Quando una separazione giudiziale può trasformarsi in consensuale

Tribunale di Ancona




Caso legale: Ad un mio cliente veniva notificato il ricorso per la separazione giudiziale tra coniugi dalla moglie, così siamo stati costretti a costituirci in giudizio. Durante le fasi della causa sono emerse reciproche contestazioni anche in ordine ad asserite infedeltà coniugali, circostanze che avrebbero inasprito molto il contenzioso. Visto che, nel frattempo, sia io che il collega di controparte abbiamo lavorato molto per trovare un'equa intesa economica, progressivamente l'astio tra i coniugi si è affievolito. In sostanza, all'esito del deposito delle rispettive memorie ex art.183 VI co c.p.c., abbiamo trovato un'intesa di massima e presentato le conclusioni congiunte per addivenire ad una separazione non più giudiziale ma consensuale, così come è avvenuto. Tramite questo dialogo e lavoro continuativo, che non si è fermato dinanzi ai primi ostacoli, entrambi i coniugi hanno quindi potuto definire le loro questioni in maniera civile ed evitando di "mettere in piazza" alcune circostanze che sarebbero state poco piacevoli soprattutto per i figli anche se maggiorenni. Il lavoro di un buon avvocato consiste sempre nel ricercare la soluzione meno onerosa per il cliente e quindi, quando è possibile, evitare di insistere nel proseguire delle cause che possono essere definite mediante un accordo, anche quando sembra difficile da raggiungere.



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Avvocato Daniele Cinti a Jesi
Daniele Cinti

Avvocato penalista, civilista e della famiglia