova disciplina sia compatibile con il nostro ordinamento. Nell'attesa, appare necessario un bilanciamento più equilibrato tra tutela della sicurezza e garanzie individuali. Contattare immediatamente l'avvocato penalista. Solitamente il PM richiede ed ottiene un Decreto Penale di condanna al quale, se si ritiene di non essersi messi alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, è possibile fare opposizione entro 15 giorni dalla notifica. Se, invece, il PM procede con la notifica dell’avviso ex art 415 bis cpp, è possibile chiedere di essere sentiti entro 20 giorni dalla notifica, sempre se si ritiene di non essersi messi alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti Infatti la Corte di Cassazione IV sezione penale con la sentenza n.7199 del 2024 ribadito il principio secondo cui, ai fini della configurabilità del reato di cui all’art 187 C.d.S., non è sufficiente che l'agente si sia posto alla guida del veicolo subito dopo aver assunto droghe, ma è necessario che egli abbia guidato in stato di alterazione causato da tale assunzione (Sez. 4, n. 41376 del 18/7/2018, Basso, Rv. 274712-01; n. 15078 del 17/1/2020, Gentilini, Rv. 279140, in cui, in motivazione la Corte ha chiarito che, diversamente dall'ipotesi di guida sotto l'effetto di alcool, la mera alterazione non è punibile, se non derivante dall'uso di sostanza, né è punibile il semplice uso non accompagnato da alterazione.
Il codice rosso
STUDIO CATALDI AREA FORMAZIONE - AMI - 10/2023Con il termine codice rosso si intende un pacchetto di norme entrate in vigore nel 2019 in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, pacchetto di norme che prevede un inasprimento delle sanzioni, dei nuovi reati nonché delle modifiche alle procedure per cercare di garantire più tutela alle vittime. Tra i temi che noi avvocati abbiamo dovuto affrontare maggiormente ci sono la sospensione condizionale della pena, l’aggravamento delle sanzioni e la sospensione dell’ordine di carcerazione. Nel mio intervento ho anche parlato del problema delle c.d. denunce strumentali. Il rischio che siano presentate denunce "false" a fini prettamente strumentali è concreto e tutti gli operatori devono vigilare affinché non ci siano condanne ingiuste. Le questioni economiche così come le dispute sui figli e/o altri rancori tra le parti non devono in alcun modo influenzare l'accertamento degli accadimenti.
Criminologia e scienze forensi
Studio Cataldi Area Formazione - 5/2025Criminologia, scienze forensi e il ruolo centrale dell’avvocato penalista: una sinergia indispensabile nella giustizia penale L'avvocato penalista Emanuele Crozza sarà docente nel master in criminologia e scienze forensi organizzato dallo Studio Cataldi. Nel panorama della giustizia penale contemporanea, l’intreccio tra criminologia, scienze forensi e diritto penale rappresenta una delle evoluzioni più significative del sistema investigativo e processuale. Queste discipline, seppur autonome nella loro identità teorica e operativa, trovano sempre più spesso un terreno comune nella prassi giudiziaria. In questo contesto, il ruolo dell’avvocato penalista assume una rilevanza decisiva, configurandosi come il ponte tra la scienza applicata e il diritto, tra il dato empirico e la garanzia processuale. È proprio su questi temi che si articolerà il Master in Criminologia e Scienze Forensi organizzato da Studio Cataldi – Area Formazione, un’importante iniziativa formativa che riunisce professionisti del settore, esperti, docenti universitari e operatori della giustizia. Tra i relatori e docenti del master, avrà l’onore di essere presente anche l’Avvocato penalista Emanuele Crozza. Criminologia e scienze forensi: discipline complementari al diritto La criminologia è lo studio scientifico del crimine, dei comportamenti devianti e delle risposte sociali e istituzionali a tali comportamenti. Si tratta di una disciplina multidisciplinare che coinvolge elementi di sociologia, psicologia, antropologia e diritto. Le sue applicazioni spaziano dalla prevenzione del crimine all’analisi del profilo criminale, dalla valutazione del rischio di recidiva fino alla comprensione dei fenomeni devianti all’interno del contesto sociale. Le scienze forensi, invece, comprendono l’insieme delle discipline scientifiche applicate alle indagini giudiziarie. Chimica, biologia, genetica, balistica, informatica forense e medicina legale sono solo alcune delle branche che, attraverso metodi empirici e protocolli scientifici, consentono