Pubblicazione legale:
Molto
spesso all’interno dello studio ci troviamo di fronte a cause
aventi ad oggetto richieste di pagamento da parte di lavoratori
dipendenti per il cd. “lavoro straordinario”.
Per
lavoro straordinario si intende quello prestato oltre il normale
orario di lavoro prevista dal contratto individuale.
Ebbene
la prova del lavoro straordinario in giudizio è una prova rigorosa,
il cui onere è a carico dal lavoratore che deduce l’orario
ulteriore rispetto a quello previsto, e deve essere dunque ancorata
ad elementi probatori forti e concordanti, per potersi considerare
raggiunta, oltre a dover essere preceduta dal preliminare adempimento
dell’onere di una specifica allegazione del fatto costitutivo.
Secondo
costante giurisprudenza, infatti, spetta al lavoratore dimostrare di
aver lavorato oltre il “normale” orario di lavoro e, ove egli
riconosca di aver ricevuto una retribuzione ma ne deduca
l’insufficienza è tenuto a provare il numero di ore effettivamente
svolto in maniera specifica.
In un recente giudizio patrocinato dallo studio per conto di una società datrice di lavoro, si è ottenuta un rigetto della domanda giudiziale proprio sulla base di tali considerazioni giuridiche, quali appunto l'evidenziata mancanza di chiare e specifiche allegazioni nel ricorso introduttivo, cui ha fatto seguito un carente e contraddittorio quadro probatorio a seguito dell'istruttoria svolta.