Pubblicazione legale:
La lettera di richiamo è un avviso formale che il datore di lavoro invia al dipendente per contestare un comportamento scorretto o contrario al regolamento aziendale.
È il primo step della procedura disciplinare, e può precedere sanzioni più gravi come sospensioni o licenziamento per giusta causa. Il lavoratore ha però il diritto di difendersi e spiegare la propria versione dei fatti.
La comunicazione può essere fatta tramite:
I motivi possono variare da caso a caso, ma i più comuni sono:
In generale, tutto ciò che va contro il contratto collettivo nazionale (CCNL) o il regolamento interno dell’azienda può essere oggetto di richiamo.
La prima regola è non farsi prendere dal panico. Il dipendente ha il diritto di difendersi. Ecco cosa può fare:
Attenzione: la risposta deve essere inviata entro 5 giorni lavorativi dalla ricezione del richiamo, come previsto dall’art. 7 dello Statuto dei Lavoratori.
Il datore di lavoro valuterà le giustificazioni fornite. A seconda del caso, potrà:
In base alla gravità della condotta, le sanzioni possono essere:
Se ritieni la sanzione ingiusta o sproporzionata, puoi contestarla. Ecco le vie possibili:
In caso di contestazione disciplinare o provvedimento di licenziamento, è consigliabile rivolgersi subito a un professionista.
Un avvocato specializzato in diritto del lavoro può:
La lettera di richiamo non comporta automaticamente penalizzazioni economiche, ma può influire sull’avanzamento di carriera, sul clima aziendale e, in alcuni casi, sul diritto a premi o bonus. Inoltre, più richiami scritti possono legittimare provvedimenti disciplinari più severi in futuro.
La lettera di richiamo non va sottovalutata: è un atto formale che può avere conseguenze importanti. Rispondere nei tempi e modi corretti è essenziale per tutelare i propri diritti.
Rivolgersi a un avvocato può fare la differenza tra un semplice richiamo e un licenziamento ingiusto.