di raccogliere, analizzare e interpretare le prove materiali di un crimine. Insieme, criminologia e scienze forensi rappresentano un supporto insostituibile all'accertamento della verità nel processo penale. Tuttavia, affinché queste conoscenze possano avere reale incidenza nel procedimento, è fondamentale il ruolo di chi ha la competenza di tradurre il dato scientifico in strumento giuridico: l’avvocato penalista. Il ruolo dell’avvocato penalista tra scienza e diritto L’avvocato penalista, lungi dall’essere un semplice interprete del codice, è oggi una figura che deve possedere competenze trasversali. La padronanza delle tecniche processuali deve necessariamente integrarsi con una solida conoscenza dei metodi di analisi forense e dei fondamenti della criminologia. Questo per una serie di motivi essenziali: 1. Valutazione delle prove scientifiche: l'avvocato deve essere in grado di leggere una perizia balistica, comprendere un esame autoptico, contestare l’attendibilità di un test tossicologico o l’efficacia di un accertamento tecnico sul DNA. 2. Collaborazione con consulenti tecnici: per impostare una linea difensiva efficace, il penalista deve poter interagire con esperti forensi, formulare quesiti pertinenti, individuare lacune o criticità negli accertamenti dell’accusa. 3. Costruzione della strategia difensiva: in molti casi, la strategia difensiva si fonda proprio sull’analisi scientifica delle prove. La conoscenza delle scienze forensi permette all’avvocato di impugnare il dato probatorio sul piano metodologico e non solo formale. 4. Tutela dei diritti dell’imputato: l’impiego di tecnologie e tecniche investigative sempre più invasive impone un controllo giuridico rigoroso, che solo l’avvocato può esercitare. La garanzia del contraddittorio, il rispetto della riservatezza, la correttezza nell’acquisizione della prova sono tutti ambiti in cui la vigilanza del difensore è determinante. In quest’ottica, la formazione dell’avvocato penalista deve evolversi, includendo moduli specialistici dedicati proprio alla criminologia e alle scienze forensi. Ed è esattamente questo l’obiettivo del Master promosso da Studio Cataldi, che rappresenta una risposta concreta a questa esigenza formativa. Il contributo dell’Avvocato penalista al Master in Criminologia e Scienze Forensi La partecipazione dell’avvocato penalista come docente al Master in Criminologia e Scienze Forensi è un segnale forte dell’approccio interdisciplinare che il programma intende promuovere. Con una consolidata esperienza nelle aule di tribunale e una profonda conoscenza delle dinamiche processuali l’avvocato penalista porterà ai partecipanti uno sguardo privilegiato sul rapporto tra il diritto penale e le scienze applicate. Tra i temi che si affronteranno, vi saranno: • La prova scientifica nel processo penale: criteri di ammissibilità, valutazione critica, tecniche di contestazione. • La collaborazione tra difesa e consulente tecnico: analisi di casi pratici e simulazioni. • La criminologia forense al servizio della difesa: come utilizzare le teorie criminologiche nella costruzione dell’arringa e nell’interpretazione dei comportamenti dell’imputato o delle parti coinvolte. • Casi giurisprudenziali emblematici in cui le prove scientifiche sono state decisive e hanno segnato il destino processuale dell’imputato. Il valore aggiunto di un avvocato penalista all’interno di un percorso formativo di questo tipo è duplice: da un lato, offre agli studenti una visione concreta e pragmatica dell’applicazione delle conoscenze scientifiche al processo; dall’altro, contribuisce a sensibilizzare la comunità forense sull’importanza di un aggiornamento continuo e consapevole. Nel mondo della giustizia penale del XXI secolo, la separazione tra diritto e scienza non è più sostenibile. Criminologia, scienze forensi e diritto devono dialogare costantemente, in una sinergia che ha come obiettivo ultimo non solo l’accertamento della verità, ma la tutela dei diritti e delle garanzie processuali. In questo processo, l’avvocato penalista non è un mero spettatore, ma un protagonista. Formarsi, aggiornarsi, comprendere la scienza per meglio difendere: questa è la nuova missione del penalista moderno. Il Master in Criminologia e Scienze Forensi dello Studio Cataldi, con la partecipazione di professionisti come l’Avv. Emanuele Crozza, rappresenta una preziosa opportunità per costruire il futuro della difesa penale su basi sempre più solide, consapevoli e interdisciplinari.
