Pubblicazione legale:
Il diritto alla bigenitorialità garantisce ai figli il mantenimento di un rapporto equilibrato con entrambi i genitori, anche in caso di separazione o divorzio. Quando un genitore ostacola questa relazione, il nostro ordinamento prevede strumenti di tutela per ristabilire l’equilibrio, sia in sede civile che penale.
Cos’è il diritto alla bigenitorialità?
La bigenitorialità è il principio secondo cui ogni figlio ha diritto a ricevere cura, educazione e sostegno morale da entrambi i genitori. Questo concetto è alla base delle regole dell’affidamento condiviso e mira a garantire la stabilità emotiva del minore dopo la separazione dei genitori.
La Riforma Cartabia ha rafforzato questo principio, introducendo misure per contrastare eventuali ostacoli posti da uno dei genitori al regolare rapporto con l’altro.
Cosa succede se un genitore ostacola il rapporto con l’altro?
In alcuni casi, a causa di conflitti personali o rancori, uno dei genitori può limitare o impedire la frequentazione del figlio con l’altro genitore. Questo comportamento può manifestarsi in diversi modi, tra cui:
- Rifiuto di rispettare gli accordi sull’affidamento e sulle visite
- Denigrazione dell’altro genitore davanti al figlio
- Impedimenti ingiustificati alla comunicazione (telefonate, messaggi, incontri)
- Manipolazione psicologica del minore contro l’altro genitore (alienazione parentale).
Questi atteggiamenti possono compromettere gravemente il benessere emotivo del bambino e rappresentano una violazione del diritto alla bigenitorialità.
Come dimostrare la violazione della bigenitorialità?
Se un genitore non rispetta gli accordi stabiliti dal Tribunale o ostacola il rapporto del figlio con l’altro, è fondamentale raccogliere prove concrete, come:
- Messaggi WhatsApp, e-mail o SMS che dimostrino il comportamento scorretto;
- Testimonianze di terzi (insegnanti, amici di famiglia, parenti);
- Verbali delle Forze dell’Ordine in caso di episodi gravi;
- Relazioni di assistenti sociali o psicologi, se coinvolti.
Un avvocato esperto in diritto di famiglia può valutare la situazione e suggerire la strategia più efficace per ripristinare il diritto alla bigenitorialità.
Rimedi in sede civile per tutelare il diritto alla bigenitorialità
L’art. 473-bis.39 c.p.c. prevede diverse misure che il Tribunale può adottare per contrastare l’ostruzionismo di un genitore:
- Ammonimento del genitore inadempiente.
- Sanzioni pecuniarie, con multe da 75 a 5.000 euro per ogni violazione.
- Modifica delle condizioni di affidamento, stabilendo nuove regole per garantire il rispetto della bigenitorialità.
- Condanna al risarcimento danni, se il comportamento ha causato un pregiudizio all’altro genitore o al minore.
In casi estremi, il Giudice può decidere di modificare l’affidamento e attribuire la collocazione prevalente del minore all’altro genitore.
Rimedi in sede penale per la tutela della bigenitorialità
Quando l’ostruzionismo di un genitore si traduce in una violazione di un provvedimento del Tribunale, si può agire penalmente. L’art. 388 c.p. punisce chi impedisce l’esercizio della responsabilità genitoriale con:
- Reclusione fino a tre anni;
- Multa da € 103,00 a € 1.032,00.
- Se l’ostruzionismo si configura come una forma di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.), la pena può arrivare fino a sette anni di reclusione. Questo accade quando un genitore manipola il figlio per escludere completamente l’altro dalla sua vita.
Conclusioni
Il diritto alla bigenitorialità è fondamentale per il benessere dei figli. Se un genitore ostacola il rapporto con l’altro, è possibile intervenire sia in sede civile che penale. Affidarsi a un avvocato esperto in diritto di famiglia è essenziale per tutelare al meglio i propri diritti e quelli dei minori.
Avv. Andrea Centi