Parita' di genere, vantaggi per le aziende
GAZZETTA DEL SUD - 12/2023Purtroppo siamo ben lontani dall’avere culturalmente una parità di genere. Quando il problema è grave giustamente lo Stato si munisce di armi forti, però le armi forti sono pericolose e vanno usate con molta cautela. Il problema nel problema rischia di essere l’abuso di queste armi, e mi riferisco alle denunce paventate o presentate a fini prettamente strumentali. Denunce e richieste di aiuto fondate rischiano di non avere risposte o di non avere risposte in tempi brevi, anche a causa di questo fenomeno. Non bisogna assolutamente dimenticare chi è vittima di denunce e rivendicazioni strumentali e condannare chi utilizza in modo scorretto le armi che giustamente lo stato fornisce alle vere vittime. Chi è vittima deve trovare il coraggio di denunciare perché solamente uscendo dal silenzio si può combattere la violenza di genere, ma chi è ingiustamente accusato deve trovare la forza di difendersi.
Perizia psichiatrica per il giovane che ha ucciso la madre
La difesa nomina il Prof. Meluzzi consulente di parteL'Avvocato Emanuele Crozza ha assistito, con l'ausilio del consulente tecnico di parte Prof. Alessandro Meluzzi di Torino, un giovane accusato di aver ucciso la madre. La vicenda si concluse con l'assoluzione dell'imputato.
Adescamento di minori: ASSOLUZIONE
Sentenza Tribunale di Torino Maggio 2024Dopo quattro anni e si è concluso con un assoluzione il processo ad un pakistano accusato di adescamento di minori sui social per uno scambio d'identità virtuale. Tutto inizia nel 2021 quando dei ragazzini torinesi, tramite i genitori, denunciano quanto accaduto durante una diretta su Instagram dedicata a una influencer. Al gruppo da loro creato e aperto al pubblico, una sera si aggiunge un profilo che risponde al nome e al cognome dell'indagato, che dimora fuori dal Piemonte e all'epoca dei fatti viveva in una comunità per stranieri. Difeso dall'avvocato Emanuele Crozza, l'uomo è stato assolto dal tribunale di Torino per non aver commesso il reato. Dietro lo schermo del cellulare si nascondeva un'altra persona (non rintracciata) che ha tentato un approccio scon i ragazzini All'origine del raggiro c'è un uso non personale dei cellulari all'interno della comunità dove l'indagato all'arrivo si era intestato un telefono e poi lo aveva ceduto agli altri ospiti. Grazie alla testimonianza di un operatore si è dimostrato che nel centro i dispositivi sono utilizzati da più persone e dunque che l'utenza telefonica e relativi social non erano più collegabili direttamente all'imputato.
Il sistema di certificazione della parita' di genere: i vantaggi per le aziende
CONFINDUSTRIA REGGIO CALABRIA - 12/2023Purtroppo siamo ben lontani dall’avere culturalmente una parità di genere. Quando il problema è grave giustamente lo Stato si munisce di armi forti, però le armi forti sono pericolose e vanno usate con molta cautela. Il problema nel problema rischia di essere l’abuso di queste armi, e mi riferisco alle denunce paventate o presentate a fini prettamente strumentali. Denunce e richieste di aiuto fondate rischiano di non avere risposte o di non avere risposte in tempi brevi, anche a causa di questo fenomeno. Non bisogna assolutamente dimenticare chi è vittima di denunce e rivendicazioni strumentali e condannare chi utilizza in modo scorretto le armi che giustamente lo stato fornisce alle vere vittime. Chi è vittima deve trovare il coraggio di denunciare perché solamente uscendo dal silenzio si può combattere la violenza di genere, ma chi è ingiustamente accusato deve trovare la forza di difendersi.
Pedofilo per colpa di internet: ARCHIVIAZIONE
Scarica illegalmente un film d'avventura. Nel suo pc arriva un porno con bambiniL'avvocato Emanuele Crozza ha assistito un ragazzo che inconsapevolmente aveva scaricato sul suo PC un film pedopornografico. La vicenda si chiarì durante le indagini grazie anche alle perizie informatiche che choarirono tecnicamente cosa era successo.
Cause bond Argentina
TORINO 2005L'avvocato Emanuele Crozza è stato uno dei primi avvocati ad interessarsi del problema dei c.d. "tangobond". Moltissimi investitori avevano investito in titoli di Stato argentini, diventati poco più di carta straccia dopo la crisi economica del Paese sudamericano. L'avv. Emanuele Crozza rappresentò diversi di questi "risparmiatori traditi", aiutandoli a far valere i propri diritti nei confronti delle banche.
Sicurezza dei lavoratori
Responsabilità Penale - 10/2008Nei locali del centro incontri della settima Circoscrizione del Comune di Torino, di fronte ad una nutrita platea, si è tenuto un incontro moderato dal giornalista Antonio Lubrano, durante il quale ci si è confrontati su un tema molto delicato quale quello della sicurezza sul posto di lavoro. Tra i relatori anche l'Avvocato Emanuele Crozza ed Alessandro Meluzzi (psichiatra ed opinionista televisivo.
"Diritto Bancario, un convegno a Torino spiega come difendersi"
TORINO - 1/2016"USURA BANCARIA, UN CONVEGNO A TORINO SPIEGA COME DIFENDERSI" Argomento cardine in scaletta sono i comportamenti da adottare per essere realmente consumatori consapevoli “in caso di usura e anatocismo bancario, truffe contrattuali, fideiussioni eccessivamente onerose, atti impositivi e anomalie finanziarie: tutte azioni scorrette che costituiscono un pericolo per i risparmi e i patrimoni dei cittadini”, spiega l'Avvocato Emanuele Crozza. “E' fondamentale portare all'attenzione dei consumatori ogni qualsivoglia azione tesa a generare sana informazione consapevole su argomenti di estrema e bruciante attività, sui quali i media stessi forniscono contenuti spesso superficiali e per nulla esaustivi. E' opportuno ricordare alle persone che sono sempre più numerose e frequenti le sentenze emesse dai tribunali di tutta Italia a favore dei correntisti
Alienazione parentale come ipotesi di reato
CDO TORINO - 3/2008L'Avvocato Emanuele Crozza ha partecipato alla convegno organizzato dal Consiglio dell'Ordine di Torino - Commissione Pari Opportunità "Il bambino conteso dinamiche famigliari e processuali", affrontando il delicato tema della c.d alienazione parentale e della sua possibile rilevanza penale. Un argomento molto delicato anche perché riguarda i minori che non di rado vengono coinvolti i dinamiche dalle quali dovrebbero rimanere estranei
Responsabilita' penale e superbonus
RIMINI - 10/2023L'Avvocato Emanuele Crozza è stato invitato a parlare dell'eventuali responsabilità penali dell'amministratore di condominio nelle pratiche del c.d. superbonus
Qualita' e sicurezza alimentare: responsabilta' penale
TORINO - 5/2007L'intervento dell'avvocato Emanuele Crozza si è incentrato sulla responsabilità penale nell'ambito del diritto alimentare ed in particolare con riferimento alla tracciabilità e la rintracciabilità dei prodotti
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